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Come migliorare lo stile di scrittura?

 


C’è sempre bisogno di capire come migliorare lo stile di scrittura. Questo vale per chi deve scrivere un libro o consegnare un approfondimento. O magari deve stendere una relazione tecnica. Senza dimenticare chi vuole scrivere una lettera.

Ci sono studenti che chiedono come migliorare la scrittura dei temi, professionisti che vogliono esercizi per imparare a scrivere come professionisti. Ci sono degli esercizi da seguire? Ecco qualche consiglio per trovare lo stile di scrittura adatto.

Impara a usare la punteggiatura

Scrivere bene vuol dire imparare a chiudere i periodi. Ti aiuta a gestire la sintassi, un tassello decisivo per partorire contenuti di qualità.

Parole brevi, frasi brevi, paragrafi brevi: questo è il consiglio di David Ogilvy, e questa è la strada che devi seguire. Per farlo, devi lavorare bene.

La punteggiatura definisce lo stile di un testo. È comunicazione, è significato. La punteggiatura è ritmo della lettura. Attraverso una serie di elementi grafici (punto, virgola, punto e virgola, due punti) puoi trasformare la lettura di un contenuto.

La leggibilità di un testo dipende anche dalla punteggiatura. In particolar modo dalla sua assenza. Se vuoi ostacolare la buona lettura di un testo devi essere avaro di punti, di virgole e di due punti. Non chiamare in causa il flusso di coscienza.

Non citare Svevo, Jack Kerouac e Joyce: in questi casi c’è una costruzione narrativa a supportare l’assenza di punteggiatura, e il linguaggio quasi onirico.

A proposito di Jack Kerouac: dal suo On The Road ho appreso lo stile di scrittura d’istinto, di getto. Crea, lascia scorrere le mani sulla tastiera e fatti trasportare dalle idee che avvolgono la mente. Unica neo: attenzione al proofreading (la correzione di bozze).

Incalza l’argomento del contenuto

Uno scritto – tema a scuola, articolo di giornale, relazione tecnica, post del blog, lettera a un amico – non deve affrontare più di un argomento, approfondito come si deve e senza storie accessorie. Sì, quella tua storia sulla è maledettamente divertente, ma se non è utile a ciò che stai scrivendo rischi solo di distrarre il lettore. Quindi evitala.

Agli utenti fanno comodo i contenuti che affrontano un tema specifico, senza divagare. Lo stesso vale per Google. Devi scrivere un articolo lungo per posizionarti? No, meglio un post completo. Non per forza lungo ma concentrato.

Evita continui approfondimenti

Quante volte nella tua carriera scolastica sei uscito fuori tema? A me capitava spesso, perché avevo una gran voglia di esporre le mie idee. Vedevo i temi come contenitori da riempire con pensieri e congetture, collegando tutto e tutti.

Devi dare le informazioni più importanti, non tutte le informazioni.

La pertinenza è un aspetto decisivo. Con la pratica ho imparato a focalizzarmi sulla traccia, dando il giusto spazio agli approfondimenti. Un contenuto valido riesce a soddisfare le necessità del lettore, a prevedere le curiosità e i dettagli.

Rimandare ogni parola a un approfondimento vuol dire appesantire i post: li rendi parte di un sapere enciclopedico che non ti appartiene. Fai una cernita degli approfondimenti e usa i link interni per soddisfare la curiosità dei lettori.

Crea il percorso creativo e produttivo

Spesso si consiglia di affrontare prima i task più difficili, la fasi più complesse. Io ti dico: individua la tua strategia, metti a punto il tuo percorso. Non seguire la massa.

Impara a scrivere, impara di nuovo. Non ti allineare con le nozioni ascoltate in aula, a scuola. Non devi iniziare per forza dal titolo, non devi avere una scaletta di fronte a te per scrivere bene. Lascia che il flusso scorra sulla pagina. Senza regole.

Forse è questo il motivo per cui continui a procrastinare: non hai trovato un metodo. Ma forse non ne hai bisogno e continui a importi uno schema. Prova a essere libero, a scrivere con passione. Lo so, è difficile. Ma qui c’è il vero segreto.

Non rinunciare alle buone idee

Porta sempre con te un notebook, un block notes, uno smartphone con app per scrivere. La memoria a breve termine conserva le informazioni solo per tre minuti, per questo hai bisogno di un aiuto per fissare le idee su carta (anche digitale).

Questo suggerimento l’ho messo in pratica per riuscire a scrivere tutti i giorni, ma in effetti io l’ho sempre seguito per qualsiasi lavoro. Quando facevo reportage o mi occupavo di cronaca.

In cosa consiste esattamente? Sfrutta le lunghe attese alla fermata degli autobus o della metro per ordinare le idee, scegliere un buon titolo, organizzarsi una scaletta. Crea una mappa mentale con le tue idee e trova una headline o un attacco vincente.

Taglia sempre il primo paragrafo

Questo consiglio è destinato ai romanzieri che, solitamente, producono molto più materiale dei blogger, ma può esserti comunque utile sfornare un blocco o due prima di ottenere un ottimo grip sul pezzo. Prova a tagliare il primo paragrafo dal tuo post e vedi cosa succede. Puoi trovare una apertura molto più potente.

È difficile tagliare quello che hai scritto perché hai paura di non avere nulla da dire, ma non devi confondere i contenuti con il fumo negli occhi. I lettori apprezzeranno.

Dai valore alla formattazione

Questo è un punto decisivo. Se vuoi imparare a scrivere meglio devi curare la leggibilità dei testi. In pratica devi fare in modo che l’opera del pubblico sia facilitata e avvantaggiata da una serie di elementi che possono fare la differenza:

  • Grassetto e corsivo.
  • Liste puntate.
  • Titoli e sottotitoli.
  • Divisione in paragrafi.

Per migliorare la leggibilità devi valutare la punteggiatura. Usa periodi brevi, ma anche parole semplici e di facile comprensione per il tuo pubblico. Detto in modo diverso, devi puntare verso al semplicità e l’efficienza della scrittura.

Non devi mai annoiare chi legge

Per non annoiare il lettore devi intercettare le necessità, devi essere bravo a capire cosa vogliono le persone. Devi soddisfare i bisogni della nicchia. Ma devi anche essere in grado di creare contenuti non troppo lunghi. E qui può nascere la discussione.

Le persone scannerizzano, vero, ma spesso sono gli articoli lunghi a ottenere grandi risultati. Proprio come suggerisce la ricerca di Hubspot. Quindi? Cosa devi fare per non annoiare? Devi capire come trovare il tuo stile di scrittura e mettici l’anima.

Quando mi chiedono come scrivere un articolo del blog rispondo sempre in questo modo: il lettore deve notare la differenza. E capire subito che lo hai scritto tu, con la tua esperienza e una capacità unica di selezionare ciò che serve.

Impara l’arte della scrittura diretta

Prendi coscienza di questo: le persone non devono leggere per forza tutto il contenuto. Non devono fruire di un articolo dall’inizio alla fine, da sinistra a desta. Devi imparare a scrivere con il coltello e a togliere quello che appesantisce il testo.

Io sfrutto periodi brevi, parole semplici, struttura diretta. Poi ci sono le ancore interne, elementi e domande che richiamano l’attenzione del lettore. Tipo:

  • D’accordo?
  • Tutto chiaro?
  • Capita anche a te?
  • Questa è la mia idea.
  • Ecco il mio punto di vista.

Ancora, mai dimenticare i microcontenuti. Ovvero stringhe di testo che permettono all’autore di chiarire il topic con poche battute. Qualche esempio? 

Headline di qualità, sottotitolo, titoli dei paragrafi, anchor text, didascalie. Tutto serve a creare chiarezza, ogni elemento dell’articolo è estetica e buona forma.

Eliminare il superfluo quando scrivi

Taglia quello che non serve. A volte inizi il secondo capitolo di un libro e pensi: “Ma è qui che dovrebbe iniziare”. Una quantità enorme di informazioni può essere riassunta attraverso un piccolo dettaglio. Ecco come migliorare lo stile di scrittura.

I consigli per diventare professionista della scrittura passano attraverso l’economia delle parole. Devi togliere quello che non serve, less is more. Sempre.

Evita di entrare nel dettaglio quando descrivi luoghi o cose, a meno che non desideri portare il flusso della storia a un punto morto. Questa è la fine del lavoro.

Tralascia la parte che i lettori tendono a saltare. Pensa a ciò che salti leggendo un romanzo: i paragrafi contengono troppe parole? Togli e non mettere. Vuoi un esempio concreto per cogliere lo stile di scrittura a cui mi riferisco?

Mi piace la semplicità e la capacità di andare direttamente al punto. Ecco due esempi presi dalle prime righe de La Metamorfosi (1915) e Il Processo (1925):

“Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo”; “Qualcuno doveva aver calunniato Josef K., perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato”.

Qui non c’è spazio per lunghi preamboli, introduzioni o incipit: il lettore viene catapultato nel cuore dell’incubo! Per me è tra gli autori che hanno segnato il mio modo di scrivere.

Attenzione agli intercalari nel testo

Ovvero fai attenzione alle parole e alle forme grammaticali inutili (in realtà, quindi, in buona sintesi, cioè, ovvero) che inserisci in maniera quasi inconscia. Ogni scrittore ha la sua rubrica di parole inutili, e l’unico modo che hai per sconfiggerle è la rilettura. Magari dopo una pausa di qualche ora e non subito dopo la chiusura del post.

Usa sempre i termini giusti nel copy

A volte usiamo termini deboli o giri di parole inutili per descrivere qualcosa. Utilizzare i termini corretti al momento giusto renderà la tua scrittura più precisa e asciutta, per la gioia dei tuoi lettori. Dai il giusto ruolo ai termini dell’articolo.

Quando scrivi bene devi respirare

Come migliorare lo stile di scrittura? Usa il respiro che all’inizio della tua avventura non è coordinato con la scrittura. Quindi non senti la necessità di una pausa: lasci correre il flusso creativo. Le mani sulla tastiera sono libere di esprimere pensieri e opinioni. Consonanti e vocali si inseguono senza sosta. Sicuro.

Però sei stato capace di pubblicare un paragrafo con una virgola. Magari con due. Ma neanche un punto. Questo è veleno per la leggibilità di un testo, è il modo migliore per allontanare i lettori. Quando rileggi i tuoi testi devi lavorare sulla punteggiatura.

Ma per farlo non devi rileggere a mente. Questo è il trucco. Per migliorare la sintassi devi rileggere a voce alta. In questo modo il respiro ti darà man forte.

Inizia a leggere, inizia a dare voce alla scrittura. Quando ti troverai di fronte una frase troppo lunga, il respiro verrà meno. Inizierai a chiedere ossigeno.

Hai finito la prima stesura di un lavoro? Leggilo ad alta voce e fai attenzione al risultato. La rilettura attenta è una delle migliori strategie per migliorare la scrittura, un aspetto importante che vale anche per il web writing, il lavoro del copywriter e del blogger. Prova a leggere il lavoro come un estraneo o, meglio, come un nemico.

Evita i tecnicismi quando possibile

C’è un gran bisogno del linguaggio tecnico, a volte lo usi solo perché credi che in questo modo l’articolo acquisti un’aura di intoccabilità. Un’intoccabilità dalla consistenza mediocre, perché il linguaggio di settore non rende inattaccabile la tua tesi.

D’altro canto, il tecnicismo estremo rischia di chiudere il tuo lavoro in una nicchia troppo piccola. Soprattutto se lo accompagni con una sintassi spinosa, con periodi infiniti che somigliano a un perverso gioco di scatole cinesi. Devi farti capire, la scrittura professionale non è sinonimo di incomprensibilità: trova il tuo stile.

Esplora ciò che ami, inizia a scrivere

Non è facile lavorare nel mondo della scrittura. Per farlo devi andare oltre e fare formazione. Questo significa anche sfidare i tuoi limiti con una scrittura avanzata.

Scrivi il testo che desideri leggere seguendo il tuo stile. Se non lo vuoi leggere tu, perché dovrebbe farlo un altro? Devi aver fiducia nel tuo lavoro per scrivere un libro.

I primi capitoli possono essere cancellati e bisogna concentrare l’energia narrativa sul punto di cambiamento. Quando il tuo personaggio è nuovo in una condizione, o le cose cambiano intorno, questo è il momento per completare i dettagli del suo mondo. 

Se ti sei perso nella trama, se hai incontrato il blocco dello scrittore, ritorna al punto in cui le cose sono andate male. Poi prendi un’altra strada. Cambia una persona. Modifica il tempo. Cambia l’apertura per migliorare la produzione scritta.

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Sette cose da fare prima di uscire con la macchina fotografica.


La lista che segue è un promemoria fotografico per aiutarvi a ricordare tutti gli aspetti tecnici della fotografia da tenere a mente prima di iniziare con una nuova sessione fotografica.

La vostra fotocamera è un attrezzo sofisticato con molte impostazioni personalizzabili che possono variare di volta in volta.

Questi 7 consigli dovrebbero aiutarvi ad evitare errori banali che potrebbero compromettere la vostra uscita fotografica. Vediamoli assieme:

1) Avete caricato la batteria?

Sembrerà assurdo ma è una delle prime cose che si dimenticano. Spesso uscirete con la batteria scarica o quasi perchè vi siete dimenticati.

Ogni volta che scatterete sarete curiosi di rivedere l'immagine sul display se è venuta bene, ma questa operazione richiede alla macchina un grosso dispendio di energia e se la batteria è scarica farete ben poco. Tant'è che, per iniziare, vi consiglio di acquistare una batteria di riserva.


 

2) Avete formattato la memory card?

Prima di un uscita fotografica e dopo aver scaricato sul computer tutti i vostri vecchi scatti dovete sempre, ma proprio sempre, formattare la memory card della vostra fotocamera. Come per tutti i congegni tecnologici una défaillance è sempre possibile.

In questi casi, però, rischiate di perdere le immagini. Comunque potete ridurre il rischio al massimo grazie ad una buona manutenzione. Formattate la card attraverso l'apposito menu della fotocamera prima di ogni uso e dopo esservi accertati di aver scaricato i vecchi scatti.


 

3) Avete memoria a sufficienza nella memory card?

Uno dei vantaggi dell'era predigitale era la possibilità di riuscire a procurarsi un nuovo rullino in quesi tutti i negozi.

È vero che oramai le memory card sono abbastanza capienti per fare diverse centinaia di fotografie ma vi consiglio caldamente di acquistarne più di una, sia per motivi di spazio, sia per evitare che una memoria per un qualche motivo strano smetta di funzionare.

Assicuratevi di averne a sufficienza quando partirete per una vacanza ai Caraibi o per qualche altra località sperduta nel mondo, dove acquistare una nuova memory card potrebbe essere un problema!

4) Avete pulito il sensore?

Se siete abituati a cambiare spesso l'obiettivo, c'è la possibilità che la polvere che si attacca ad esso crei macchioline nere o filamenti che poi compariranno nei vostri file. Ciò è possibile sopratutto se vi dimenticate di spegnere la fotocamera prima di effettuare l'operazione.

Se il sensore non vieno pulito accuratamente, potrebbe risultare danneggiato. Visitate il sito dell'azienda della vostra fotocamera e seguite i consigli su come pulirlo e su come manutenerlo.

Un modo di evitare di pulirlo spesso, comunque, è quello di tenere la macchina rivolta verso il basso metre cambiate gli obiettivi. In questo modo è più difficile che la polvere si depositi sul sensore.

 


5) Avete verificato la sensibilità del vostro sensore (ISO) ?

A me capita spesso di uscire senza verificare questo parametro e d'iniziare a scattare con una sensibilità altissima, lasciata così dall'ultima volta in cui magari avevo scattato in condizioni di luce pessima e dove dovevo per forza tenere una sensibilità alta.

Cercate di tenere il valore ISO il più basso possibile, in quanto livelli più alti producono maggior "rumore" (un'indesiderata e ben visibile sgranatura dell'immagine). La regola è: più bassa è l'ISO e più alta sarà la qualità dell'immagine (sempre che le condizioni di luce ve lo permettano). Ricordatevi sempre questo parametro che spesso viene dimenticato!

6) Avete regolato il bilanciamento del bianco?

In questa fase assicuratevi almeno che la vostra fotocamera sia settata su un bilanciamento del bianco automatico, perchè nella maggior parte dei casi ciò produrrà un risultato accettabile.

7) Avete scelto il giusto formato dei file (JPG, RAW)?

Personalmente scatto SOLO in raw ma questo comporta dover elaborare le immagini una volta scaricate sul pc prima di poterle stampare o salvare.

Per ora concentratevi solo sul formato JPG e accertatevi che la vostra fotocamera sia regolata per produrre la migliore qualità JPG. Nella vostra fotocamera infatti è possibile scegliere diverse tipologie di file jpg, prendete ovviamente il migliore. Sarebbe un'assurdità avere una fotocamera di qualità e produrre immagini ridotte!

È vero, se riducete la qualità, aumentate anche il numero delle foto memorizzabili sulla memory card, ma a questo punto torniamo al punto 3: compratevi altre memorie ma scattate sempre al massimo!

Spero che questo promemoria vi possa aiutare ad evitare errori la prossima volta che uscirete per scattare fotografie. Tranquilli, ci vorrà del tempo prima che vi ricordiate tutti queste cose da fare ma vedrete che prima o poi vi entreranno in testa e non sbaglierete una foto! Buona luce a tutti.

 

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Cos'è l'inbound marketing B2B e come si fa.

 


L’inbound marketing per B2B (ovvero business to business) è una strategia fondamentale per ottenere dei risultati concreti. Le aziende hanno bisogno di tecniche chiare per intercettare nuovi potenziali clienti. Che non sono mossi da emozioni.

O meglio, chi si occupa degli acquisti per un ufficio aziendale non può ignorare le soluzioni utili per intercettare nuovi lead da trasformare in prospect e infine in clienti. Quali sono i principi di questo processo?

La definizione di inbound marketing B2B: tecniche di gestione dei contenuti per intercettare potenziali clienti interessati a un prodotto aziendale. Mentre il mercato B2C si riferisce al settore dei consumatori finali, il B2B punta ai clienti aziendali.

B2B inbound marketing funnel

La differenza sostanziale tra inbound marketing B2B e B2C: quest’ultimo ha dei processi diretti, più semplici. Mentre il business to business è più articolato. Complesso. Però le fasi sono simili. Ecco quali sono le fasi inbound B2B marketing:

  • Estraneo.
  • Visitatore.
  • Lead.
  • Cliente.
  • Ambassador.

È il processo tipico dell’inbound marketing: la persona che non ti conosce visita il sito, poi una sales page, infine c’è un contatto. La differenza con il B2C? Spesso si instaura un workflow di email marketing in grado di trasformare il lead in prospect.

 

 

Conclusa la vendita il cliente diventa promoter, un individuo capace di parlare bene del tuo prodotto e della tua attività. Questo risultato si ottiene investendo sui contenuti, mantenendo un rapporto di engagement attraverso social e newsletter.

Strategie di inbound marketing B2B

La ricerca del Content Marketing Institute esalta dei punti interessanti. Il contenuto è a capo di ogni attività di inbound marketing e se vuoi lavorare nel circuito business to business ci sono delle scelte da fare per intercettare i possibili clienti aziendali.


 

Ad esempio le tattiche utilizzate nelle B2B content marketing vedono il blog al quarto posto. L’infografica registra uno slancio significativo: dal 51% dell’ultimo anno all’attuale 62%. Poi ci sono soluzioni minori per creare contenuti di qualità:

  • Branded Content Tool (38%)
  • eBook (37%)
  • Magazine stampati (32%)
  • Libri (30%)
  • Mobile App (30%)
  • Digital Magazine (27%)
  • Podcast (22%)
  • Gamification (12%).

Questo per darti un assaggio delle strade per articolare una strategia di inbound marketing B2B. Ma una volta definito il percorso, quali sono gli obiettivi utili?

Come fare inbound marketing per B2B

Quali sono le tecniche utili per ottenere buoni risultati in termini di inbound marketing per il B2B? Ecco i passaggi chiave da prendere come riferimento oggi.

Analisi del brand

Il primo passo della tua content strategy per blog riguarda il lavoro su ciò che sei e come hai deciso di affrontare il mercato. Per capire quale tone of voice dare ai miei contenuti devo prima capire chi sono, quali sono i miei punti di forza e le competenze.

L’analisi SWOT mi consente di accedere a questo gruppo di notizie. Il lavoro si divide in quattro blocchi dedicati a informazioni interne ed esterne. Quali sono? Eccoli:

  • Punti di forza.
  • Debolezze.
  • Opportunità.
  • Minacce.

Per scrivere contenuti online, in generale per lavorare a qualsiasi attività o strategia di web marketing, bisogna avere un’idea chiara del brand da far emergere.

 

Ecco perché io preferisco partire da questi dati per sviluppare, successivamente, tone of voice dei contenuti. Come scoprire le esigenze del target? Continua a leggere.

Analisi del target

Questo passaggio è indispensabile per organizzare i contenuti da pubblicare sul blog. Vuoi creare una buona attività editoriale e capire come fare content marketing con il blog? Perfetto, devi scoprire cosa cercano le persone che vuoi raggiungere.

La keyword research ti aiuta a capire cosa vogliono le persone che vuoi raggiungere con i contenuti. In questa fase può essere utile ipotizzare delle reader personas, idealtipi che sintetizzano caratteristiche e necessità di gruppi interessati.

Perché è importante la ricerca keyword? Così puoi iniziare a verificare con la ricerca delle parole chiave che faranno da riferimento all’attività di scrittura.

Le query descrivono necessità, esigenze, sogni, paure e bisogni del pubblico. Tu devi capire l’intento di ricerca e organizzare le parole chiave per capire se sviluppare:

  • Cornerstone content (definisce ciò per cui si desidera che la tua attività sia conosciuta).
  • Pillar article (lunghi articoli di approfondimento che insegnano qualcosa).
  • Long tail post (post che sfruttano le parole chiave a coda lunga).

Questo vale per le query informative. Le ricerche transazionali, quelle che nascondono un intento di ricerca votato alla conversione, devono essere presidiate dalle landing page. Vale a dire le pubblicazioni pensate per far fare qualcosa.

Obiettivo? Trasportare il lettore nel funnel per seguire una customer journey votata all’acquisto del bene o servizio. Fino a raggiungere la fidelizzazione verso il brand.

Definisci gli obiettivi

Secondo la ricerca, l’aumento delle vendite è una delle principali voci rispetto a quelli che sono gli obiettivi da raggiungere. Ma non è l’unica e, soprattutto, non è la più importante. Gli esperti del settore mettono al primo posto la brand awareness.

 


Fare brand awareness, la capacità del pubblico di riconoscere una marca, è il primo obiettivo di chi crea contenuti. Poi vengono lead generation ed engagement. Al quarto posto trovi le vendite, è la naturale evoluzione della creazione dei contenuti.

Continuare a pubblicare per spingere direttamente le vendite vuol dire sfruttare solo in parte la forza dei contenuti. E, soprattutto, vuol dire ignorare il consumatore come soggetto che può acquistare una seconda o una terza volta.

Organizza le tecniche

Questi sono gli obiettivi. Ma come si raggiungono? Nel punto precedente ho dato spazio alle alternative al blogging, ma creare una buona varietà di contenuti non è l’unico modo per ottenere risultati dalla tua B2B content strategy:

 


Creare nuovi contenuti di qualità è la scelta immediata, ma i prossimi investimenti puntano anche verso un sito web in grado di creare maggiori conversioni e uno studio dell’efficienza. Un modo alternativo per sottolineare l’importanza dei contenuti.

Gestisci il calendario editoriale blog

A questo punto devi arrivare alla soluzione tanto attesa: la definizione dei titoli per arricchire il blog con i tuoi contenuti. Per fare questo devi avere a disposizione un file o un documento che ti permetta di organizzare i post da pubblicare.

In questo caso io consiglio PostPickr per creare e gestire il calendario editoriale. In questo modo organizzo le pubblicazioni nel tempo. Qualche dettaglio utile:

  • Mantieni un ritmo di pubblicazione costante.
  • Aggiorna i vecchi articoli e migliorali.
  • Non dimenticare di investire in promozione.
  • Affronta post da inserire in tutte le categorie.

Ricorda che molti contenuti fanno la differenza quando vengono aggiornati nel tempo. Il rapporto tra freshness e SEO diventa decisivo quando riesci a dare realmente qualcosa in più all’aggiornamento. Hai bisogno di un contributo per questo lavoro? Contattaci.


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La checklist del copywriting in 50 punti.


Quali sono i punti essenziali per lavorare nel mondo della scrittura professionale? 

Difficile fare un elenco completo delle regole, ecco perché potrebbe essere utile avere un’infografica con la checklist del copywriting a portata di mano.

Non a caso, scrivendo questo articolo, ho individuato e segnato tutti i passaggi chiave che un bravo web copywriter dovrebbe e deve rispettare per portare a termine un lavoro degno di nota sulla pagina di un sito web, di un ecommerce o di un blog aziendale.

 SEO checklist per copywriter

Il primo passaggio: c’è stata la massima attenzione per tutti gli step decisivi del SEO copywriting? Voglio dire, prima di pubblicare una pagina web bisogna fare in modo che il controllo dei meta tag e degli elementi HTML sia stato fatto. Ecco, quindi, i passaggi essenziali di una checklist per copywriter declinata in ambito SEO:

  • Hai creato un tag title adatto a comunicare il topic principale?
  • Questo tag title è chiaro, semplice e informativo?
  • Sei sotto le 65 battute nel tag title?
  • Ci sono keyword inutili? Puoi semplificare questo titolo?
  • Il tag alt delle foto è stato inserito nel modo giusto?
  • La meta description permette di chiarire l’headline SEO?
  • Sei sotto le 140 battute nel tag description?
  • L’URL è centrata sul topic principale?
  • Noti errori di battitura, forma e punteggiatura nell’URL?
  • Il permalink della pagina web è semplice, chiaro e leggibile?

Lo stesso discorso può essere fatto per il tag H1 anche se in questo caso siamo tra due settori differenti: questo micro-testo riguarda sia la SEO che il persuasive copywriting dato che è parte integrante del layout della pagina web.

Stile, linguaggio e scrittura online

Non è facile scrivere bene per ogni cliente e progetto proposto. Per questo devi essere, prima di tutto, in grado di rifiutare i clienti che non ti rispecchiano. Poi devi rispettare le regole del copywriting, verificando prima di consegnare.

  • Hai usato un linguaggio adeguato al tuo target di riferimento?
  • Il tone of voice è quello utilizzato dal brand?
  • Hai semplificato il più possibile la sintassi e il lessico?
  • La call to action è stata scritta usando il verbo imperativo?
  • Soggetto e verbo sono sempre il punto di riferimento della frase?
  • Il modello della piramide rovesciata è stato rispettato?
  • Hai usato, dove, necessario le leve della riprova sociale?
  • C’è concordanza di stile e linguaggio nel contenuto?
  • Stai dando al lettore ciò che vuole nel momento e nella forma giusta?
  • C’è forse un medium differente dal testo per comunicare meglio?

Come puoi ben vedere in questo caso il lavoro del copywriter non riguarda solo la buona scrittura ma anche la decisione in termini di buona comunicazione visuale. In un mondo perfetto saresti al fianco di un art director o di un creative director ma non si può avere tutto.

Lista di controllo per la formattazione

Ogni copywriter che si rispetti si assicura di aver pubblicato un contenuto con una forma adeguata. La sostanza è importante, questo è chiaro, però c’è bisogno anche di una buona presentazione del lavoro svolto. Qual è la checklist da rispettare?

  • La formattazione aiuta a leggere o è solo d’intralcio?
  • Il primo paragrafo è un manifesto di chiarezza e semplicità?
  • C’è un titolo e un sottotitolo nella tua pagina web?
  • Il corsivo è stato usato nel modo giusto.
  • Hai eliminato acronimi, maiuscolo e maiuscoletto non necessari?
  • Hai diviso il testo in blocchi facili da leggere?
  • Quando necessario, hai usato le liste puntate?
  • Gli heading (H2,H3) introducono i capitoli in modo chiaro?
  • Hai rispettato la gerarchia dei vari H2, H3 e H4?
  • Le foto sono necessarie o diventano un problema per la lettura?

La checklist del copywriting scrupoloso deve tener presente anche questo: il tuo blog o la pagina web ha un font adeguato e un allineamento a bandiera? 

 


Per i nuovi progetti questo è un passaggio che dovrebbe essere gestito dall’UX specialist con competenze in microcopy. Ma un bravo web copywriter sa sempre come rendersi indispensabile nella fase di controllo per impaginare un articolo.

Usabilità e copywriting checklist

Torniamo sempre allo stesso discorso: perché mettere in una checklist per copywriting dei punti che dovrebbero essere curati da altre figure? Semplice, perché un bravo scrittore di testi per il web sa essere indispensabile al processo produttivo.

  • I link che hai inserito sono necessari o appesantiscono il testo?
  • Hai aggiunto il testo alternative e la didascalia alle immagini?
  • Hai caricato il formato giusto per immagini e foto?
  • I file da scaricare hanno informazioni su peso e formato?
  • L’anchor text dei link descrive il contenuto della pagina di atterraggio?
  • Le immagini e i video sono descrittive o semplici riempitivi?
  • Hai aggiunto tutte le fonti necessarie al lettore?
  • L’headline comunica immediatamente il tema e l’argomento?
  • Hai ridotto o spiegato gli acronimi che nessuno conosce dal testo?
  • Testo sottolineato: hai eliminato questa formattazione che si confonde con i link?

Quando scrivi un articolo per il blog, o magari un comunicato stampa, devi valutare una serie di aspetti che vanno oltre la scrittura pura e semplice. Un web copywriter che capisce come e quando usare le regole dell’UX ha un futuro roseo davanti.

Proofreading, controllo e rilettura

Se vuoi fare un buon editing dei testi online devi concentrarti. Lascia decantare il lavoro svolto e dedicati ad altro. Poi dopo qualche ora, meglio ancora se il giorno dopo, ti dedichi alla rilettura del copy in modo da evitare errori, typo e refusi.

  • La rilettura a ha evidenziato refusi, errori di battitura e di grammatica?
  • Hai semplificato il più possibile la forma senza intaccare la sostanza?
  • Aggettivi e avverbi sono stati snelliti il più possibile?
  • Hai controllato che non ci sia virgola tra soggetto e verbo?
  • I verbi sono declinati nel modo giusto?
  • Hai verificato l’assenza di errori fonologici?
  • Accento e apostrofo: tutto è stato segnato bene?
  • La punteggiatura riesce a esprimere il senso della frase?
  • Ci sono frasi troppo lunghe che devono essere spezzate con un punto?
  • I due punti introducono concetti o sono usati a caso?

Ci sarebbero tanti altri punti da sottolineare in questa checklist del copywriting equilibrato. Ricorda solo questo: la semplicità è amica della buona scrittura.

Infografica: la checklist del copywriting

Qui ho racchiuso i punti della checklist per copywriter. E per concludere l’opera ho deciso di consegnarti la versione completa di questa lista di controllo.

 


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Fotografare sotto la pioggia. Alcuni consigli per divertirvi con il brutto tempo

 


In questi primi giorni di pioggia autunnale, ho pensato di scrivere questo articolo per aiutarvi ad uscire comunque di casa per divertirvi a fotografare sotto la pioggia.

Fotografare sotto la pioggia? Ma sei matto? direte voi... Si sta tanto bene in casa al calduccio, per quale motivo dovrei uscire?

Ebbene si, chi ama la fotografia, sa benissimo che la pioggia e le condizioni di meteo avverse possono creare situazioni con atmosfere fantastiche e generare scatti pieni di suggestione e grande fascino.

Certo, serve qualche accorgimento in più ma in questo articolo troverete tutti i suggerimenti giusti per ottenere scatti perfetti anche sotto la pioggia.

È troppo facile uscire in Agosto in pieno sole e fare belle foto!!! Provate a prendere la vostra fotocamera in questo periodo autunnale con la pioggia incessante. Vi troverete di fronte a cieli grigi, luce pessima, colori morti e soggetti poco interessanti.

Proprio per questo motivo, fotografare sotto la pioggia vi farà fare un salto di qualità e tirerà fuori tutta la creatività che è in voi... a patto che seguiate alcuni consigli che vi darò. Partiamo!!!

Trovate un modo per riparare voi e l'attrezzatura

Il primo consiglio può sembrare scontato ma la prima cosa da fare quando si esce a fotografare sotto la pioggia è quello di cercare il modo per riparare se stessi e la propria attrezzatura.

Oramai tutte (o quasi) le fotocamere in commercio sono abbastanza impermeabili e reggono bene qualche goccia di pioggia ma, in caso di temporale consistente, è sempre meglio non testare la tenuta della propria fotocamera e cercare di ripararla il più possibile.

In commercio esistono delle pratiche custodie che avvolgono interamente la vostra fotocamera lasciando un'apertura frontale (per poter fare la foto ovviamente) e una sul retro per poter infilare le mani.

Queste custodie sono veramente molto pratiche ma ovviamente in caso di temporale forte servono a poco, in questo caso sarebbe meglio l'ombrello anche se è veramente scomodo fare una fotografia con una mano impegnata a reggere l'ombrello.

 


 

Usa una sensibilità ISO alta

Quando ci si cimenta a fotografare sotto la pioggia, quasi sempre le condizioni di luce sono veramente pessime.

Anche di giorno, senza luce solare e con il cielo completamente grigio (se non nero) la luce sarà sempre pochissima.

Per questo motivo, il secondo consiglio che vogliamo darvi, è quello di aumentare fin da subito la senbilità ISO della vostra fotocamera.

Aumentando la sensibilità ISO vi aiuterà anche a mantenere una velocità dell'otturatore elevata in modo da evitare che le foto finali siano mosse.

Attenzione però a non esagerare con il valore ISO altrimenti rischiate di ottenere troppo "rumore" nelle immagini finali che risulteranno sgranate e brutte da vedere. Le fotocamere professionali reggono ISO molto elevati mentre le fotocamere amatoriali fanno più fatica. Un buon valore ISO per poter fotografare sotto la pioggia tranquillamente è 800.

 


 

Cercate di tenere un tempo di scatto veloce

La pioggia è veloce anzi, velocissima. Proprio come ogni altro soggetto in movimento, se volete catturare tutta la bellezza e l'essenza dell pioggia dovrete cercare di tenere un tempo di scatto veloce.

L'ideale sarebbe 1/250 sec. ma sarà quasi sempre impossibile usare questo tempo in quanto la luce è sempre scarsa.

Partite da questo valore e poi scendete senza però esagerare perchè oltre al 60 di secondo la foto diventerà quasi sicuramente mossa.

Cercate d'immortalare le sensazioni che la pioggia provoca nelle persone. Potreste vedere espressioni di fastidio, tristezza o anche di gioia e di stupore nei bambini. Dovete però essere veloci, altrimenti perderete l'attimo fuggente. Carpe diem!

 


Giocate con le luci per creare effetti speciali

Se uscite a fotografare sotto la pioggia di sera, recatevi in centro nella vostra città o in un luogo dove ci possano essere molte fonti luminose. (fari, semafori, insegne)

Queste fonti non vi serviranno per illuminare la scena e permettervi di scattare con tempi veloci ma vi serviranno come sfondo per creare dei giochi di luce "sfocata" che doneranno magia all'immagine finale.

Se userete il diaframma aperto, con conseguente profondità di campo ridotta, avrete il fuoco sul soggetto in primo piano mentre sullo sfondo le "lucine" saranno tutte soffuse, come nelle immagini qua sotto.

 



Sfruttate i riflessi

Un altro prezioso consiglio per ottenere buoni risultati nel fotografare sotto la pioggia è sicuramente quello di cercare dei riflessi.

La pioggia crea pozzanghere per terra, sfruttatele cercando di capovolgere il mondo e di dare un tocco di originalità alle vostre immagini.

Non sarà sicuramente facile mettere a fuoco un soggetto riflesso all'interno di una pozzanghera ma con un attimo di pratica vedrete che otterrete ottimi risultati.

 



Attendete la fine del temporale per una luce fiabesca e occasioni imperdibili

Fotografare sotto la pioggia è bello anche dopo, quando tutto è terminato. Spesso, in particolar modo in estate, dopo la pioggia filtrano raggi di sole che cambiano l'atmosfera attorno a voi, cercate di coglierli in fretta perchè spariranno in poco tempo.

Cambiano i colori e diventano tutto d'un tratto vivi. L'effetto del bagnato in strada e sugli oggetti colorati darà quel tocco di magia in più che renderà le vostre immagini spettacolari.

Concetratevi anche sugli oggetti piccoli, montate un obiettivo macro e andate ad immortalare la grandezza infinita di una semplice goccia d'acqua su una foglia. Potrà sembrare banale ma se trovate il soggetto giusto questa goccia diventerà la vera e propria protagonista dello scatto.

 



InsightAgency

Come scrivere una pagina contatti di un sito web efficace e creativa?

 


Per abbindolarti e farti proseguire nella lettura, potrei iniziare questo post sulla pagina contatti di un sito web dicendoti che questa è una delle pagine più visitate di un sito e che non puoi dimenticartene.

Potrei.

La verità – e qui chiedo perdono ai guru e alle guru del marketing che tirano acqua al loro mulino a seconda della situazione – è che tutte le pagine di un sito vanno curate e rifinite in dettaglio, nessuna esclusa.

Questo perché ogni spazio a nostra disposizione per comunicare e intrecciarci con le persone è preziosissimo: è un’occasione per definirci come brand e come esseri umani, ringraziare chi viene a farci visita e stimolare a scriverci, metterci a disposizione e ribadire la nostra promessa ai potenziali clienti.

Quindi? Quindi anche il testo della pagina contatti di un sito web deve essere maneggiato con cura e progettato con le stesse attenzioni che mettiamo nelle altre sezioni del sito: about page, sales page, home page e via dicendo (approfondiremo anche queste nei prossimi articoli).

Vediamo insieme come realizzare una pagina contatti efficace, con quel pizzico di creatività che la rende più accogliente e memorabile, più qualche esempio di informazioni che secondo me è bene aggiungere per dare più valore al nostro business.

Cominciamo.

Pagina contatti di un sito web e menu di navigazione

Prima di infilarci dentro il tema centrale di questo post, ci tengo ad approfondire un piccolo aspetto legato a usabilità/user experience e che risponde a domande che spesso mi vengono fatte, del tipo: quando si costruisce il menu di navigazione, dove si inserisce la voce della pagina contatti? c’è libertà di scelta? ci sono delle convenzioni che è meglio rispettare?

La prassi vuole che, nel menu di navigazione, la pagina contatti venga posizionata all’ultimo posto, seguita solo in alcuni casi dalla lentina di ricerca sul sito. Il mio consiglio è di non inventarti nuovi modi di fare le cose di sempre e di lasciarla lì dov’è, per non confondere le persone che si aspettano di trovare un certo tipo di informazioni secondo la logica che conoscono.

Altra questione: quanto si può andare di creatività con la voce del menu di navigazione? al posto di “contatti” si può usare “scrivimi” o “lasciami un messaggio”?

Per me la risposta è sì se l’etichetta che scegliamo di dare: 

  • è coerente con tutto il contenuto del sito; 
  • è chiara e non genera fraintendimenti;
  • contribuisce a definire la personalità del brand.

Nella mia esperienza, mi è capitato di sostituire la voce “contatti” con “fai una domanda”, “vieni a trovarci”, “ottieni risultati”, “chiedici di più”, ma queste scelte sono state dettate da un grande lavoro di progettazione del contenuto a monte e di definizione di tono di voce.

Pagina contatti, i dati del tuo brand

Siamo persone reali, vere, abbiamo business in crescita che guardano al futuro e che vogliono distinguersi. Diciamo chi siamo, a gran voce.

Per questo nella pagina contatti è utile ribadire i dati dell’attività: brand name, nome e cognome, partita IVA, sede legale e operativa, un indirizzo email valido, la PEC, il numero di telefono, account Skype o similare.

Ti ricordo che alcune delle informazioni sopra citate vanno inserite anche nel footer per cui, se la tua pagina non è molto lunga ed è ben organizzata, puoi omettere questi dati e lasciarli solo al fondo perché facilmente raggiungibili.

Ma… bisogna proprio mettere tutte queste informazioni nella pagina contatti? Dipende da settore, tipo di lavoro, questioni di privacy.

Però.

Se hai un negozio fisico, una bottega, un laboratorio, un ufficio aperto ai clienti, scrivere l’indirizzo in cui lavori è F-O-N-D-A-M-E-N-T-A-L-E per farti trovare; se lavori quasi del tutto online o hai un ufficio in casa, il tuo indirizzo è secondario.

Stesso discorso per il telefono o il cellulare. Alcuni brand si muovono benissimo via email, Skype, Zoom e non hanno bisogno di lasciare ai clienti il numero di telefono; viceversa per altri business come un ristorante o un idraulico, condividere un recapito telefonico è importantissimo per la gestione degli interventi, appuntamenti, prenotazioni.

Un form essenziale e personalizzato

Dentro la pagina contatti dobbiamo inserire, a un certo punto, il famoso form o modulo nel quale chi lo compila può lasciare i suoi dati e raccontare per quale motivo ha bisogno di noi.

Opta per un modulo semplice, dove chiedi solo quello che serve: le persone sono restie a riempire form con mille dati, in più se il contatto non è super motivato a scriverti, chiedere tante cose può spaventare e disincentivare ad arrivare alla fine.

WordPress, Joomla e altri CMS, per facilitare il processo, configurano dei form contatti standard che funzionano e sono molto comodi ma che mancano di personalità.

Qui ti consiglio di lavorare sul microcopy, mettendoci la tua voce e la tua personalità in ogni singolo campo, per accogliere come si deve chi ti sta scrivendo e lavorare da subito di empatia.

Perché mettere un asettico “nome” quando possiamo modificare con “come ti chiami” o “qual è il tuo nome”? Perché lasciare il campo “messaggio” quando possiamo scaldare la comunicazione con “perché sei qui”, “dimmi tutto”, “come posso esserti utile” o “raccontami meglio”?

Possiamo aggiungere un po’ di sapore anche al bottone “invia messaggio”; nel form contatti del nuovo sito della insight l’abbiamo sostituito con un “manda pure” per essere più amichevoli e diretti.

Prova a sperimentare di creatività, ricordati però che l’obiettivo finale è quello che le persone ti scrivano, quindi vai di fantasia ma non trascurare chiarezza e semplicità.

La mappa di Google, gli orari in cui lavori e altri dettagli

Se hai un negozio fisico, allora la tua pagina contatti non può non contenere una bella mappa di Google: aiuterai i tuoi clienti a sapere dove lavori e come fare a raggiungerti. Se la tua attività è aperta solo in certi orari, ecco il momento di dirlo: eviterai che si bussi alla tua porta il lunedì pomeriggio, il tuo giorno libero.

Sempre a proposito di mappe e indirizzi, puoi inserire un piccolo paragrafo con dei dettagli aggiuntivi per far sì che le persone arrivino a destinazione senza impazzire. Due esempi:

  1. Hai uno studio a Napoli, non proprio in centro? Spiega come raggiungerti con i mezzi, ipotizzando il tragitto dalle stazioni ferroviarie principali.
  2. Il tuo negozio si affaccia su una via con il posteggio a pagamento? Avvisa le persone che se vogliono parcheggiare super vicino dovranno pagare una tariffa precisa (indica anche quale) o consiglia un parcheggio free nei dintorni.

Questi suggerimenti vanno bene anche se lavori solo online ma hai comunque piacere di indicare qual è la sede della tua attività. Trasmetterai professionalità, solidità e sicurezza.

Scintille ed emozioni

Se fin qui ho raccontato quali dovrebbero essere le informazioni di base contenute su una pagina contatti, ora voglio darti altri spunti per arricchire quello che andrai a scrivere, per esserci meglio e far scattare qualcosa dentro a chi c’è dall’altra parte dello schermo. Come sempre, il mio consiglio è quello di modellare su di te questi spunti, valutare quali senti tuoi e allontanare quelli che sono lontani dal tuo essere.

  • Pratica la gentilezza. Molte pagine contatto sono fredde, spocchiose, gelide. Perché non cambiare punto di vista? A me piacciono quelle pagine contatto che ringraziano le persone di essere arrivate fin lì. Che aggiungono informazioni sul metodo di lavoro senza presunzione. Che accolgono e mettono il potenziale cliente nelle condizioni di dire: ok, mi piaci, voglio lavorare con te perché sei come sei, con le tue competenze e professionalità.
  • Ribadisci chi sei, cosa fai e per chi. Un piccolo recap sul tuo lavoro, magari scritto a inizio pagina, può aiutare le persone a non perdere di vista il focus ed entrare in comunicazione con te.
  • Racconta i mondi che abiti. Hai una rubrica su Instagram dove ogni giovedì fai una diretta sul tuo lavoro? Hai attivato un gruppo chiuso su Facebook? Scrivi su una rivista online e ogni lunedì esce un tuo articolo sulla fotografia? Spiega a chi legge dove può trovarti al di fuori del tuo sito e perché dovrebbe seguirti anche lì.
  • Condividi il tuo metodo di lavoro per aiutare le persone a capire e capirti meglio. Dedica qualche riga della tua pagina contatti per spiegare, sempre con cura, alcune cose sulla tua attività. Hai un’agenda molto fitta e prendi lavori solo con 4 mesi di anticipo: dichiaralo, così chi ha fretta potrà andare altrove. Preferisci il contatto esclusivo via email: spiega perché.Ci sono dei progetti che ti appassionano e quelli a cui preferisci dire no, dillo chiaramente, è un modo per raccontare come e con chi ami lavorare, disincentivando le persone che non sono in sintonia con te a sceglierti.

Ottieni il massimo dalle pagine del tuo sito

Adesso che sai come dare vita a una pagina contatti che invoglia a scriverti e approfondito quali contenuti possono trasformarla in un luogo di dialogo e ascolto, puoi iniziare a migliorare quella che hai già con le tue forze.

Se invece serve aiuto, il nostro servizio di scrittura testi è a tua disposizione. Insieme daremo più sostanza, profumo e consistenza alla comunicazione del tuo brand rispecchiando le tue caratteristiche e la tua personalità.

InsightAgency

Come creare foto con sfondo nero?

 


Quando osserviamo foto con sfondo nero e soggetto ben messo in risalto in primo piano, ci sembrano molto più pulite, professionali e decisamente accattivanti. Questa particolare tecnica funziona con tutti i generi di fotografia, in particolar modo con i ritratti, ma funziona bene anche nella fotografia naturalistica, in quella di cibo e in quella commerciale di prodotti.

La maggior parte delle persone pensa che per ottenere uno sfondo nero in fotografia ci sia bisogno di uno studio e di un fondale rigorosamente nero, ma in questo articolo vedremo come sia possibile ottenere uno sfondo nero indipendentemente dal contesto e dal colore dello sfondo stesso. Esamineremo diverse tecniche che potranno essere utilizzate singolarmente o anche in combinazione tra di loro per ottenere un'immagine migliore.

Per ottenere ottimi risultati devi conoscere benissimo le diverse tipologie di luce perché la prima cosa che dovrai fare sarà quella di esaminare la quantità e la qualità della luce che hai di fronte. Altra cosa fondamentale è quella di avere un'ottima conoscenza della tua fotocamera. Le macchine fotografiche digitali, per quanto complesse, non arriveranno MAI ad avere una gamma dinamica come quella dell'occhio umano e pertanto le fotocamere registrano la luce in modo differente a ciò che i nostri occhi vedono (è un argomento che approfondiremo nei prossimi giorni, quindi continuate a seguirci). Conoscere bene la propria fotocamera e gli obiettivi è un altro punto fondamentale per ottenere ottimi risultati.

Requisiti fondamentali per ottenere un buon sfondo nero nelle foto

Il requisito più importante per ottenere uno sfondo nero in fotografia (eccetto quando siamo in studio con un fondale nero) è quello di cercare condizioni d'illuminazione ad elevato contrasto. Attorno a te deve esserci una luce forte ma anche delle ombre. Senza ombra non otterrai mai un buon risultato. Se la luce sul tuo soggetto è molto forte rispetto alla luce che hai sullo sfondo, quest'ultimo viene proiettato nella completa oscurità. Cerca situazioni come queste!

Un'altra cosa da tenere in considerazione è la direzione della luce. Questa NON deve essere mai frontale ma deve colpire il tuo soggetto lateralmente altrimenti c'è un'alta probabilità che la luce possa illuminare lo sfondo che alla fine lo ritroveresti bianco! Cerca una luce laterale in modo da creare un buon contrasto tra il soggetto e lo sfondo.

Le impostazioni della fotocamera che ti verranno suggerite in questo articolo possono cambiare parecchio da fotocamera a fotocamera. Ecco perché devi conoscere bene la tua fotocamera in modo da trovare i giusti settaggi una volta acquisita la conoscenza di queste tecniche.

In molte situazioni avere lo sfondo lontano dal soggetto aiuta ad ottenere uno sfondo nero più facilmente che in altre situazioni. Non posizionare mai il tuo soggetto vicino allo sfondo (sempre che sia possibile)

Quindi, come otteniamo uno sfondo nero in fotografia? Ci sono diversi metodi che vedremo. Partiamo dal più semplice e ovvio: quello di utilizzare un pannello nero

 


Uso del pannello nero

È ovviamente banale, ma il modo più semplice per ottenere fotografie con sfondo scuro è quello di trovare un pannello o un fondale, di dimensioni abbastanza grandi, totalmente nero. In questo modo non dovrai preoccuparti dello sfondo ma dovrai "solamente" regolare la fonte di luce e la sua direzione verso il soggetto principale.

Si può utilizzare qualsiasi pannello nero ma i più consigliati sono quelli di velluto o di qualsiasi altro tessuto non riflettente. Usa un materiale opaco perché con quello lucido rischi dei fastidiosi rimbalzi della luce che diventano ingestibili.

Come già ricordato sopra, ricordati sempre e comunque di tenere abbastanza staccato il soggetto dallo sfondo per evitare che la luce possa comunque illuminare il pannello nero.

Esaminiamo ora le varie situazioni e modi in cui la luce può essere controllata per ottenere uno sfondo perfettamente nero.

 


Creare uno sfondo nero attraverso l'illuminazione controllata

Lo sapevi che puoi ottenere uno sfondo nero nelle tue immagini anche se ti ritrovi con uno sfondo completamente bianco? 

Ovviamente questo può sembrare impossibile ma, in condizioni d'illuminazione controllata e con diverse tecniche, potrai scurire facilmente lo sfondo anche quando questo è chiaro. Quando parlo d'illuminazione controllata non intendo una luce naturale ma una luce sparata da un flash. La luce naturale spesso "inonda" la scena in tutte le direzioni e finisce ovviamente anche per colpire lo sfondo, cosa che noi non dobbiamo fare.

Usa un flash e mettilo lateralmente al soggetto, ancor meglio se di flash ne usi 2, uno per ogni lato. Misura poi la luce della scena e imposta la giusta potenza dei flash. Fai qualche scatto di prova e poi vedrai che avrai ottenuto un'immagine brillante con sfondo nero come questa:

 

 


Il motivo per cui siamo in grado di ottenere uno sfondo scuro anche in presenza di uno chiaro, è la gamma dinamica che nelle fotocamere è molto limitata rispetto ai nostri occhi. Essi vedono molte più variazioni tonali o d'intensità della luce rispetto a ciò che una fotocamera può catturare. 

Creare uno sfondo nero attraverso l'illuminazione naturale

Puoi creare foto perfette con sfondo nero anche utilizzando la luce naturale anche se in realtà non è semplicissimo. Tutto quello che devi fare è posizionare il soggetto nell'area più luminosa della stanza e cercare di mantenere bassissima l'intensità della luce nelle aree circostanti.

Un esempio potrebbe essere la classica finestra. Posiziona il soggetto vicino ad essa, magari chiudendo il più possibile gli scuri in modo da far entrare un solo fascio di luce e non una luce diffusa, e chiudi tutte le altre porte o finestre in modo da avere più buio possibile nella scena ed avere solo un fascio di luce diretta sul soggetto.

 


 L'uso del flash

Quando si usa un flash diciamo alla fotocamera di NON catturare altra luce oltre a quella che gli siamo "sparando" dal flash stesso. È necessario selezionare alcune impostazioni particolari per ottenere uno sfondo nero. Ecco cosa devi fare:

  • Imposta la fotocamera in modalità manuale
  • Imposta la velocità massima dell'otturatore sulla velocità massima di sincronizzazione del flash.
  • Imposta una sensibilità ISO più bassa possibile
  • Il valore dell'apertura deve essere ridotto sino ad ottenere un'immagine con sfondo scuro. Inizia da f/5.6 (dipende da quanta luce c'è nell'area). Fai uno scatto di prova e poi eventualmente chiudi ancora e porta la fotocamera a F8
  • Posiziona il flash in modo che non colpisca lo sfondo. Mettilo lateralmente al soggetto o, alla peggio, leggermente più frontale...ma senza esagerare.
  • Gioca con la variazione dell'apertura e la potenza del flash sino ad ottenere la giusta esposizione sul soggetto e uno sfondo completamente nero.

 


 

Post-elaborazione di una fotografia con sfondo nero

Nonostante tutti gli sforzi per ottenere uno sfondo completamente nero, un minimo di post produzione è quasi inevitabile per ottenere la foto davvero perfetta.

Quando si lavora in Photoshop con questo genere d'immagini, i professionisti solitamente regolano contrasto, ombre e livelli tonali, accentuando lo sfondo utilizzando un pennello di color nero puro.

Un'altra tecnica molto usata in Photoshop per scurire lo sfondo è l'uso dello strumento "Scherma/Brucia" impostato sulla modalità "brucia". Passando con il mouse sulle parti scure dell'immagine, questo strumento ti permetterà di renderle ancora più scure sino ad ottenere un nero puro. A differenza del pennello nero in questo caso sei tu a decidere l'intensità passando più e più volte sullo sfondo.

Ottenere immagini con sfondo nero può sembrare una cosa difficile ma dopo alcune prove vedrai che riuscirai ad ottenere ottimi risultati. Qua sotto ti lascio solo alcuni esempi di ciò che potrai ottenere.


 

InsightAgency

Una nuova linearità è importante quando si scrive per lo smartphone

 


Seguo da anni Mario García, uno dei più famosi newspaper designer a livello mondiale, che tra l’altro impersona al meglio il sogno americano: arrivato ragazzetto profugo cubano in Florida, senza sapere una parola di inglese, è diventato giornalista e poi visual designer, fino a progettare quotidiani su tutte le piattaforme e a insegnarlo alla scuola di giornalismo della Columbia University.

Ha vissuto tutta intera la trasformazione dei giornali, dalla composizione tipografica al digitale: ha portato il colore sulle pagine di serissimi quotidiani come il Wall Street Journal e il tedesco Die Zeit; ne ha ridotto il formato senza farli assomigliare a giornaletti scandalistici, anzi; ha dato al Washington Post la veste attuale; ha realizzato le edizioni digitali di tanti giornali in tutto il mondo.

“Visual journalism: a way to encourage reading, a way to bring visual excitement to the pages of newspapers that had traditionally being long masses of grey text.”

E infatti il primo volume della sua nuova trilogia The Story, si intitola Transformation. Il secondo, decisamente più interessante e attuale, Storytelling (l’edizione per Kindle costa meno di 5 euro). In attesa del terzo dedicato al design, ho letto entrambi, non pago di leggermi da anni i suoi post.

Seguo così assiduamente un designer di quotidiani soprattutto perché:

  • i grandi quotidiani come quelli che chiamano come consulente Mario García hanno le risorse per sperimentare tanto e fare le cose in grande: le loro soluzioni sono di ispirazione per chiunque scriva online, qualsiasi cosa
  • l’industria dei quotidiani lotta da anni per trovare il modo per farsi leggere, coltivare e aumentare i loro abbonati: se trovano il modo di concentrare testi lunghi e complessi sulle superfici più piccole, possiamo rubare idee anche per siti e blog
  • il nostro designer cubano-statunitense è generoso e molto comunicativo, ci racconta e ci fa vedere un sacco di cose interessanti.

The Story, impaginato come le schermate di uno smartphone, ma con font classiche e persino vintage (Bembo per il testo, Deutsche Gothic per i titoli), è un inno alla storia, anzi alle buone storie, che sono alla base di qualsiasi pezzo giornalistico, su qualsiasi medium. Quello che rende i libri così interessanti sono le soluzioni che Garcia ha individuato per rendere gli articoli, soprattutto i più lunghi, leggibilissimi sui pochi centimetri quadrati dei nostri telefoni.

“If we have a good story the rest is easy.”

Oggi le storie possono avere le “gambe corte”: una breaking news breve e veloce sul sito, poche righe sui social, ma immediati, e finisce lì. O possono avere le “gambe lunghe” e prestarsi ad approfondimenti e dossier da pubblicare anche a una certa distanza di tempo, come quelli ricchissimi del New York Times o del Washington Post. In entrambi i casi però, i testi devono considerare il nuovo “giornalismo delle interruzioni”, consumato ovunque, tutto il tempo da circa l’80% della popolazione mondiale che li legge sul telefono. Legge, sì, legge, perché nonostante tutto ci stiamo abituando a leggere sul minischermo anche testi lunghissimi.

“The smartphone, the smallest platform, but the one your audience keeps as a constant companion.”

Il 98% delle persone tiene lo schermo verticale: scrolling surclassa swiping. Per questo García propone per i testi una “nuova linearità”, che asseconda la velocità con la quale il nostro pollice fa avanzare i contenuti sullo schermo. Una linearità fatta di un ritmico alternarsi di brevi paragrafi di testo, immagini, didascalie, video, grafici, citazioni, caption, sottotitoli. Se ben orchestrati, ci permettono di reggere/leggere con agio e leggerezza testi di parecchie decine di migliaia di caratteri. I grandi quotidiani gli hanno dato retta e i dati sulla lettura danno loro ragione.

 


 

 Sulla stampa spaziamo con gli occhi, cogliendo il contesto del “paesaggio” testuale; sullo smartphone siamo concentrati sullo scrolling e il ritmo si gioca tutto in quel nastro stretto di parole e immagini.

 


Quali storie sono le più adatte allo srotolamento e come devono essere progettate per catturare e tenere incollato il lettore?

1. Devono avere un forte potenziale visivo, da esprimere attraverso foto, video, grafici, citazioni, screenshot. Come la famosissima storia del crollo del Ponte Morandi del New York Times (anche in italiano):


 

Quanti elementi visuali? Tra i 5 e i 6. I video non devono superare i 30 secondi.

E si possono mescolare foto e video? Sì, ma il meno possibile.

Attenzione: se si inserisce uno screenshot da un social, per esempio un tweet, questo non deve ripetere cose già dette nel testo. Anzi, bando a tutte le ripetizioni: ogni elemento deve essere unico e far progredire la storia.

2. Titoli e sottotitoli sono fondamentali per spingere chi legge sempre avanti: tra evocazione e descrizione, ma mai criptici. Per riuscirci, ci può aiutare il sottotitolo:

 


3. Il testo deve essere semplice: paragrafi brevi, ognuno un focus; periodi brevi, perché la colonna di testo stretta li fa sembrare ancora più lunghi. La ricchezza del contenuto e dello stile è affidata al lessico e all’integrazione tra testo e visual.

“In the mobile world, it is not just that less is best, less is the only way.”

4. L’incipit è decisivo: meglio piombare nella storia “in medias res”, per inchiodare chi legge a scoprire come si è arrivati fin lì o cosa sta per succedere, come nel lungo reportage del New York Times dedicato alla caduta di Aleppo in Siria:


5. Le didascalie sono fondamentali: raccordano testo e immagini, costituiscono un punto di ingresso in più, veicolano messaggi importanti. “I’m only going for the things that I’m passionate about” dice questa intima Nicole Kidman in bianco e nero in didascalia. Continuiamo a leggere per sapere quali sono queste cose che tanto la appassionano.

 


6. La fine del paragrafo annuncia o si riferisce all’immagine che viene dopo:


7. I vuoti sono spazi espressivi:

 


 

Insomma, la vera interazione è sempre più quella tra il nostro pollice e lo schermo che si srotola. Vi ricordate The Snow Fall? Il grandioso web-documentario del New York Times che nel 2012 fece incetta di premi e vinse anche un Pulitzer? Era ben scritto, ma pieno di link ed effetti speciali: nonostante i premi e l’indubbia qualità, ben pochi lo lessero per intero.

Invece ora un’altra storia vera di un salvataggio dopo una valanga, costruita con la linearità raccomandata da Mario García, ci tiene incollati allo smartphone. Io per leggerla ci ho messo una mezz’oretta, sempre col fiato sospeso, ma sono arrivato in fondo senza accorgermene: è Five Feet Under, pubblicata dal quotidiano norvegese Bergens Tidende (in inglese):