Quando si parla di comunicazione, spesso si scindono in modo netto le varie parti di un messaggio: da una parte il testo, dall’altra immagini/grafiche/video, in un altro cassetto il momento in cui si trova chi comunica e in un altro ancora il mondo di chi quel pezzo di comunicazione lo riceve.
Eppure le cose non sono così semplici e oggi andiamo ad affrontare il rapporto fra testo e contesto su Instagram. Che detto così sembra non voler dire nulla, quindi partiamo dal definire il concetto di contesto e lo facciamo con la definizione che ne dà Annamaria Testa in Farsi Capire.
Il contesto è ciò che comincia dove finisce quello che abbiamo deciso di considerare “testo”
Quindi dentro al contesto ci sono un sacco di cose, o meglio la parola contesto comprende tanti aspetti differenti. Vediamo quelli che si applicano meglio a Instagram.
Qui abbiamo 3 aree di contesto principali:
- Il contesto legato al clima, alla moda e alle abitudini del tuo pubblico e del pubblico in generale
- Il contesto legato al mezzo tecnico e in particolare al fatto che su Instagram prevalgono le immagini
- Il tuo contesto, quello legato alla tua vita e alla tua umanità.
Il tuo contesto
Lo dico in continuazione, ma ancora è necessario insistere: il te professionista è una cosa sola con il te extra-lavoro. Per un professionista, un artigiano, un commerciante, è impensabile scindere la personalità dal brand.
Ecco perché, ad esempio, parlo degli archetipi di personalità e non di archetipi di brand quando creo le strategie per i miei clienti: perché un conto è un brand aziendale per cui si può decidere a tavolino un posizionamento completamente diverso dalle personalità che lavorano per il brand stesso, ma ben diverso è riuscire a scindere la propria identità da quella del proprio lavoro quando trattiamo la comunicazione di un’imprenditore che mette tutta la sua anima, i suoi sogni e le sue energie al servizio del suo progetto.
Ed ecco perché il tuo contesto di vita, inteso come avvenimenti, relazioni, emozioni, è importantissimo quando comunichiamo.
Se questo vale in generale, vale ancora di più su Instagram dove un eventuale scollamento fra ciò che mettiamo online e come ci sentiamo emerge su più livelli: quello delle parole (fidati, se sei di pessimo umore o stanco traspare subito dalle parole che scrivi), quello delle immagini (e anche qui ricorda che sei triste scatterai spesso foto tristi) e quello dei video.
Quando parlo di video ti parlo anche di videostorie: tutte pensiamo che non impattino troppo visto che dopo 24 ore spariscono, ma un video dice tantissimo di te e ti rende molto trasparente, quindi anche qui il contesto conta tanto.
CONSIGLIO 1
Scrivi i tuoi testi e scatta le tue foto quando sei di umore positivo, quando il lavoro ti porta gioia e senti di poter trasmettere entusiasmo al tuo pubblico.
E se vuoi fare storie parlate evita i momenti in cui molleresti tutto per aprire un Tiki Bar alle Seychelles, altrimenti perderai credibilità.
Il contesto del pubblico
Su Instagram, come su ogni altro canale, devi sapere con chi hai a che fare. Insomma, devi conoscere il tuo pubblico.
Questo significa che devi sapere nello specifico chi ti segue, conoscere il loro modo di pensare, quello che fanno giorno per giorno, i loro doveri, le loro passioni. Devi capire qual è il loro contesto personale e i loro schemi mentali per poter poi identificarne i bisogni non solo a livello di prodotti e servizi che puoi offrire, ma anche dei contenuti utili alle persone che ti seguono che così capiranno quanto puoi aiutarle.
Ma oltre al tuo pubblico specifico ci sono le mode, i riti, le abitudini di quella che è a tutti gli effetti una tribù sociale: gli utenti di Instagram (ma anche la sottotribù a cui appartieni).
Qui devi fare una scelta: vuoi conformarti ai riti della tribù per essere accettato e assecondare i ritmi del pubblico o distaccartene per differenziarti?
Io, ad esempio, se leggo di nuovo “Dire che sei a … senza dirmi che sei a…” o robe simili credo che potrei urlare. E devo seriamente tenere a freno la mano che accarezza il machete ogni volta che qualcuno in un reel schiocca le dita per far apparire una parola. Ecco perché non ne faccio mai.
CONSIGLIO 2
Attento all’effetto fotocopia quando decidi di seguire le mode del momento: l’effetto fotocopia è sempre in agguato e la tua personalità verrà schiacciata.
Il contesto del mezzo
Se il contesto è tutto ciò che non è testo, le immagini che postiamo su Instagram sono senza dubbio il contesto per eccellenza di ogni contenuto che metti online.
Non entro del merito di “quale tipo di immagine funziona di più su Instagram” perché credo sia, per dirla alla francese, un’assoluta minchiata, ma c’è sicuramente un ragionamento che vale la pena fare ovvero se sei parte del #teamcoerenza o del #teamdissonanza.
Dicesi #TEAMCOERENZA quello a cui appartengo io: le immagini devono avere attinenza con il testo che le accompagna in modo da creare un continuum logico in cui l’immagine rafforza il concetto espresso dalla caption permettendo a chi legge di richiamarlo alla mente più facilmente, soprattutto in presenza di altre immagini simili.
Dicesi #TEAMDISSONANZA quello di chi è più legato allo stile dell’immagine (palette, filtro, coerenza complessiva del profilo) più che al continuum concettuale. Fanno parte di questo team, per fare un esempio, tutte le persone che alternano selfie ad altri tipi di immagine (ad esempio un paesaggio) ma che nel testo abbinato parlano di temi non strettamente legati a sè.
Come sempre non c’è un giusto e uno sbagliato, sono semplicemente scelte che devi fare e che, la maggior parte delle volte, vengono naturali perché legate al nostro modo di vivere la realtà.
CONSIGLIO 3
Per il #TEAMCOERENZA: attenzione a non diventare troppo didascalico e descrittivo nell’abbinamento foto-testo; il rischio è di diventare noioso e pedante.
Per il #TEAMDISSONANZA: attenzione a non creare un eccessivo scollamento fra le aspettative del tuo pubblico e la realtà del testo; il rischio è che si aspettino Sir Arthur Conan Doyle e si ritrovino Groucho Marx.