Prima che le persone imparassero a scrivere, si raccontavano storie.
Raccontare una storia è come dipingere un quadro con le parole. Le
storie connettono, ispirano, guidano, creano cambiamento e guariscono.
Lo storytelling ha permesso alle persone di dare un senso al mondo e di
trarre un significato più profondo dalle loro vite sin dall'inizio della
storia dell'umanità . Cambiano le tecniche e i metodi di narrazione,
così come i modi di comunicare e i soggetti, ma il potere dello storytelling di commuoverci e provocare un senso più profondo di connessione tra tutti noi non è mai cambiato.
Indipendentemente dai media, siamo tutti fruitori di storie e, in fondo, lo siamo sempre stati.
Sviluppare le proprie capacità di narrazione e imparare a trasformare le
esperienze in una storia richiede pratica, ma ci sono metodi efficaci
per migliorare l'arte dello storytelling. Proprio come l'arte, la
narrazione richiede creatività , visione e abilità , ma è soprattutto
disciplina. Chi crede che la scrittura sia solo genio o improvvisazione si sbaglia di grosso. Sapevate che Stephen King, uno degli autori più proliferi di sempre, scrive ininterrottamente quattro ore ogni mattina tutti i giorni?
La narrazione è uno strumento potente che i leader usano per motivare
le masse, e gli scrittori si ingegnano per creare la propria
letteratura. Attingere alle emozioni delle persone e mettere a nudo sia
il bene che il male è il modo in cui le storie ispirano e motivano e,
infine, guidano all'azione.
7 consigli di storytelling per storie indimenticabili
Se avete appena iniziato a scrivere e a raccontare storie, ecco 7 consigli di storytelling
che possono aiutarvi a rafforzare le vostre narrazioni e a coinvolgere
il pubblico. Non dimenticate che una storia implica un'interazione
bidirezionale tra un narratore e uno o più ascoltatori. Le risposte
degli ascoltatori influenzano il racconto della storia. Lo storytelling
difatti emerge dall'interazione e dagli sforzi cooperativi e coordinati
tra narratore e pubblico e di certo non crea una barriera immaginaria
tra chi parla e chi ascolta
1. Scegliere un messaggio centrale ben definito
Una grande storia di solito progredisce verso una morale o un
messaggio centrale. Quando create una storia, dovreste avere un'idea
precisa di cosa state costruendo. Se la vostra storia ha una forte
componente morale, vorrete di certo guidare gli ascoltatori o i lettori
verso quel messaggio. Se state raccontando una storia avvincente,
provate ad aumentare la tensione drammatica e la suspense fino al
culmine della narrazione. Indipendentemente dal tipo di storia che state
raccontando, è importante essere molto chiari sul tema centrale o sul
punto della trama attorno al quale si sta costruendo la storia.
La storia serve per vendere un prodotto o raccogliere fondi, o per far
conoscere un servizio? Qual è il punto della storia? Per aiutarvi a
definirlo, provate a riassumere la vostra narrazione in massimo 10
parole. Se non ci riuscite, beh, non avete un messaggio centrale.
2. Il conflitto non è un male nello storytelling
Come narratore, non si può evitare il conflitto. I grandi narratori
creano storie che hanno ogni sorta di ostacoli e difficoltà disseminati
sul percorso dei loro protagonisti. Per essere soddisfatto di un lieto
fine, il pubblico deve guardare i personaggi principali che lottano per
raggiungere i loro obiettivi. Va bene essere crudeli con i personaggi
principali, anzi, è necessario. Le trame avvincenti sono costruite sul
conflitto ed è imperativo abbracciare il dramma e lo scontro per
diventare un narratore migliore.
3. Avere una struttura chiara della storia
Ci sono molti modi diversi per strutturare una storia, ma i tre ingredienti che danno vita a un racconto sono:
Il mondo è pieno di grandi narratori della letteratura e del cinema da
cui possiamo attingere per imparare come danno forma alla struttura di
ogni storia.
4. Prendere spunto dalle proprie esperienze personali
Qualunque sia la storia che stiate raccontando, potete sempre
prendere ispirazione dalla vostra vita o guardare le esperienze e le
vicende di chi avete vicino per trovare cosa e come raccontare. Pensate
agli eventi importanti della vostra vita e a come potreste essere in
grado di trasformarli in narrazioni. A volte qualcosa che ci è accaduto
all'apparenza banale può diventare un incipit emozionante di una storia
avvincente.
5. Coinvolgere il pubblico per uno storytelling efficace
Una grande narrazione richiede che chi racconta sia connesso con chi
ascolta. Attenzione però, gran parte del modo in cui si attirano gli
ascoltatori dipende dalla modalità di narrazione scelta. Se state
leggendo un racconto di fronte a un pubblico, potreste provare a
distogliere lo sguardo dalla pagina ogni tanto per stabilire un contatto
visivo con esso. Se state registrando un podcast narrativo, molto
dipende dall'espressività della voce e dalla capacità di trasmettere
emozioni con il proprio tono.
Comunque si scelga di raccontare la propria storia, bisogna stabilire una relazione con le persone che ascoltano.
6. Osservare i bravi narratori
Le nostre storie personali saranno sempre uniche e specifiche per
noi, ma non c'è modo migliore per imparare a creare una grande storia
che guardare come i narratori che tanto amiamo raccontano le loro
storie.
La maggior parte di noi conosce persone che consideriamo narratrici
eloquenti e coinvolgenti. Che si tratti di un familiare che intrattiene
tutti a tavola con racconti d'infanzia o di un amico che eccelle nel
parlare in pubblico, è probabile che abbiamo incontrato più di una
manciata di narratori di talento nella nostra vita. Scoviamo i bravi narratori, ascoltiamoli e impariamo attraverso l'osservazione. Come fanno a creare una storia di successo?
7. Restringere la portata della tua storia
Se state raccontando una storia reale che vi riguarda, può essere
difficile scegliere i punti principali importanti da includere. Molte
persone hanno la tendenza a riportare ogni dettaglio e finiscono per
inondare il pubblico di fatti che diluiscono l'arco narrativo centrale.
Definite un inizio e una fine chiari per la vostra storia, quindi
scrivete gli eventi chiave della trama come punti elenco tra di loro.
Abbiate fiducia nel fatto che il vostro pubblico sarà in grado di
seguire la storia senza sopraffarlo con inutili retroscena o punti di
trama devianti.
Vuoi implementare unacampagna di marketing e hai bisogno di creare il profilo del tuo cliente potenziale? Il primo passo da fare è quello di definire e sviluppare la tua buyer persona.
Non
puoi passare al piano operativo senza aver definito la tua buyer
persona, le sue caratteristiche, i suoi bisogni e i desideri che la
spingono a scegliere il tuo prodotto/servizio. Questo è il motivo per
cui, il primo passo da fare, è quello di creare e sviluppare l’identikit
del tuo cliente potenziale.
La creazione della buyer persona rappresenta il punto focale di qualsiasi processo di segmentazione.
Quando si parla di buyer persona ci si riferisce a una rappresentazione
tipo del nostro cliente potenziale. Una rappresentazione fondamentale
non solo per l’incremento delle vendite, ma per qualsiasi azione di
investimento che si deciderà di attuare in futuro.
Questo processo, infatti, permette di definire un pubblico e un target ben preciso verso cui indirizzare un’apposita strategia di marketing.
Riusciresti ad indovinare il cibo preferito di qualcuno senza conoscerlo minimamente? Difficile eh.
Quando
non sappiamo a chi ci stiamo rivolgendo, quando non abbiamo abbastanza
informazioni sul nostro target di riferimento rischiamo di compromettere
la nostra strategia. La definizione della buyer persona permette di
aumentare la qualità dei nostri lead e di potenziare l’esperienza del
nostro potenziale acquirente.
3 step per definire la tua buyer persona
Per creare la tua
target persona avrai bisogno di seguire alcuni step fondamentali. Dopo
aver individuato il target di riferimento dovrai iniziare a reperire dei
dati più specifici. In una prima fase di analisi, i dati quantitativi si dimostreranno estremamente utili e funzionali.
1. Definisci le caratteristiche principali della tua persona target
La
prima cosa da fare è quella di comprendere le caratteristiche
dell’ipotetico cliente ideale: interessi, gusti, modalità d’acquisto,
hobby. Approfondisci i processi psicologici, il linguaggio utilizzato,
le abitudini. Hai bisogno di identificare delle peculiarità che ti
permettano di conoscere il tuo target a 360 gradi.
Questo può
esserti d’aiuto per valutare non solo i punti di forza della tua
strategia di marketing, ma soprattutto gli eventuali rischi e/o
difficoltà che potresti incontrare. Non escludere l’idea di dover creare
più buyer personas: two is better than one.
2. Sfrutta il digital per raccogliere dati
Analizza
il tuo CRM o il tuo database clienti. Crea questionari mirati da
inviare ai tuoi consumatori, in questo modo potrai raccogliere
informazioni preziose sulla tua audience. Sfrutta l’online per inviarli
mediante e-mail alle persone che hanno già acquistato il tuo
prodotto/servizio.
Esistono numerosi strumenti con cui realizzare indagini: SurveyMonkey, Google Forms, Survio. Hotjar è lo strumento ideale per analizzare il comportamento degli utenti sul tuo sito web.
Realizza
interviste per parlare direttamente con i vari soggetti. Analizza gli
insight dei social media e raccogli quanti più dati possibili su cui
basare la tua strategia. Quest’operazione ti permetterà di acquisire una
base più completa da cui partire.
3. Buyer persona e Google Analytics: ottieni il massimo rendimento
Google
Analytics, grazie ai suoi report, ti permette di estrapolare importanti
informazioni sulle caratteristiche dei tuoi clienti, comportamenti,
dispositivi utilizzati.
In particolare, Google Analytics mette a disposizione quattro tipi di report:
Il report Pubblico ti permette di analizzare dati demografici, interessi, dati geografici, dispositivi utilizzati;
Il report Acquisizione
ti consente di individuare quali sorgenti generano più traffico, quali
fra le tue campagne di marketing si sta dimostrando più performante;
All’interno del report Comportamento
potrai trovare varie informazioni riguardo la velocità del sito, la
ricerca effettuata dagli utenti, quale delle tue pagine riceve più
traffico;
Grazie al report Conversioni potrai avere una visione più chiara delle entrate, del rendimento dei tuoi prodotti, delle vendite.
Guida pratica per la costruzione della tua audience
A seguito della raccolta dati potrai procedere con la costruzione della tua audience.
Proviamo con un esempio pratico.
Supponiamo
che tu abbia un e-commerce di abbigliamento. Grazie ai dati raccolti
potrai delineare uno schema generale del tuo potenziale cliente:
Sai
che la percentuale di utenza femminile è maggiore di quella maschile,
che l’età media è compresa tra i 20 e i 30 anni e che la maggior parte
degli utenti vive a Roma. Il tuo target, per compiere le scelte
d’acquisto, utilizza principalmente lo smartphone. Infatti, il maggior
numero di conversioni avviene tramite telefono cellulare.
Gli interessi del tuo target si focalizzano maggiormente su sport e fitness, shopping, bellezza e benessere.
I canali che generano più traffico sono quello organico, quello a pagamento e quello social.
Quale potrebbe essere una possibile buyer persona?
Anna,
25 anni vive a Roma ed è laureata in Scienze della Moda. Attualmente
fashion stylist con un reddito annuo di circa €24.000. Appassionata di
shopping, fitness, bellezza e benessere. Anna acquista principalmente
online i suoi capi di abbigliamento consultando i social network, la
ricerca su Google e le pubblicità dei numerosi brand che segue.
Fortemente
interessata a blog di moda e costantemente aggiornata sulle ultime
tendenze. Anna è attenta alla qualità dei capi che desidera comprare,
infatti non ama gli acquisti d’impulso. Influenzata non solo dal
passaparola, ma soprattutto dalle mode del momento.
Buyer persona template: risorse da utilizzare per la creazione della tua audience
Una
volta ricavate tutte le informazioni necessarie potrai costruire il tuo
buyer persona template. Puoi utilizzare dei modelli già creati, semi
compilati o realizzare tu stesso uno schema base in cui inserire le
informazioni di cui hai bisogno. Ci sono numerosi tool, software e
piattaforme da poter utilizzare in questa fase.
Vediamone alcuni:
Utilizza il tool di Hubspot, MakeMyPersona,
per rappresentare le tue buyer personas a livello visuale. Rispondi
alle domande prestabilite e/o ampliale tu stesso per generare un
documento PDF completo;
Mural, software utilizzato per il visual thinking aziendale, possiede numerosi template da poter utilizzare;
Miro,
lavagna collaborativa online, viene utilizzata per creare mappe
concettuali e schemi. La piattaforma possiede anche dei modelli da poter
compilare per realizzare la tua buyer persona;
Xtensio è una piattaforma che ti permette di realizzare presentazioni e documenti creativi ed interattivi.
Grazie all’utilizzo di questi strumenti potrai realizzare un modello concreto e confrontarti con il tuo team di lavoro.
Definire una buyer persona è indispensabile per comprendere a fondo il buyer’s journey. Come sappiamo, il processo d’acquisto di un soggetto non è affatto lineare, ma va compreso per proporre soluzioni efficaci.
Il processo di segmentazione
prende in considerazione non solo aspetti demografici, ma soprattutto
aspetti psicologici come le necessità del cliente, le barriere
all’acquisto e i criteri decisionali.
Grazie al digitale puoi
ricavare numerose informazioni e dati preziosi che ti permetteranno di
conoscere il profilo del tuo potenziale cliente. Risorse, tool e
piattaforme riusciranno a semplificarti il lavoro.
La fotografia è comunicazione... probabilmente una delle forme più
efficaci di comunicazione, in grado di far vivere, in uno spazio
bidimensionale, interi universi, di suscitare emozioni, ricordi, di
creare tendenze e persino suggestionare lo spettatore.
Per ottenere il massimo dall'immagine che stiamo scattando, serve un
perfetto mix di conoscenze che partono da una sapiente padronanza della
propria attrezzatura all'utilizzo della luce e da un'insieme di norme
che costituiscono le “regole della composizione”, che definiscono la posizione dei vari elementi nell'inquadratura, in base a quello che vogliamo trasmettere.
Pur essendo regole, esse si fondono in maniera intrinseca alla
creatività di ognuno di noi, al modo in cui vediamo la realtà , a come
vogliamo riprodurla e raccontarla secondo il proprio punto di vista,
utilizzando degli strumenti che tutti noi siamo in grado di comprendere:
una sorta di linguaggio universale non verbale, basato su regole
ancestrali, che fanno parte della cultura umana fin dall'inizio dei
tempi, in grado di attivare una serie di processi mentali inconsapevoli
che portano alla decifrazione del messaggio.
Proprio per questo sostanziale rapporto con la visione personale del
mondo, su questo argomento sono stati versati fiumi di inchiostro,
quindi, quello che vorremmo fare, è solo un piccolo compendio delle
principali regole della composizione fotografica che permetteranno di
fare un salto qualitativo alle vostre fotografie.
Parlavamo poco fa, di regole ancestrali... questo è un elemento
davvero importante da cui partire. Il nostro occhio cattura l'immagine,
ma è il cervello che la elabora, che la interpreta e ci fa “vedere”,
cercando, all'interno dell'immagine stessa, schemi che già conosce,
facendo abbinamenti tra forme e colori mettendoli in combinazione tra di
loro. Questo è uno dei motivi per cui istintivamente troviamo alcune
immagini più gradevoli di altre... non è solo il soggetto ad essere
gradevole, ma soprattutto lo è la sua posizione all'interno
dell'inquadratura.
Prima di iniziare la nostra sintesi, vorremmo fare una dovuta
precisazione. Le regole esistono perchè fanno parte della formazione
fondamentale di ogni fotografo, ma come spesso succede per ogni
espressione artistica, le regole esistono anche per essere infrante, ma
solo dopo averle apprese e metabolizzate.
La
composizione della tua fotografia ha un impatto sul modo in cui viene
percepita dagli altri. Quando scegli cosa inserire nell’inquadratura e
cosa lasciare fuori, dove posizionare ogni elemento e così via, stai
catturando una scena con la tua visione unica.
La griglia della regola dei
terzi è formata da quattro linee – due verticali e due orizzontali –
poste ad una distanza uguale l’una dall’altra e dai bordi della foto
(così la cornice è divisa in terzi).
Ma cos’è in realtà la regola dei terzi?
È una linea guida che
afferma che dovresti posizionare gli elementi compositivi lungo le linee
della griglia – e che il punto focale della tua composizione dovrebbe
trovarsi in uno dei punti di intersezione delle linee della griglia.
Puoi
seguire questa regola sia in orientamento verticale che orizzontale, e
funziona per tutti i tipi di fotografia. Per esempio, se stai facendo un
ritratto a corpo intero, dovresti spesso posizionare il soggetto verso
una delle linee della griglia e non al centro.
E quando
si fotografa un paesaggio, si dovrebbe mettere l’orizzonte verso il
terzo superiore o inferiore dell’immagine e mai al centro.
Nota che la regola dei terzi è una linea guida, non una vera regola.
Una volta che l’hai padroneggiata, ti consiglio di provare a violarla
con altri concetti – come la simmetria, o con tecniche ancora più
complesse come il rapporto aureo.
Linee guida
Le linee guida dirigono lo spettatore attraverso l’immagine, così:
Quando si legge un testo in italiano, si inizia automaticamente in
alto a sinistra. Poi si continua verso destra fino alla fine della riga.
La
stessa cosa accade nella fotografia. Quando vediamo un’immagine, la
“leggiamo” anche. L’occhio va da un elemento all’altro – per vedere i
dettagli e capire la storia che viene raccontata. È qui che entrano in
gioco le linee guida: Guidano l’occhio attraverso l’immagine.
Le
linee guida possono essere presenti o implicite, e possono essere dritte
o curve. Per esempio, una linea guida può essere una strada curva che
si perde tra le montagne. Questo costringerà gli spettatori a seguire la
strada, attirandoli nell’immagine.
Texture
La texture è spesso
trascurata come elemento della composizione. Puoi usarla per creare un
contrasto tra due elementi – uno liscio e uno ruvido, per esempio.
Puoi anche usare la texture per creare forme interessanti e linee
guida, o per aggiungere interesse a un soggetto altrimenti noioso.
Per
lavorare con le texture, è necessario considerare il tipo e la
direzione della luce. Una luce dura che proviene dal lato enfatizzerà la
texture. Una luce morbida che proviene dalla parte anteriore
appiattisce la superficie.
La ripetizione dei motivi e la loro rottura
Uno degli elementi che rende assolutamente affascinante una foto è
quello di trovare un motivo ripetitivo che diventa il soggetto stesso
dell'immagine. Può trattarsi dei binari morti di una stazione, delle
increspature delle dune della sabbia, o come nel caso della prossima
foto, il movimento ripetuto in maniera impeccabile dei sodati che
marciano.
Altrettanto affascinante, e di sicuro effetto, è la capacità di
trovare una rottura all'interno di una trama di elementi ripetuti...
l'immagine apparirà subito interessante e l'attenzione si concentrerà in
particolar modo sull'elemento che rompe lo schema.
Colore
Il colore
è una considerazione chiave per la composizione in fotografia. Ci sono
così tante armonie di colore che si hanno infinite possibilità !
Puoi usare colori complementari per creare contrasto e far risaltare
il tuo soggetto. E puoi mettere insieme elementi apparentemente non
correlati che sono uniti attraverso uno schema di colori.
Un buon modo per imparare e capire le palette di colori è Adobe Color. Potete usare questo strumento anche se non avete un abbonamento ad Adobe.
Basta
selezionare una ruota dei colori con diverse regole di armonia dei
colori, come monocromatico, complementare, ecc. Puoi anche caricare una
fotografia per estrarre la combinazione di colori o il gradiente. E per
rimanere aggiornato, puoi sfogliare le tendenze basate su Adobe Stock e
Behance.
Il mio strumento preferito in Adobe Color è Explore, dove
si può inserire un concetto o uno stato d’animo e vedere i colori che
lo rappresentano (con più esempi dalle arti visive).
Forma
Come
fotografi, siamo abituati a pensare a modi per aggiungere profondità a
una superficie bidimensionale. Per questo motivo, è facile trascurare
l’importanza delle forme. Eppure, quando stai componendo le tue
immagini, puoi usare le forme per stabilire una disposizione accurata.
Pensa a una torta fotografata dall’alto: è un cerchio. Se ne tagli
una fetta, allora stai aggiungendo un triangolo alla composizione.
Ogni
forma dà una sensazione diversa alle nostre fotografie. Per esempio, i
quadrati trasmettono stabilità , mentre i cerchi fanno pensare al
movimento e all’energia.
Un buon modo per praticare la composizione basata sulla forma è usare le ombre o fotografare le silhouette. In questo modo, si elimina qualsiasi tridimensionalità e ci si concentra solo sulla forma degli oggetti.
Simmetria
La simmetria
è definita come qualcosa che è esattamente la stessa su entrambi i
lati, come la cima di una montagna o il tronco di un albero. E può
funzionare benissimo nell’arte – a patto di usarlo con attenzione.
Nota che, nell’arte, una scena è raramente simmetrica al 100%. Invece, ti ritroverai con scene che sono quasi simmetriche e sono ben bilanciate su entrambi i lati.
Prendiamo un ritratto come altro esempio. Se fotografate un viso
perfettamente centrato nell’inquadratura, la vostra immagine sarÃ
simmetrica. Non importa se il soggetto ha una voglia su una delle
guance, o se uno dei suoi occhi è leggermente più basso dell’altro – la
simmetria dominerà .
(Un ottimo modo per giocare con la simmetria nella tua fotografia è fotografare riflessi o modelli!)
Le cornici naturali
L'inquadratura dentro l'inquadratura. Come per le linee, il nostro
cervello è naturalmente attratto dall'elemento racchiuso, incorniciato.
Cercate di utilizzare elementi naturali o artificiali che possano
racchiudere il vostro soggetto.
Riempire il fotogramma
Quando si parla di ritratti, a meno di non voler creare degli effetti
particolari, uno degli errori più comuni è quello di lasciare troppo
spazio intorno al soggetto. Questo crea automaticamente una perdita di
attenzione da parte dello spettatore verso il soggetto fotografato. Se
volete che lo sguardo si concentri sul soggetto, dovete fare in modo
che ciò che state fotografando sia protagonista assoluto
dell'inquadratura.
Contrasto
Un altro concetto importante che può migliorare la tua composizione è il contrasto.
Dato che stiamo parlando di fotografia, la prima cosa che viene in mente è il contrasto di luce, come la fotografia low key. Qui, si cattura un’immagine molto scura dove solo un piccolo dettaglio è evidenziato (il che rende un risultato altamente drammatico).
Tuttavia,
il contrasto tonale non è l’unico tipo di contrasto che puoi usare per
migliorare le tue composizioni. Puoi anche usare il contrasto di colore
(come discusso prima), la giustapposizione e il contrasto concettuale
(che accoppia idee o estetiche opposte).
Composizione avanzata nella fotografia
Una
volta che hai imparato le basi della composizione, è il momento di
sfidare te stesso e passare a tecniche più avanzate. Ecco alcuni degli
strumenti più popolari da considerare.
La regola dello spazio o del movimento
La
regola dello spazio ti dice di lasciare spazio davanti al soggetto,
specialmente se è un soggetto in movimento. L’idea è che l’osservatore
ha bisogno di abbastanza spazio per immaginare il soggetto che porta
avanti l’azione che sta compiendo.
Per esempio, se una persona sta andando via, si mette uno spazio significativo davanti, così:
E secondo la regola dello spazio, se fotografi una persona che corre
verso destra, dovresti metterla sul lato sinistro dell’inquadratura (e
viceversa). Ma ricorda che c’è un’eccezione per ogni regola,
specialmente quando si tratta di composizione. Quindi, se vuoi
aggiungere tensione o incuriosire lo spettatore, prova a violare la
regola dello spazio!
La cosa complicata della composizione è che
devi scegliere di applicare o rompere le regole a seconda del messaggio
che vuoi che la tua immagine trasmetta.
La regola delle probabilitÃ
La
regola delle probabilità si basa sul principio che le persone trovano
più interessante vedere i numeri dispari. Mentre i numeri pari mostrano
stabilità e funzionano bene per le composizioni simmetriche, i numeri
dispari permettono all’occhio di scorrere attraverso l’immagine.
Quindi, secondo la regola delle probabilità , dovreste includere un numero dispari di elementi nelle vostre composizioni.
Ti consiglio di usare questa regola quando si adatta alla situazione,
proprio come faresti con le forme. Se volete una composizione dinamica,
usate triangoli, linee diagonali e numeri dispari. E se preferisci la
stabilità , puoi scegliere linee rette, quadrati e numeri pari.
In
ogni caso, l’importante è usare le regole a proprio vantaggio e prendere
il controllo delle proprie composizioni. Quando si fotografa il cibo o i
prodotti, è spesso più facile seguire la regola delle probabilità .
Ma
seguire la regola delle probabilità non è così facile quando si
fotografa una famiglia di quattro persone; non si può semplicemente
decidere di escluderne una. (Anche se quando ti trovi di fronte a questa
situazione, puoi disporre il gruppo in modo che lo spettatore veda uno
più tre invece di quattro).
Composizione triangolare nella composizione in fotografia
Nella prima parte dell’articolo, ho parlato dell’uso delle forme per comporre le vostre immagini.
Ma
sapevate che la forma più popolare nella composizione è il triangolo?
Puoi creare triangoli con pose nei ritratti, montagne in un paesaggio, o
un campanile durante i tuoi viaggi.
Tuttavia, se vuoi alzare un po’ di più il livello di compessità , puoi usare i triangoli dorati.
Questa tecnica di composizione divide la cornice prima con una linea
che collega un angolo con quello opposto, poi aggiunge due linee più
piccole che escono da ciascuno degli angoli rimanenti.
Idealmente,
dovresti mettere gli elementi più importanti della composizione dove le
linee si intersecano. Per ottenere questo, potresti dover inclinare la
tua macchina fotografica; questo è chiamato un angolo olandese (alias
l’inclinazione olandese, l’inclinazione tedesca o l’angolo di Batman).
Il rapporto aureo
è un termine matematico che è stato poi applicato all’arte e infine
alla fotografia. Equivale a 1,618, e ci sono due modi in cui può essere
applicato alla composizione fotografica:
Come una griglia o come una spirale.
La griglia d’oro (alias la griglia Phi)
La griglia Phi divide l’inquadratura in nove blocchi, proprio come le regole dei terzi.
Tuttavia,
questa griglia non segue un rapporto 1:1:1 – il che significa che i
blocchi non sono della stessa dimensione. Invece, la griglia è
1:0.618:1, quindi si ottengono blocchi più piccoli verso il centro, come
questo:
Per allenare il tuo occhio, puoi stampare o disegnare una spirale d’oro, poi usarla per studiare le fotografie di Irving Penn o Henri Cartier-Bresson, che hanno entrambi usato la spirale d’oro per ottenere risultati sorprendenti.
Per un'ulteriore comprensione delle regole, ti invito a guardare questo video in cui le regole della composizione sono spiegate attraverso le foto di un grande fotografo come Steve McCurry
Queste sono solo alcune delle regole fondamentali della composizione, ma
come dicevamo all'inizio del nostro articolo, creare l'inquadratura
giusta richiede anche una buona dose di creatività e soprattutto un
progetto che nasce dalla volontà di raccontare una storia o trasmettere
un messaggio. Per chi volesse approfondire l'argomento, segnaliamo
alcune letture che speriamo possano esservi d'aiuto a liberare il vostro
estro creativo:
Come posso enfatizzare il mio soggetto? Per
enfatizzare un elemento nella tua fotografia, devi attirare
l’attenzione dell’osservatore su di esso. Puoi usare tecniche di
composizione, come le linee guida, per ottenere questo risultato.
La regola dei terzi è la regola di composizione più importante nella fotografia? No,
le regole della composizione non hanno una gerarchia. Invece, le regole
funzionano meglio in situazioni diverse, e la tecnica migliore per una
fotografia può essere sbagliata per quella successiva.
Posso migliorare la mia composizione fotografando con uno smartphone? Sì,
queste regole si applicano a tutti i tipi di fotografia, compresi i
cellulari e i video. Se vuoi un aiuto per iniziare, la maggior parte dei
cellulari con fotocamera hanno una griglia che segue la regola dei
terzi. Puoi attivarla/disattivarla nella sezione delle impostazioni. In
alternativa, puoi installare un’app per fotocamera che supporta diversi
tipi di griglie (come A Better Camera).
Come posso migliorare la mia composizione in Lightroom? Puoi
usare le sovrapposizioni di Lightroom per migliorare le composizioni
delle tue foto. Per usarle, seleziona lo strumento Crop dal pannello
Develop. Assicurati che la sovrapposizione sia abilitata. Poi premi il
tasto “O” per passare da una sovrapposizione all’altra.
Posso infrangere le regole della composizione? Assolutamente!
Anche se alcune di esse sono chiamate regole, sono solo linee guida,
strumenti e tecniche per aiutarvi a raggiungere risultati migliori. C’è
sempre flessibilità per sperimentare. Però è importante conoscere le
regole prima di infrangerle!
Hai mai sentito parlare di
riprova sociale? Si tratta di uno dei bias cognitivi più conosciuti e
sfruttati dalle aziende nelle loro strategie di marketing ed è il meccanismo psicologico che porta l’uomo, per istinto, a cercare conferma delle sue azioni nelle scelte dei suoi simili.
Come si declina questo meccanismo psicologico nell’Email Marketing? Semplice, con le recensioni.
Le
recensioni sono una delle armi più potenti per convincere il potenziale
cliente a finalizzare un acquisto: non c’è infatti nulla di più
efficace che una serie di testimonianze positive da parte di altri
utenti per persuadere un utente della validità e convenienza di un
prodotto.
Se il destinatario che legge le tue email con vetrine
di prodotti visualizza sin dal messaggio i voti e commenti positivi di
altri clienti sarà molto più invogliato a cliccare sulla CTA e
completare la conversione.
Quindi che aspetti? Leggi tutti i
nostri consigli su come aggiungere le recensioni alle tue email e prendi
spunto da alcuni esempi pratici che abbiamo selezionato per te.
Tipologie di recensioni
Recensioni di prodotto
Sono
le recensioni per eccellenza, quelle lasciate dagli utenti come
commento alla qualità e affidabilità di un prodotto acquistato e
provato. Si tratta quindi di commenti mirati a ciò che la tua azienda vende
e non al valore del tuo brand. Tuttavia, pur non essendo indirizzati
direttamente al tuo brand, questi commenti influenzano direttamente la
fiducia che il pubblico ripone nei tuoi confronti, e, quindi, le tue
stesse vendite.
Esperienza cliente
Questa tipologia di
recensione è invece più generica e relativa alla qualità del tuo lavoro a
360 gradi: dalla struttura del tuo ecommerce (che può agevolare o
ostacolare un’esperienza di acquisto dell’utente), al tuo team di
supporto clienti, dall’organizzazione dei tuoi magazzini alle tue
velocità di consegna, dalla tua prontezza di risposta alla qualità di
ciò che vendi.
Sono queste, quindi, le recensioni che vanno a intaccare in modo diretto la tua reputazione come azienda e il rapporto di fiducia con i tuoi clienti e lead.
Ora vediamo come inserire le recensioni nelle varie tipologie di email.
Email di benvenuto
Le email di benvenuto hanno
lo scopo di presentarti all’utente appena iscritto e mostrargli quali
sono le tue Unique Selling Propositions, i valori del tuo brand e i
prodotti di punta.
Includere delle recensioni come argomento
correlato all’email (senza togliere spazio alla presentazione del tuo
brand) è un ottimo modo per:
mostrare ai nuovi iscritti che i tuoi prodotti/servizi sono apprezzati ed efficaci
provare che la fiducia che i nuovi utenti hanno riposto in te con l’iscrizione è ben riposta, attraverso l’esempio di altre esperienze utente
incrementare la tua brand reputation, dando prova di garanzia e fiducia in ciò che vendi
Email di recupero carrello
Le email di recupero carrello
abbandonato nascono proprio con l’obiettivo di invitare l’utente che ha
già espresso un interesse a concretizzarlo finalizzando l’acquisto. Inserire
all’interno del messaggio le recensioni di utenti che hanno acquistato
il prodotto di interesse dell’utente è uno strumento estremamente
efficace per stimolare il destinatario e facilitare l’acquisto.
Vedere
che altri utenti hanno apprezzato quel prodotto aiuterà infatti il tuo
potenziale cliente a completare la conversione. Difficile infatti
resistere all’impulso di acquistare quando tutti consigliano proprio ciò
che desideri.
Lancio di prodotto o servizio
Se stai lanciando un nuovo
prodotto, servizio, programma o iniziativa, inserire delle testimonianze
da parte della tua community può aiutarti ad aumentare il senso di fiducia e qualità del tuo brand e a presentare le tue novità con maggiore efficacia.
Ricorda
in questo caso di utilizzare le recensioni come elemento accessorio,
evitando che rubino spazio e attenzione all’elemento principale del
messaggio, ovvero il tuo nuovo lancio. Questo esempio di Duolingo può aiutarti a capire come posizionare in modo ottimale le recensioni in questa tipologia di email:
Usa la recensione come titolo
In questo esempio, Everlane decide, con un tocco in più di creatività , di sostituire il titolo nella parte above the fold con una recensione. Una strategia che catalizza tutta l’attenzione visiva del destinatario proprio sul commento con cui inizia il messaggio.
Un’altra
tipologia di messaggio che ben si presta all’aggiunta di recensioni per
aumentare le vendite è la classica vetrina di prodotti e servizi del
brand.
Invece che presentare semplicemente questi ultimi con un
carosello di immagini e i relativi prezzi, puoi optare per una
declinazione più originale, presentandoli con le relative recensioni o
con i punteggi ottenuti dalle valutazioni dei clienti che li hanno
acquistati, come in questo caso:
Questo aiuterà non solo a incrementare le potenzialità di vendita, ma
servirà anche per presentare al tuo destinatario la gamma di prodotti e
servizi che la tua azienda offre, facendo pubblicità a contenuti di cui
magari non era al corrente.
Offrire suggerimenti
Un altro modo per inserire le recensioni nelle tue campagne, è quello di basarti su precedenti acquisti da parte del cliente per suggerire prodotti o servizi simili che potrebbero interessargli.
Abbinare a questi suggerimenti una recensione, può servire a rendere
ancora più persuasivo il tuo suggerimento e a convincere l’utente che
quel suggerimento è effettivamente valido.
Questo è un ottimo
modo per fare cross-selling e indirizzare l’utente verso altri tuoi
prodotti, combinando l’analisi delle sue preferenze di acquisto con le
revisioni lasciate dalla tua community, come mostra bene questo
esempio:
Non dimenticare di chiedere un feedback
Affrontiamo
questo aspetto come conclusione all’articolo, ma in realtà , a livello
cronologico, inviare un’email per chiedere una recensione sull’acquisto è
il punto di partenza per raccogliere tutti quei commenti che ti
permetteranno di inviare in seguito gli esempi appena descritti.
Come si invia un’email per richiedere una recensione? Il segreto è:
– utilizza una leva efficace per convincere l’utente a recensire il tuo prodotto. Che
sia un codice sconto sul prossimo acquisto, una frase come “la tua
esperienza per noi è importante” o ancora “la tua opinione può essere
d’aiuto ad altri utenti” o, ancora, una promozione che introdurrai dopo
aver raccolto un certo numero di feedback, l’importante è trovare il
modo per convincere il tuo cliente a fornire un suo commento o una
votazione.
Ultimo consiglio: rendi il processo di recensione semplice, lineare e veloce, per evitare che gli utenti si stanchino di attendere e siano invogliati anche in futuro a lasciare un loro commento.
Un lead magnet è una risorsa, un prodotto o un servizio gratuito
(come un eBook o una prova gratuita) a cui gli utenti che visitano un
sito possono accedere compilando un form con alcuni dati personali e di
contatto (come il nome e l'indirizzo email).
Le aziende possono proporre queste risorse sul proprio sito web: l’utente quando entra all’interno del sito può ritrovarsi delle schermate pop-up oppure dei banner con delle call to action che richiamano l’attenzione verso la risorsa da scaricare.
I lead magnet possono però essere proposti anche tramite campagne pubblicitarie portate avanti sui social,
sfruttando per esempio gli annunci sponsorizzati di Facebook che
indirizzano l’utente a una pagina del sito che contiene il modulo da
compilare per accedere alla risorsa.
Le call to action degli elementi grafici (come alcuni bottoni)
vengono generalmente accompagnate da frasi particolarmente accattivanti,
ideate per invogliare gli utenti a scaricare la risorsa messa a
disposizione, in cambio di alcuni dati personali. Questi dati vengono
aggiunti al database dell’azienda che inserisce i potenziali clienti
all’interno del funnel di vendita, procedendo poi con diversi contatti progressivi pensati per guidarli verso l’acquisto.
Tipologie ed esempi di lead magnet
A seconda del professionista, dell’azienda e/o del tipo di attivitÃ
che si svolge, è possibile ricorrere a tante tipologie di lead magnet.
Tra quelli più diffusi vi sono gli eBook e i white paper. Esperti appartenenti ai più diversi ambiti possono sfruttare questi lead magnet per proporre agli utenti contenuti esclusivi con consigli, guide e checklist su molteplici argomenti.
Le imprese, invece, possono usare nel proprio mercato di riferimento le
conoscenze e i dati che hanno a disposizione per creare, per esempio, report che riguardano trend e tendenze.
I lead magnet possono anche assumere la forma di video o audio: si pensi a tal proposito alla realizzazione di corsi online gratuiti, webinar, podcast dedicati ai temi che riguardano la propria attività e che possono offrire una risposta a bisogni, domande o esigenze del target che si vuole raggiungere.
Oltre alla possibilità di scaricare dei contenuti digitali o accedere
a video esclusivi, le imprese e i professionisti possono eventualmente
proporre delle consulenze gratuite.
Vi sono, inoltre, altri esempi di lead magnet come quiz e test
che offrono agli utenti la possibilità di ottenere delle valutazioni:
volendo procedere con un esempio concreto, recandosi sul sito di Karmen
Kendrick Creative, azienda che offre servizi di manutenzione di siti in
WordPress, è possibile effettuare un quiz per testare le proprie
competenza nell’utilizzo della piattaforma in questione.
Pensando invece a come gli ecommerce potrebbero sfruttare i lead magnet per ottenere dei contatti, è possibile far riferimento a coupon di sconto, messi a disposizione per alcuni prodotti da acquistare, o anche alla possibilità di ottenere spese di spedizione gratuite.
Le imprese che si occupano di software o della vendita di tool potrebbero invece proporre prove gratuite di strumenti online o anche delle demo che consentano di utilizzare, anche se in maniera limitata, il prodotto in questione in cambio di alcuni dati.
Prima di sviluppare un lead magnet è importante concentrarsi su alcuni aspetti chiave. Innanzitutto, bisogna soffermarsi sull’offerta,
ossia sulle caratteristiche del prodotto o del servizio principale che
l’azienda vuole vendere. Successivamente è necessario chiedersi che
tipologia di clienti potrebbero ottenere più vantaggi dall’offerta
principale, concentrandosi dunque sul target:
l’obiettivo del lead magnet infatti è quello di offrire qualcosa che la
propria audience possa scambiare con i propri dati. Infine, bisogna
identificare quali sono i principali benefici che il target può ottenere
da quest’offerta (andando così a definire la value proposition).
È opportuno sottolineare che vi sono alcune caratteristiche fondamentali che tendono a rendere il lead magnet più efficace. Come fatto notare in precedenza, deve trattarsi di una risorsa fornita in maniera gratuita; deve essere in qualche modo riconducibile all’azienda e al relativo core business, rimandando se possibile al prodotto o servizio principale del brand . Inoltre, deve essere facilmente fruibile
dagli utenti, richiedendo il minor investimento di tempo possibile (per
questo potrebbe essere utile rendere i moduli brevi e facili da
compilare).
Un lead magnet di valore deve inoltre offrire una risposta o una soluzione concreta a un problema o bisogno specifico: bisogna per questo aggiornare
periodicamente i contenuti proposti assicurandosi che i materiali non
diventino obsoleti. È opportuno inoltre che si tratti di una risorsa o di una proposta esclusiva, ossia non accessibili al pubblico in generale, dando agli utenti un incentivo a lasciare i propri dati.
In effetti, oramai da anni, viviamo nell’era delle e-mail,
che sono uno strumento pratico ed economico. Eppure la posta
elettronica non ha ucciso il direct mailing. Anzi: cercare clienti via
corrispondenza cartacea è un’attività che gode tuttora di buona salute.
Insomma: per molti versi, una lettera commerciale
rappresenta ancora un modo professionale e, tutto sommato, poco invasivo
di presentare la propria azienda o attività . Ecco dunque che le lettere
commerciali rimangono una delle armi più efficaci a disposizione delle
divisioni marketing e vendite. E dei titolari di qualunque business.
Detto ciò, possiamo tornare alla nostra domanda iniziale: come bisogna scrivere una lettera commerciale che vende?
Una premessa: fa un’analisi di marketing preliminare
Prima di spiegarti come redigere una lettera commerciale che ti fa
trovare clienti, devo parlarti di una cosa. Si tratta di un elemento
importante. Ed è questo: prima della comunicazione, viene sempre il marketing.
E cioè? Vado al sodo: mai tuffarsi nella scrittura di una lettera di
vendita se prima non si è riflettuto sull’identità della propria azienda
e su quella delle aziende concorrenti.
Che cosa significa questo, in pratica? Che la lettera la scriva tu
oppure la scriva un copywriter professionista, è fondamentale stabilire chi è la tua azienda,
quali sono le sue differenze rispetto alla concorrenza e, di riflesso,
come deve presentarsi per valorizzare la sua offerta commerciale.
Questo è un errore davvero grave, che fa fallire il tuo mailing
cartaceo. Devi evitarlo. Come? Rifletti sull’identità della tua azienda,
prendi nota di ciò chedifferenzia la tua offerta da quella dei concorrenti.
Solo così la tua comunicazione partirà dalle giuste premesse.
Altrimenti, ti ritrovi a scrivere una lettera commerciale in buon
italiano, ma nulla più. Peccato però che il tuo obiettivo sia quello di
vendere...
La strategia di comunicazione
Prima d’iniziare a scrivere una lettera commerciale, occorre che tu ti ponga queste tre domande:
Una volta che hai individuato il tuo target, devi studiarlo nei
dettagli. Che tu comunichi a una sola persona o a migliaia di individui,
devi sempre fare questo: scovare più informazioni possibili
sul tuo destinatario. Devi cioè trovare più informazioni che puoi sia
sulle aziende a cui scrivi che sulle persone che riceveranno la tua
comunicazione cartacea.
Informarti su un’azienda significa, per esempio, studiare come essa
comunica. Informarti su una persona significa invece cercare sia informazioni personali
– età , sesso, abitudini, titolo di studio ecc. – sia lavorative –
posizione in azienda, anzianità di servizio, livello di autonomia
decisionale ecc.
Tutto ciò è faticoso, lo so, ma è indispensabile per scrivere una lettera commerciale
mirata. Come ho già detto: le lettere buone per tutti non funzionano.
Infatti, la comunicazione efficace – che è la sola capace di influenzare
le scelte altrui – è sempre ritagliata su un destinatario specifico.
Il secondo punto è meno scontato di quanto si creda. In effetti, non è detto che l’obiettivo di una lettera commerciale
sia sempre la vendita. Per esempio, si può scrivere una lettera
commerciale per fare brand awareness, per proporre una partnership, per
raccogliere dati sul proprio mercato. In linea di massima, una sales
letter è addirittura più efficace se propone un appuntamento che non una
vendita diretta. È perciò fondamentale che tu individui in modo preciso
qual è l’obiettivo della tua comunicazione.
Terzo punto. Scelto il target e l’obiettivo della tua lettera commerciale, è necessario che tu definisca con esattezza quale azione
vuoi che il destinatario compia. La sua reazione dovrà essere un ordine
del tuo prodotto? Oppure visitare il tuo sito web? Oppure vuoi che
richieda maggiori informazioni su una tua promozione?
Avere le idee chiare su che azione vuoi far compiere al
destinatario è davvero fondamentale: ti aiuterà a scrivere una lettera
commerciale con un messaggio e una call to action efficaci sul serio.
Consigli per una comunicazione che fa vendere
Siamo così arrivati al momento in cui parlare di scrittura di lettere commerciali in maniera prettamente operativa. Da qui in avanti ti parlerò di che cosa devi fare se vuoi scrivere sales letter che sfruttano il potere della scrittura che fa vendere. A tal riguardo, vorrei indicarti alcuni aspetti da tener sempre presenti nella redazione di una missiva:
Scrivere una lettera commerciale
autoreferenziale significa perdere tempo (e soldi). Concentrati invece
sui benefici per il lettore. Per esempio, spiegagli quanto denaro
risparmierà se sceglierà te, quanto più produttiva diventerà la sua
azienda, quanto tempo potrà guadagnare grazie ai tuoi servizi o
prodotti.
Insomma: scrivere una lettera commerciale significa calarsi nei panni del lettore per soddisfare le sue esigenze. Ripeto: le sue.
Dì’ subito la cosa più importante
Per scrivere una lettera commerciale efficace, usa il metodo della piramide rovesciata (ne parleremo in un prossimo articolo, promesso!). Cioè: vai subito al sodo, dici subito quali sono i vantaggi che offri. Usa il resto della lettera per giustificare la bontà della tua proposta.
Sii breve
Tutte le aziende cercano di ottenere visibilità . Perciò, è verosimile
che tu non sia l’unico al mondo a scrivere lettere commerciali.
Inoltre, il tuo lettore ha in genere poco tempo da dedicarti. Spesso, si
tratta solo di qualche secondo. Quindi, è importante che tu vada subito al nocciolo
nella tua comunicazione. Dici al potenziale cliente che cosa gli offri,
che cosa ci guadagna e come deve fare per sfruttare l’occasione.
Usa un tono formale
Scrivere una lettera commerciale con un tono amichevole è sbagliato. O
meglio: funziona solo in determinate e particolari circostanze. Per
capirci: nelle tue sales letter cartacee non puoi usare i toni dei
venditori americani, quelli del tipo: “Diventa ricco in 3 giorni!
Sfrutta ora questo imperdibile regalo che ti darà la felicità !”.
In Italia non funziona così. Perciò, usa un tono più formale nei
confronti del lettore. Formale non significa baroccamente pomposo.
Significa rispettoso, professionale, credibile. Ricorda che se scrivi
una lettera commerciale a una persona devi usare il lei, se la scrivi a
un’azienda devi usare il voi.
Cura la struttura testuale
È curioso come molte delle regole del web writing
si possano usare anche per scrivere una lettera commerciale. In
sostanza: nessun muro di testo ma brevi paragrafi separati da spazi
vuoti, uso di grassetto a sottolineare i concetti importanti, uso di
elenchi. Insomma: crea una struttura testuale dalla grafica pulita,
ben leggibile. Nelle lettere commerciali, la struttura è parte
integrante del messaggio che vuoi comunicare ai potenziali clienti.
Scrivi in italiano perfetto
Qui c’è veramente poco da dire: niente errori di ortografia, grammatica, sintassi. Ti accorgi che c’è un refuso nella lettera? Nessuna correzione a mano: ristampa il foglio.
Inserisci foto di gente sorridente
Se nella tua lettera commerciale pensi d’inserire una foto, ecco
quella ideale: persone sorridenti. Se guardano o usano il tuo prodotto,
meglio ancora.
Usa le call to action
L’obiettivo finale di una lettera commerciale è spingere il lettore
all’azione, che molto spesso è la richiesta di un tuo contatto (o di
quello di un tuo venditore). Perciò, la tua lettera deve terminare con
una call to action efficace. Molto meglio se la call to
action della sales letter è valida per un ristretto periodo temporale,
per esempio: “Scade entro 30 giorni!”. Questo per mettere fretta al
potenziale cliente, evitando che accantoni la sales letter e che se ne
dimentichi
La struttura della lettera
Dunque, qual è la struttura di una lettera commerciale che vende? Come vanno disposti in essa i contenuti e la grafica?
Una premessa anche qui. Non esiste una struttura base per scrivere una lettera
commerciale: tutti propongono le proprie varianti. Se fai un giro sul
web, te ne accorgerai: ognuno ha la sua idea di struttura per
una lettera commerciale. E anch’io ce l’ho. La mia proposta si basa su quelle che sono le mie esperienze professionali e su un po’ di buonsenso.
1. Intestazione: il mittente
L’intestazione delle tue lettere commerciali deve
contenere i dati del mittente, in alto a sinistra. Cioè: il logo della
tua azienda e il suo nome, l’indirizzo, il numero di telefono e fax, un
indirizzo e-mail e l’indirizzo del sito web aziendale. Per esempio:
NOME AZIENDA
NOME VIA, NUMERO CIVICO
TELEFONO – FAX
E-MAIL
SITO WEB
2. Intestazione: il destinatario
Nello scrivere una lettera commerciale, i dati del destinatario vanno in alto a destra. Ecco un esempio:
Spett.le NOME AZIENDA
Alla c.a. del Dott. NOME PERSONA
NOME VIA, NUMERO CIVICO
CAP CITTÀ (PROVINCIA)
3. Intestazione: luogo e data
Nelle lettere commerciali, la data si mette in alto a
destra, sotto i dati del destinatario. Il giorno si scrive in numero,
il mese in lettere – è più elegante – e con la lettera iniziale
minuscolo, l’anno in numero. Prima della data bisogna inserire il luogo.
Luogo e data devono essere separati dalla virgola.
Anche qui: educazione ma nessuna pomposità barocca. La formula che preferisco io è: “Grazie dell’attenzione e cordiali saluti”.
7. L’antefirma
L’antefirma precede la firma vera e propria ed è
costituita dal nome della tua azienda, dal tuo nome e dalla tua carica.
Va inserita alla fine del corpo della lettera commerciale. Un esempio:
NOME AZIENDA MITTENTE
TITOLO E NOME MITTENTE
CARICA MITTENTE
8. La firma
Nelle lettere commerciali, la firma va inserita in fondo a destra. È elegante che, sotto la firma, tra parentesi, siano stampati il nome e cognome del mittente.
9. Post scriptum
Il post scriptum è classicamente un’aggiunta alla
lettera (il famoso PS), dopo averla già terminata e firmata. Va perciò
inserito in fondo alla comunicazione. La sua funzione è quella di
enfatizzare un’idea già espressa nel testo, rilanciandola. Nello
scrivere una lettera commerciale, il post scriptum è un ottimo posto per
ribadire la propria offerta, portando enfasi sul beneficio principale
per il potenziale cliente. Tra l’altro, il PS attira con forza
l’attenzione delle persone: spesso, ciò che non è riuscito a fare la
sales letter può farlo il suo PS!
10. Gli allegati
Gli allegati sono documenti aggiuntivi, correlati
agli argomenti della lettera commerciale. Per indicare la presenza di un
allegato, si aggiunge l’abbreviazione All., in fondo a sinistra, seguita dal numero di pagina dell’allegato.
Ecco, queste sono le indicazioni per redigere lettere commerciali che ti aiutano realmente a vendere i tuoi prodotti o servizi. Ma prima di chiudere questo lungo articolo su come scrivere una lettera commerciale efficace, c'è spazio per qualche altro spunto o consiglio... quindi...
Ed eccoci a un secondo spunto. In linea di massima, scrivere una
lettera commerciale (o meglio: una sequenza di lettere commerciali)
significa che devi aspettarti una risposta intorno al 2-3%.
Sì, lo so: le sales letter non fanno miracoli, ma quel numero cresce
sicuramente se ti affidi a qualcuno che conosce il copywriting
persuasivo. Noi della Insight Agency, ci occupiamo di marketing e direct marketing da oltre 15 anni, comunicare in modo efficace, non solo è il nostro lavoro, ma è la nostra passione. Non esitare a contattarci, se hai bisogno di una consulenza gratuita.
Un altro suggerimento, che spesso non è chiaro a chi ci contatta
chiedendoci di redigere una lettera di presentazione per la sua azienda o
business. Scrivere un testo che sia persuasivo è ovviamente
fondamentale. Così come è importantissimo individuare il nome del
decisore aziendale a cui spedire la lettera (volete evitare il filtro
delle segretarie, vero?). C’è però di più. Una gran parte delle
trattative commerciali nascono da una telefonata che segue la sequenza di lettere spedite.
Mi spiego meglio. Una parte delle trattative nasceranno dal fatto che
chi riceve la lettera vi contatterà (nel modo che gli avete indicato).
Questo è del resto ciò che vogliamo che succeda. Molti però non lo
faranno. D’altronde, non esiste una campagna di direct marketing postale che abbia il 100% di successo.
Obiettivo della street photography è svelare piccoli eventi
quotidiani nella vita dei singoli e della società . Contrariamente a
quanto ci si aspetterebbe, le immagini non devono contenere per forza
una strada… Possono invece essere “rubate” ovunque le persone si
raccolgano e abbiano comportamenti interessanti.
La fotografia di strada può regalare grandi soddisfazioni, ma
presenta anche qualche difficoltà . Soprattutto se si è alle prime armi.
Ecco 10 consigli per migliorare tecnica e stile, per immagini che
lascino il segno.
1 – L’attrezzatura
Riduciamo il kit all’osso per essere veloci e invisibili, partendo dal corpo macchina. Qualsiasi fotocamera può dare buoni risultati se la conosciamo e la troviamo comoda. I modelli più piccoli sono più discreti e pratici da usare a mano libera per lunghi periodi. Impariamo a memoria posizioni e funzioni di pulsanti, ghiere e menu per poter scattare al volo.
Per quanto riguarda le ottiche, gli obiettivi a focale fissa sui 35 o 50 mm sono piccoli e per nulla appariscenti
e hanno un angolo di campo simile a quello dell’occhio umano (intorno a
40 mm). Inoltre, è più facile arrivare a conoscere bene la resa di
un’ottica fissa e questo aspetto rende più intuitive messa a fuoco e
composizione.
Prima di metterci alla prova, aiuta prendere confidenza con i paradigmi classici e contemporanei della fotografia di strada.
Anche se conosciamo già la storia del genere, approfondiamo un po’ per capire dove si colloca la nostra opera. Studiamo i maestri e cerchiamo anche di ampliare le nostre competenze nei campi dell’arte contemporanea e dei media. Riferimenti e citazioni colte daranno i loro frutti quando saremo in cerca di idee e soggetti interessanti.
3 – Scegliamo il posto giusto
Le scene più dinamiche non sono prerogativa esclusiva delle aree metropolitane. Qualsiasi luogo pubblico può essere perfetto, se vibra di attività umana. Consideriamo
attrazioni turistiche, musei, mercati, spiagge… C’è spesso un momento
ideale per visitare ogni luogo. Una stazione è pazzescaall’ora di punta, un chiosco è pieno a pranzo e così via.
Nelle strade affollate, ricordiamo di muoverci contro il flusso delle persone,
in modo che i possibili soggetti si presentino frontali. Osserviamoli
da una certa distanza e scattiamo quando ci passano vicini.
4 – Street photography: non diamo nell’occhio
Per fortuna l’invisibilità non richiede super-poteri, solo un po’ di attenzione e buon senso. In termini di scatto, una buona tecnica è guardare oltre i soggetti quando in realtà li fotografiamo.
Se fingiamo di essere concentrati su altro, è molto probabile che non
si sentiranno allarmati dalla nostra presenza. Quando scattiamo immagini
di sconosciuti, è naturale per noi sentirci molto evidenti, ma anche i
timidi e gli introversi possono ottenere ottimi risultati. Cerchiamo di emanare sicurezza. Quando abbiamo l’aria di essere proprio dove dovremmo essere, è più facile essere farci ignorare.
Se all’inizio ci sentiamo davvero troppo a disagio,
manteniamo le distanze e lavoriamo su composizioni in cui abbia senso
che i soggetti appaiano piccoli. Non ci sono trucchi magici per superare la paura: continuiamo a provare!
5 – Impostiamo lo scatto
I sistemi esposimetrici se la cavano in genere molto bene, ma non affidiamoci completamente agli automatismi. Usiamo piuttosto una modalità semi-automatica.
Avremo il controllo e dimezzeremo il tempo di impostazione. Se sappiamo
che la nostra fotocamera ha difficoltà a gestire il contrasto elevato,
impostiamo una compensazione dell’esposizione: +1 se il soggetto è più
luminoso della media della scena, -1 se è più scuro.
La priorità di diaframma è indicata per le scene più generiche.
Impostiamo diaframma e ISO in accordo con le condizioni di luce. In una
giornata luminosa, partiamo da f/8 e ISO 400. Controlliamo che il tempo
sia più veloce di 1/200.
Priorità di tempo
La priorità di tempo è utile per aggiungere sfocatura di
movimento oppure quando la luce comincia a calare. Per persone o veicoli
in movimento, partiamo da 1/15 di secondo. Un tempo più lungo, abbinato
al panning, è ideale per soggetti più lenti.
6 – Catturiamo momenti spontanei
Le fotografie posate offrono splendidi ritratti, ma non
catturano la vera essenza di una persona quanto uno scatto spontaneo. Se
i soggetti sono diffidenti, possiamo provare a porre domande generiche
sulla giornata o a fare complimenti per come sono vestiti – qualsiasi
cosa faccia loro abbassare la guardia.
Alcuni ci staranno, altri no, non forziamo mai la situazione. La fotografia di strada è umanità e le emozioni sono la chiave dell’interesse. Le persone cambiano espressione di continuo. Un attimo sorridono, quello dopo corrugano la fronte. Il momento in cui scattiamo fa una profonda differenza.
7 – Fotografiamo con rapiditÃ
La velocità di esecuzione è l’essenza della fotografia di strada, ma
mettere a fuoco richiede tempo. Se esitiamo troppo, però, il momento
decisivo rischia di andare perso.
La teoria della messa a fuoco zonale prevede di
impostare l’obiettivo in manuale, mettere a fuoco su una data distanza e
scattare quando il soggetto passa nella zona nitida. È una tecnica utile quando scattiamo tenendo la fotocamera al fianco e non possiamo guardare nel mirino. Inoltre, ha il pregio di risultare invisibile e veloce.
Ci sono app gratuite che possono aiutarci a calcolare le distanze.
Cerchiamo nel nostro app store un calcolatore di profondità di campo.
La messa a fuoco zonale
Mettere a fuoco in anticipo permette di scattare con velocità e
precisione. Le ottiche più vecchie hanno indicatori specifici per
l’estensione della profondità di campo, che comunque è molto facile da
calcolare. Per determinarla e modificarla, dobbiamo conoscere la
lunghezza focale e il diaframma in uso e la distanza dal soggetto.
Impostiamo la fotocamera
Partiamo da diaframma f/8 o f/11. Potremo cambiare il valore se ci
accorgessimo che i risultati sono troppo scuri. Un’ottica fissa 50 mm
(meglio se con gli indicatori della distanza di fuoco) è la scelta
migliore. Impostiamo messa a fuoco manuale.
Calcoliamo le distanze
Se l’ottica offre indicatori di distanza, usiamo quelli. Se no,
usiamo un’app come DoFViewer. Inseriamo modello di fotocamera, lunghezza
focale, diaframma e distanza dal soggetto e l’app calcolerà i punti più
vicino e più lontano coperti dalla profondità di campo.
Posizioniamoci bene
Mettiamoci in un punto dal quale il soggetto cade entro la profonditÃ
di campo calcolata. Se desideriamo ampliarla, chiudiamo il diaframma,
ma ricordiamo di riaggiustare l’ottica e la nostra posizione di scatto.
Con i soggetti in movimento, scattiamo non appena entrano nella zona
nitida.
8 – Diamo rilievo ai dettagli
In nostri ritratti sembrano poco ispirati? Se ci capita, avviciniamoci e stringiamo le scene per potare all’attenzione dettagli ed elementi interessanti.
Le immagini di strada non devono per forza contenere esplicitamente
persone. Artefatti e oggetti che alludono a storie e comportamenti sono
documenti sociali altrettanto potenti.
Bianco e nero contrastato
L’assenza di colore può semplificare una scena complessa, dare carattere
e rendere protagonista una luce interessante. Il colore però ha forti
connotazioni emotive. Non usiamo un bianco e nero ruvido solo per
ricreare l’atmosfera di una foto classica. Piuttosto scattiamo in RAW e
decidiamo in fase di conversione.
Silhouette e ombre Le silhouette rendono teatrali le scene di strada,
soprattutto quando la composizione è molto semplice. Esponiamo per le
luci alte e lavoriamo in monocromia per vedere l’effetto. Inquadrare il
soggetto contro uno sfondo chiaro o luminoso enfatizza l’uso della
tecnica.
Riflessi Le superfici riflettenti sono diffuse negli ambienti
urbani. Vetrine, strutture di metallo e anche pozzanghere offrono lo
strumento perfetto per composizioni creative. I sistemi autofocus spesso
non riescono ad agganciare i riflessi, nel caso procediamo in manuale.
Vetrine Le vetrine sono barriere fisiche che facilitano la cattura di
soggetti davvero del tutto inconsapevoli e, in più, aggiungono una
prospettiva nuova alle immagini. Scattiamo dall’interno o dall’esterno:
cambiamo posizione e vediamo cosa otteniamo. Includiamo anche insegne,
grafiche e riflessi.
10 – Cogliamo l’attimo
Alba e tramonto sono di norma associati ai paesaggi, ma inserire una luce naturale dinamica ha un bell’impatto anche sugli scatti di strada. Una lama di sole o un’ombra ben definita possono trasformare un’immagine altrimenti scialba. Le diverse ore del giorno portano allo scoperto anche personaggi particolari, come nottambuli che tornano da una notte brava, pendolari o lavoratori del turno di notte.