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Come strutturare un testo e districarsi tra piramidi, clessidre e diamanti

 


Scrivere per il tuo business può essere difficile e soprattutto può darti poca soddisfazione se non conosci le tecniche giuste per strutturare un testo.

Perché diciamolo: se quello che scrivi non ti dà soddisfazione…che gusto c’è? Se quello che crei non rispecchia davvero il tuo stile e non fa trasparire il tuo messaggio non solo sarà un testo inutile, ma abbatterà la tua autostima e questo è da evitare assolutamente perché tu vali troppo per correre certi rischi!

Quindi andiamo a scoprire ben 4 modelli per strutturare un testo che sia efficace e piacevole da leggere, e che ovviamente assolva al suo scopo di promuovere la tua attività.

La piramide rovesciata

Questo è lo stile più classico di tutti, perché deriva dal giornalismo e dalla necessità di fornire un dato, informazione, un consiglio.

La struttura della piramide rovesciata è questa


 

In sostanza quando si sceglie questo stile si danno subito le informazioni più importanti per poi scendere nei dettagli e infine fornire forme di approfondimento.

Sono testi da cui si deve portare via qualcosa nel più breve tempo possibile.

La struttura delle 5 scatole

Questa struttura assomiglia molto a quella della retorica antica che era fatta da:

  • Exordium: è l’esordio, il momento in cui far dire loro «Cavolo, ne vale proprio la pena!»
  • Narratio: è l’esposizione dei fatti, per spiegare al pubblico perché deve darti ragione
  • Argumentatio: è l’argomentazione, la dimostrazione delle prove a sostegno della tesi e confutazione degli argomenti avversari
  • Peroratio: è l’epilogo, la conclusione del discorso, il momento in cui porti il tuo pubblico al massimo del pathos

Lo schema è praticamente identico, con pochissime variazioni

Il testo a clessidra

Per strutturare un testo, questo è il mio metodo preferito!

Non tutti i contenuti sono argomentativi, molti sono più narrativi, “morbidi“, coinvolgenti, ed ecco che arriva in nostro aiuto il testo a clessidra che parte da un fatto (o dall’esposizione di un bisogno esposto dai tuoi clienti), prende per mano il lettore e, attraverso una frase di transizione (es: “Ad esempio, voglio raccontarti cosa mi ha scritto via mail Enrico proprio su questo tema…”) lo accompagna a immergersi in un racconto coinvolgente che sostiene la tesi esposta.

La struttura a diamante

Anche questo tipo di testo è fortemente coinvolgente e fatto perché il lettore si perda nel percorso della narrazione.

Qui si parte dando subito l’informazione più importante per poi espanderla gradualmente arricchendola di dettagli e aneddoti, tirando poi, nella conclusione, le fila del discorso riprendendo la tesi e ribadendola.


 

Cosa puoi fare ora?

Ora cosa puoi tu? Corri subito a fare uno schema dei tuoi prossimi blogpost verificando quale di questi schemi è il più adatto, quello che ti sembra più efficace e ti piace di più.

 

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Negoziazione strategica: le 5 competenze necessarie

 


La negoziazione è un processo decisionale che consente di raggiungere un compromesso o un accordo evitando discussioni e controversie. Accade spesso, in una discussione, che una persona cerchi di imporre il proprio punto di vista, dimenticando che il successo non è dato dalla vittoria sugli altri ma nel riuscire a ottenere i propri obiettivi prefissati. Ognuno di noi ha degli obiettivi di grande importanza, a cui non vuole fare a meno. Il buon mediatore sa identificarli, trattare e proporre la giusta intesa. Ascolta, media, mette in accordo tutte le parti. Chiunque di noi può diventare un buon negoziatore.

Esistono varie forme di negoziazione che vengono utilizzate in base a diversi contesti e situazioni: vendita, acquisti, contesti giuridici, controversie, accordi con dipendenti, con colleghi, con partner, ecc. Sono poche nel mondo le persone che hanno capacità negoziali innate, tutti gli altri riescono ad apprenderle leggendo e studiando dei libri oppure grazie a corsi di negoziazione.

Le 5 competenze necessarie

Vuoi essere un ottimo negoziatore ed utilizzare al meglio le diverse metodologie di contrattazione? Il primo passo, come detto, è acquistare dei libri, come questo «Negoziazione. Strategie, strumenti, best practice» di Roy Lewicki e Bruce Barry, oppure partecipare a dei negotiation workshop, corsi di specializzazione grazie ai quali acquisisci know-how professionale e metodologie di applicazione. Ti viene insegnato come affrontare i diversi tipi di trattativa, a sviluppare le tue capacità comunicative ed inizi a mettere in pratica il corretto schema mentale volto alla conciliazione.

Ogni processo di negoziazione prevede cinque fasi, che allo stesso tempo rappresentano anche cinque competenze che ogni buon negoziatore dovrebbe possedere:

  1. Preparazione – Capacità organizzativa
  2. Discussione – Capacità comunicativa e assertività
  3. Negoziare verso un risultato win-win – Capacità nella conduzione e nelle trattative
  4. Accordo – Capacità di conciliazione
  5. Linea d'azione – Capacità di pianificazione


 1. Preparazione

Prima di qualsiasi negoziato, è importante decidere quando e dove si terrà l’incontro, chi vi parteciperà, il tempo a disposizione, gli obiettivi prefissati. Come in una battaglia, il generale parte avvantaggiato se conosce già luogo, uomini, disposizioni, tempi e strategie d’azione. In questa fase devi assicurarti che tutti i fatti pertinenti siano condivisi e ricordare ai partecipanti le "regole di gioco". Ne risulta che, devi essere una persona ben organizzata.

2. Discussione

In questa fase, ogni persona deve avere tempo a disposizione per esporre il proprio punto di vista. L’obiettivo è comprendere ogni punto di vista. Le abilità chiave di questa fase sono: saper fare domande, saper ascoltare, essere chiari e concisi. È utile prendere appunti nel caso nascano incomprensioni o siano necessari chiarimenti nel proseguo. È estremamente importante ascoltare, evitando di interrompere.

Dalla discussione devono uscire ben chiari gli obiettivi di tutte le parti in causa. È utile elencare questi fattori in ordine di priorità identificando anche i dettagli, in modo che non si verifichino malintesi per accordi successivi.

3. Negoziare verso un risultato win-win

Questa fase è molto delicata, si concentra su ciò che viene definito “risultato win-win" (in cui vincono entrambe le parti). L’obiettivo è ricercare una soluzione d’intesa comune, un punto d’incontro che concede alcuni obiettivi principali all’una e all’altra parte. Possono essere utilizzate anche strategie alternative e compromessi. In questa fase devi essere un buon comunicatore, chiaro, abile nel condurre le trattative, devi saper individuare e proporre i giusti punti di incontro. Inoltre, devi avere abilità di problem solving (risoluzione di problemi).

4. Accordo

È più facile arrivare ad un accordo se le parti hanno un atteggiamento propositivo e sanno ascoltare l’altro. Ogni tipo di accordo deve essere chiaro, ben spiegato e condiviso tra le parti. In questa fase devi saper mediare, non devi rimanere imparziale fino in fondo. Devi far avvicinare e armonizzare due pensieri che nascono opposti. Devi essere un vero conciliatore.

5. Linea d'azione

Dall'accordo ne deriva una linea d'azione, un programma che le parti dovranno seguire, magari a step o secondo una linea temporale precisa. In questa fase devi essere pragmatico, avere l’abilità di pianificazione e coordinamento. Devi essere un buon project manager. 

In caso di mancato accordo

Se il processo di negoziazione si interrompe e non si arriva ad un accordo, è necessario rinegoziare subito un'ulteriore incontro. In questo modo si evitano inutili discussioni e perdite di tempo. Nella riunione successiva, le fasi di negoziazione possono essere ripetute una ad una. Le singole situazioni dovrebbero essere riesaminate prendendo in considerazione nuove idee e ovviamente nuovi punti di incontro.
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Still life in esterni, esploriamo gli spazi

 

Usciamo e riappropriamoci degli spazi, con le nostre fotocamere al collo o in mano, per dedicarci alla fotografia di still life… in esterna.

Che cosa è uno still life

In fotografia,  usiamo l’espressione inglese still life per indicare un particolare genere che ritrae soggetti inanimati,  quello cioè che in pittura si può tradurre con “natura morta”.

Solitamente si tende ad accostare questa particolare tecnica a studi fotografici, a set precostruiti e a complessi schemi di illuminazione, sottovalutando invece che anche gli spazi aperti offrono numerosissimi spunti per cimentarsi con la fotografia di still life.

Se vuoi saperne di più sulla fotografia di still life, puoi trovare molto qui:

The Beginner’s Still Life Photography Guide  di Li Aihong (in inglese)

Still Life in Photography  di Paul Martineau (in inglese) 

 


I vantaggi della fotografia di still life

I soggetti non si muovono!

Questo ci regala un enorme vantaggio: abbiamo tutto il tempo per scegliere con calma le regolazioni della nostra fotocamera, controllare com’è illuminata la scena, comporre con attenzione e produrre scatti di qualità.

Nessuna fretta, per cui. Abbiamo tutto il tempo che ci serve. Usiamolo bene!

 


 

Città e still life

La differenza tra scattare still life in studio e scattarli invece  in esterni è tutta nella necessità di sapersi adattare e di imparare a guardarsi in giro.

Tutto ciò che circonda, se inquadrato con una certa creatività,  può trasformarsi in un soggetto fotogenico.

Luce ambiente e still life esterni

Fuori, dobbiamo inesorabilmente fare i conti con la luce ambiente disponibile,  dobbiamo imparare a sfruttarla al meglio, in modo da esaltare i nostri soggetti.

Questo ci dice che dobbiamo conoscere la luce molto bene, capire se è adatta allo scopo che ci proponiamo e, in caso contrario, cambiare le nostre intenzioni di scatto.

Non potendo piegare la luce al nostro volere, dobbiamo imparare a piegare il nostro volere alla luce.

Keep It Simple

Manteniamo le cose semplici, affidandoci ad inquadrature asciutte e componendo con estrema attenzione. Ecco una buona ricetta da seguire per ottenere risultati soddisfacenti.

Spesso, un oggetto basta e avanza. Ancora più spesso, anche soltanto una parte di un oggetto.

Impariamo ad evocare ed evitiamo di descrivere.

 


 

Forme geometriche e still life

Impariamo a ragionare in astratto e lasciamoci guidare dalle forme geometriche. Dove, ad esempio, un tombino smette di essere un tombino e diventa semplicemento un cerchio, assumendo così un suo significato estetico a prescindere da ciò che è nella realtà contingente.

Cerchiamo di isolare gli oggetti, estrapolandoli il più possibile dal contesto e trattandoli come veri e propri soggetti fotografici degni di rilievo, che si tratti di un cassonetto o di una porta, nel nostro scatto sono forme geometriche, colore e materia.

 


 

Sfruttiamo la materia, ricordandoci che la luce radente ne esalta le texture, questo ci deve suggerire che è meglio preferire scattare quando il sole è molto basso sull’orizzonte o a picco sul nostro soggetto.

Affidiamoci ad una profondità di campo ridotta, saprà rendere gli oggetti più comuni quasi magici, onirici. È quello che vogliamo, strapparli dalla realtà quotidiana e consegnarli ad un mondo completamente nuovo.

Cerchiamo i profili e facciamoli stagliare su fondi omogenei, questo ci dice che spesso ci toccherà abbassare il punto di ripresa o alzarlo, in modo da inquadrare il soggetto, isolandolo.

Come impostare la fotocamera

Come sempre, non esiste una modalità di scatto migliore di altre, se non quella nella quale ci troviamo maggiormente a nostro agio a scattare.

 


 

 Le due modalità di scatto  che consiglio sono manuale (M) e priorità di diaframma (Av). Nella prima disponiamo di tutta la flessibilità che ci può servire, nella seconda, invece impostiamo il diaframma – e quindi la profondità di campo che vogliamo usare – e lasciamo alla nostra fotocamera il compito di consigliarci il tempo di scatto, potremo sempre intervenire sull’esposizione compensando in positivo o in negativo.


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Fisheye: conosciamo un po' meglio questo speciale obiettivo



Il fisheye è indubbiamente l’obiettivo fotografico più particolare e “trasgressivo” che esista, ma anche il più difficile da usare e il più ingannevole.

Il fatto che offra un angolo di campo enorme trae spesso in inganno il fotografo e lo porta a usarlo in maniera errata, dando origine a fotografie abnormi e sgraziate.

Non surreali e creative, ma veri e propri “mostri” visivi. Scopriamone le caratteristiche, ma soprattutto come e dove usarlo a nostro vantaggio.

 


 La parola fisheye (scritta anche fish-eye) è inglese e significa “occhio di pesce”.

Osservando la lente frontale di uno di questi obiettivi, tondeggiante come l’occhio di un pesce, si comprende subito l’origine del nome.

La sua peculiarità sta nell’essere dotato di un angolo di campo smisurato rispetto ai colleghi: 180 gradi.

Questo vuol dire che se non si fa attenzione si rischia di trovarsi dentro all’inquadratura anche i propri piedi e la punta del cappello che si indossa!

Scherzi a parte, un angolo di campo di 180 gradi significa che, se disponiamo la macchina in terra e con piano pellicola parallelo al piano orizzontale, essa riuscirà a includere nell’inquadratura tutto quello che si trova attorno a partire dalla linea dell’orizzonte.

Da un lato questo è un vantaggio, ma dall’altro espone a parecchi rischi, come appunto il vedersi comparire nell’inquadratura elementi di disturbo oppure flare luminosi.

 

 

Tipi di fisheye

In commercio esistono due tipi di obiettivo fisheye:

  • rettangolare
  • circolare

Queste denominazioni non derivano (ovviamente) dalla forma dell’obiettivo stesso, che è sempre cilindrica, ma da quella dell’immagine che essi producono sul sensore (prima sulla pellicola).

 

Nel primo caso è rettangolare, con rapporto 3:2, nel secondo circolare. L’immagine circolare è naturalmente inserita sempre nel rettangolo del fotogramma classico, per cui lo vedremo contornato da un fondo completamente nero

 



Esteriormente il fisheye circolare è sempre privo di paraluce, per l’ovvio motivo che “vede” tutt’attorno fino al bordo.

Quello rettangolare è dotato invece di un paraluce, seppur molto ridotto, che si rivela prezioso per evitare l’ingresso di luce parassita e quindi la generazione di flare sulla foto.

Va anche detto che questo tipo di obiettivo è molto meno sensibile al problema della luce parassita e delle riflessioni interne, tant’è che ci si può fotografare il sole senza troppa paura di veder apparire strani bagliori.

Lunghezza focale

Le lunghezze focali dei fisheye variano tra 16mm e 6mm; quelle più comuni sono 16mm e 15mm per i rettangolari, 8mm e 6mm per i circolari.

Solitamente capita che questo generi delle confusioni, soprattutto tra i neofiti e i fotoamatori che si avvicinano per la prima volta al mondo curvilineo di questi fantastici obiettivi.

La confusione nasce dal fatto che siamo abituati a ragionare per focali e con esse distinguiamo le tipologie di obiettivi.

Dunque, un 50mm è un normale, al di sotto si entra nei grandangolari, poi sotto i 20mm nei super-grandangolari, che arrivano anche al 14mm e persino al mitico 13mm Nikon.

Alcuni pensano che solo scendendo sotto questo valore si abbiano i fisheye e vengono dunque spiazzati dall’apprendere dell’esistenza dei 15mm e 16mm a “occhio di pesce”.

La distinzione, non sta infatti solo nell’ampiezza dell’angolo di campo, ma nel fatto che le linee vengono curvate e non mantenute diritte come nei grandangolari.

Deformazione e curvatura dell’immagine nei fisheye

Una delle caratteristiche tipiche e peculiari di questo genere di obiettivo è infatti quella di curvare le linee.

Si tratta di una deformazione estremamente evidente, che lo caratterizza fortemente e costituisce la sua vera identità, oltre naturalmente all’ampiezza dell’angolo di campo.

La differenza rispetto ai super grandangolari, che dispongono di focali simili, sta nel fatto che in essi le linee vengono invece mantenute diritte.

Esteriormente il fisheye circolare è sempre privo di paraluce, per l’ovvio motivo che “vede” tutt’attorno fino al bordo.

Quello rettangolare è dotato invece di un paraluce, seppur molto ridotto, che si rivela prezioso per evitare l’ingresso di luce parassita e quindi la generazione di flare sulla foto.

Va anche detto che questo tipo di obiettivo è molto meno sensibile al problema della luce parassita e delle riflessioni interne, tant’è che ci si può fotografare il sole senza troppa paura di veder apparire strani bagliori.



Non si pensi che la curvatura sia un difetto o un limite, così come il fatto di tenere diritte le linee rappresenti un vantaggio o un pregio, perché le cose non stanno esattamente così, anzi.

Rimandiamo alla lezione sui super grandangolari per quel che riguarda i loro pregi e difetti, e concentriamoci ora su quelli dei fisheye.

Come possiamo vedere dall’immagine, le uniche linee che restano perfettamente diritte nell’inquadratura sono la verticale e l’orizzontale che vanno a formare la croce centrale.

Tutte le altre tendono a curvarsi verso gli estremi della foto. La foto che segue è estremamente chiara per illustrare quanto appena detto.

Ritrae una recinzione di rete a maglie quadre e questo aiuta a evidenziare nettamente come solo il filo verticale e quello orizzontale che passano per la croce centrale della foto siano rimasti lineari e diritti.

Tutti gli altri tendono a curvare in maniera simmetrica (ossia in misura uguale in alto e in basso, per quelli verticali; a destra e sinistra, per quelli orizzontali), arcuandosi sempre più mano mano che si allontanano dalla croce centrale.

 

Come gestire la curvatura

Questa caratteristica è, come ripetiamo, il punto nodale degli obiettivi fisheye e va amministrata con grande attenzione per sfruttarla al meglio e non esserne penalizzati.

Nella lezione su “come e quando usare gli obiettivi fisheye” vedremo meglio in quale tipo di fotografia essi siano indicati e dove vadano invece evitati.

Mai in architettura o ritratto, ma…

Diciamo solo che, in linea di massima, sono sconsigliati in tutti quei casi in cui vi siano linee evidenti e dominanti nell’inquadratura, quindi in particolare architettura e interni, ma anche quando si debbano ritrarre persone, perchè la deformazione risulta evidente anche sui visi.

Al contrario sono indicati per paesaggi e ambienti all’aperto, privi appunti di linee, e per enfatizzare la circolarità di strutture, sia naturali che architettoniche.

Le due foto che seguono ci offrono due esempi su quando evitarne l’uso e quando invece è addirittura ideale impiegarlo.

La prima mostra una veduta di Venezia e delle sue architetture totalmente (e direi orrendamente) distorta; evidente che questa foto richiedeva un grandangolo e non un fisheye.

La seconda riguarda il Colosseo e mostra invece come la curvatura delle linee tipica di questo obiettivo valorizzi addirittura la circolarità del monumento ed enfatizzi la profondità dell’inquadratura, dando al lettore la sensazione di “cadere dentro” la foto.

 


Obiettivi fish-eye in commercio

La disponibilità di obiettivi fisheye sul mercato non è molto ampia, ma in definitiva più che sufficiente, dato che si tratta di una lente speciale e con applicazioni abbastanza ristrette.

Canon

  • 8-15mm Canon EF f4 L USM (per full frame e APS), permette di scegliere se usare la visione circolare o la rettangolare.
  • 15mm Canon EF F2.8 Fisheye (fuori produzione) (per full frame e APS)

Nikon

  • AF-S zoom Fisheye Nikkor 8-15mm f/3.5-4.5E ED (per full frame e APS)
  • AF DX Fisheye Nikkor 10.5mm f/2.8G ED (solo per formato APS)
  • AF 16mm f/2.8 D Fisheye (per full frame e APS)
  • vecchi 16mm serie AIS

Sony

  • 16mm f2.8 fisheye

Samyang 

alias Rokinon (con vari attacchi)

  • 12mm F2.8 ED AS NCS Fish-eye Lens
  • 8mm UMC F3.5 CS II Fish-eye (solo per APS)
  • 7.5mm F3.5 Fish-eye Lens (solo per micro 4/3)

Altri universali (con vari attacchi)

  • Laowa 7.5mm f2.0 Fisheye Lens (meccanico, solo per micro 4/3)
  • Tokina atx 10-17mm dx f / 3.5 – 4.5
  • 8mm Sigma f3.5 ex dg circolare per full format
  • 4.5mm Sigma f2.8 ex super circolare per APS-C (anche in attacco Sony Af)
  • 15mm Sigma f2.8 af ex dg rettangolare per full format (anche in attacco Pentax AF e Sony Af)
  • 10mm Sigma f2.8 ex dc hsm rettangolare per APS-C (anche in attacco Sony Af)

Zoom fisheye

Attualmente in commercio esistono anche degli obiettivi fisheye di tipo zoom, che permettono quindi di cambiare addirittura focale pur conservando l’effetto di curvatura. 

Non fatevi trarre in inganno dal fatto che arrivio a 15mm: non si tratta di super-grandangolari, ma sempre di “occhi di pesce”, quindi con evidente curvatura delle linee.

Canon ha in catalogo quello che, al momento del lancio nel 2010, fu in assoluto il suo primo obiettivo zoom fisheye: l’EF 8-15mm f/4 L USM. Questo prodotto ha preso il posto del “vecchio” EF 15mm F/2.8

Le lenti di questo zoom hanno un rivestimento Sub Wavelength Structure e quelle esposte all’aria, quindi l’anteriore e la posteriore, sono rese idrorepellenti da un rivestimento al fluoro.

Può lavorare sia sulle “pieno formato” che sulle APS.

Sulle prime si comporta come un fisheye rettangolare a 15mm e come un circolare a 8mm.

Mentre sulle fotocamere con sensore a dimensione ridotta, quindi APS-H e APS-C, è preferibile bloccare l’escursione di focale per evitare di scattare foto con evidente vignettatura, dato che su sensori più piccoli del full frame (24 per 36) non riesce a visualizzare un’immagine circolare completa.

Aggiuntivi ottici e lenti addizionali fisheye

Spesso troverete pubblicizzate su riviste e siti degli strani prodotti, suggeriti come l’alternativa economica e facile al fisheye.

In sostanza consistono in aggiuntivi ottici o lenti addizionali da montare su obiettivi normali per trasformarli in un improvvisato “occhio di pesce”.

Diffidate e state alla larga da queste vere e proprie “esche per principianti”.

Certamente si tratta di soluzioni economiche (neppure troppo a volte) che permettono di avere una immagine simile a quella di un vero fisheye.

Ma in termini di qualità ottica e quindi di resa fotografica siamo lontani anni luce da quel che otterremo con uno dei prodotti elencati poco sopra, ossia con un vero obiettivo fisheye.

Diverso il discorso per quegli aggiuntivi e quelle lenti addzionali che sono studiati per le compatte e altri tipi di fotocamere non reflex.

Qui è inevitabile che, se si vuole ottenere quel tipo di immagine, è necessario ricorrere a una di queste soluzioni “additive”.

In particolare questo tipo di prodotto viene utilizzato per creare le sequenze di scatti per le immagini a 360 gradi o VRML.

Lenti addizionali fish-eye per smartphone

Lo sviluppo degli smartphone in funzione di “macchine fotografiche” ha portato a modelli con fotocamera sempre piu sofisticata e potente in termini di prestazioni.

Questo ha portato allo sviluppo, in parallelo, di lenti addizionali o aggiuntivi ottici, tra cui quelli che trasformano il vostro “cellulare” in una macchina fotografica con fisheye.

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Comunicare in modo efficace grazie agli archetipi

 


Una delle cose che mi viene chiesta più spesso è come fare per creare un piano editoriale interessante.

Partiamo da un presupposto: tu sei una persona interessante, quello che hai da dire è interessante e anche quello che fai ogni giorno è interessante.

Lo so: a te non sembra così e ti chiedi perché alla gente dovrebbe fregare qualcosa di quando vai a scegliere le cerniere per la prossima borsa che confezionerai o di come hai deciso di pianificare le tue attività di consulente questa settimana.

Beh, ti svelo un segreto: interessa a tutti i tuoi potenziali clienti perché vedere il dietro le quinte di un prodotto o di un servizio o della vita di qualcuno che seguiamo piace a tutti (sì, è vero, è anche perché siamo tutti dei piccoli impiccioni!).

Ovviamente il segreto è di prendere il tuo quotidiano e non sciorinarlo come la lista della spesa, ma facendo emergere la tua anima profonda, quello che tecnicamente è chiamato brand character ovvero il carattere del tuo business, insomma il modo profondo in cui fai le cose nel tuo lavoro, la missione che ti prefiggi nel mondo.

Per capire qual è il tuo brand character puoi usare i 12 archetipi junghiani che vediamo riassunti in questo schema:


Entriamo un po’ di più nel dettaglio e vediamoli uno a uno:

  • Il Mago: ha doni e virtù misteriose, usa la sua grande immaginazione per trasformare le idee in realtà. È un inventore, è carismatico, un leader, uno sciamano, un medico, un guaritore. Capisce le leggi dell’universo e rende l’impossibile possibile portando a cambiamenti meravigliosi.
  • Il Creatore: artisti, scrittori, sognatori, innovatori, musicisti. Vogliono creare valore che duri nel tempo. La loro guida è la visione o l’immaginazione. Espressione di sè e passione sono fondamentali.
  • L’Esploratore: Ã¨ indipendente, anticonformista, avventuroso, individualista, coraggioso. Va a scoprire il mondo e il suo incubo peggiore è essere ingabbiato dal sistema, conformarsi, non vivere secondo i suoi valori.
  • L’Innocente: ottimisti, puri, utopisti, tradizionalisti, mistici, romantici, sognatori, naïf. Cercano il meglio nelle persone e nelle situazioni, il bello e la felicità, invitando gli altri a fare lo stesso. Puri e genuini.
  • Il Giullare: vuole divertirsi, è originale e irriverente. Si gode la vita e le relazioni con gli altri perché questo gli dà piacere. Odia la noia e non vuole essere noioso.
  • Il Caregiver: incarna la sicurezza, la casa, la continuità, la tradizione. È altruista, ama gli altri come se stesso, prova compassione, generosità e desiderio di aiutare il prossimo.
  • L’Uomo Comune: Ã¨ una persona ordinaria nel senso più sereno del termine. Ama i piaceri semplici della vita, crede che tutti gli uomini siano creati uguali e che abbiano valore per quello che sono. Per lui le cose belle della vita sono un diritto di tutti.
  • Il Fuorilegge: Ã¨ il ribelle, l’anticonformista per eccellenza, sempre contro lo status quo e l’ordine costituito. Può anche avere un lato oscuro più o meno marcato. È guidato da motivazioni individualiste, dalla rivincita o dalla rivoluzione.
  • L’Amante: Ã¨ il partner, l’amico intimo. Affascinante, entusiasta. romantico, sensuale, cavalleresco, luminoso, appassionato e impegnato. Porta alla luce il lato romantico della vita, fatto di gioia, benessere ed estasi
  • Il Sovrano: il grande leader, il capo, colui o colei che detta le regole che gli altri seguiranno. Non ama il cambiamento se non lo controlla. Odia il caos. Positivo, vitale, sicuro di sè. Cercano il successo e il potere.
  • Il Saggio: le sue parole chiave sono ascetismo, saggezza, destino, verità. Vuole capire la realtà grazie al potere della mente. È esperto, studioso. consigliere, pensatore, filosofo, ricercatore, pianificatore, mentore, insegnante. Ha fiducia nella capacità degli uomini di costruire un mondo migliore.
  • L’Eroe: Ã¨ il guerriero, il supereroe, il crociato, quello che sconfigge il drago, il vincente. Ha coraggio e forza, crede che volere sia potere. Valori: potere, onore, vittoria.

Quali sono gli archetipi dominanti in te come persona e come professionista? Scegline due e inizia a caratterizzare i tuoi testi con le sfumature proprie di queste figure.

Se vuoi approfondire l'argomento puoi leggere questi libri:

Tutto questo va a inserirsi nell’ampio campo dello storytelling, colonna portante di un piano editoriale interessante ed efficace.

Quando avrai collocato nel tuo calendario di pubblicazione tutti i contenuti fissi, puoi iniziare a utilizzare gli spazi vuoti per creare una narrazione di te che faccia leva sulla tua personalità, su quelli che sono i tuoi obiettivi e la tua natura personale e professionale, su come aiuti i tuoi clienti con ciò che fai ogni giorno e su come porti avanti il tuo lavoro secondo i tuoi valori.

Questo dovrebbe trasparire anche dai contenuti promozionali, ma è in quelli liberi, puramente dedicati allo storytelling che riesci a far leva sull’interesse di chi ha i tuoi stessi valori e diventerà un cliente affezionato.


 

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10 suggerimenti per scattare ritratti con la luce naturale

 


Scattare ritratti con luce naturale ha il potere di evocare uno stile etereo e minimalista che toglie il fiato allo spettatore.

C'è qualcosa di molto semplice e stupefacente in un ritratto di luce naturale di impatto visivo. Che si tratti di una morbida ombra durante la perfetta luce del mattino, o di un qualcosa che sembra quasi sbiadito, catturare ritratti sognanti con luce naturale è un'abilità che molti fotografi cercano di padroneggiare.

Capire come manipolare la luce naturale per catturare un'immagine di una persona e come usare ombre e luci a proprio vantaggio, sono le abilità fondamentali che un fotografo ritrattista deve conoscere a fondo.

La luce morbida non è facile da gestire, ma la luce naturale può influenzare decisamente i toni della tua immagine, lo stile della tua fotografia e l'aspetto generale delle immagini che crei.

In questo articolo troverai 10 suggerimenti che devi conoscere prima del tuo prossimo shooting fotografico per catturare ritratti con la luce naturale.

Suggerimento n. 1: le lenti a focale fissa creano ritratti mozzafiato

Mentre gli obiettivi zoom costosi e di alta qualità sono assolutamente necessari per la maggior parte delle forme di fotografia, le lenti a focale fissa sono fondamentali per la fotografia di ritratti.

Avere una lunghezza focale definita consente di giocare veramente con il soggetto e ti costringe a muoverti intorno al soggetto per catturare composizioni diverse.

 


 

Un obiettivo 85mm f/1.8 o 50mm f/1.4 sono fantastici per iniziare quando si riprende la fotografia di ritratti.

L'ampia apertura ti consentirà di catturare l'effetto bokeh quando scatti ritratti con luce naturale e ammorbidire lo sfondo per creare quell'aspetto magico.

Suggerimento n. 2: l'ora magica è necessaria per evitare la luce intensa

Quando si acquisiscono ritratti con luce naturale, è necessario evitare la luce intensa quando possibile. La ritrattistica di luce naturale è pensata per essere sognante, con luce soffusa.

Questa luce si trova meglio durante l'ora "magica" o "dorata", generalmente il periodo che cade subito dopo l’alba e subito prima del tramonto.

 


 

Quando il sole è più basso, le ombre si estendono e le luci si ammorbidiscono. A sua volta, ciò consente all'immagine di essere morbida invece di essere contrastata in modo aspro. Cerca sempre le ore magiche quando catturi i ritratti con luce naturale.

Suggerimento n. 3: posiziona il tuo soggetto verso la luce

Usa la luce morbida a tuo vantaggio. Evidenzia le caratteristiche del tuo modello con la luce che stai utilizzando. Ciò minimizza anche i rischi di eventuali ombre indesiderate sul viso del modello.

Posizionando il viso del tuo modello verso la luce, permetti a quella luce di riempire quello spazio e creare un aspetto e una sensazione morbidi per la tua ritrattistica naturale. Poiché la luce è bassa (se segui i nostri consigli e scatti durante l'ora d'oro) non dovresti vedere alcuna ombra dura sulla faccia dei modelli e le ombre saranno morbide e meno definite.

Se non puoi scattare durante l’ora magica, posiziona il tuo soggetto all’ombra: eviterai ombre troppo dure e decise sul volto e che il tuo modello stringa gli occhi per il troppo sole.

Suggerimento 4: porta un riflettore su ogni ripresa

Un riflettore mobile è la chiave di tutti i servizi fotografici all'aperto in cui il tuo piano è di manipolare la luce. Anche se non hai un assistente, prova a portare un treppiede o un cavalletto per sostenere il riflettore, oppure prova un approccio fai da te appoggiandolo a un oggetto.

 


 

Un riflettore può essere fondamentale nel sollevare le ombre sul lato più scuro del viso dei modelli e rimbalzerà quella luce naturale per riempire lo spazio.

Se il riflettore ha un lato dorato, puoi usarlo se vuoi creare un tono più caldo per le tue immagini. Tutto ciò dipenderà ovviamente dal tuo stile di fotografia per scattare ritratti con luce naturale.

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Suggerimento n. 5: mantenere la sensibilità ISO bassa per mantenere il ritratto nitido

L'ultima cosa che vuoi, quando scatti un'immagine mozzafiato, è avere un sacco di rumore inutile e grana indesiderata nella tua foto. Prova a utilizzare la sensibilità ISO più bassa possibile (compatibilmente con la tua macchina fotografica) per mantenere il tuo ritratto di luce naturale il più nitido possibile.

Prendi in considerazione la possibilità di regolare la velocità dell'otturatore o l'apertura per compensare il basso numero ISO.

Suggerimento n. 6: Scatta in RAW per ottenere la massima flessibilità con le tue immagini

Scatta sempre con impostazioni RAW quando possibile. Perché? Perché ti consente la massima flessibilità creativa per adattare l'immagine a tuo piacimento in post produzione. Nella fotografia di ritratti, questo è ancora più importante.

Quando si fotografano ritratti con luce naturale, è molto facile esporre per caso le ombre e quindi sovraesporre l'immagine. Ciò ti fa perdere informazioni sul tono della pelle del tuo modello, il che è incredibilmente importante quando stai fotografando ritratti di luce naturale.

 


 

Un file RAW ti offre la massima flessibilità per recuperare i dettagli in un'immagine.

Ricordati però che un file RAW occupa molto più spazio di un file JPEG e quindi considera una scheda di memoria abbastanza capiente.

Suggerimento n. 7: dove scattare? Ecco alcune idee!

Ecco quattro idee su dove è possibile scattare ritratti con luce naturale per creare le immagini più belle possibili.

Utilizzare gli edifici in modo strategico: l'utilizzo di edifici o muri è un ottimo modo per rompere la luce se non si ha il tempo di scattare durante l'alba o il tramonto. I muri creano ombre naturali, che possono essere utilizzate nella fotografia di ritratti.

Finestre: le finestre sono fantastiche per scattare ritratti con luce naturale poiché fungono da diffusore naturale. Questo creerà naturalmente una luce piacevole e morbida sul viso del tuo soggetto.

 


 

Alba o tramonto: scattare all'aperto durante l'alba o il tramonto è un ottimo modo per ottenere la luce migliore possibile per ritratti di luce naturale. Trova un parco o un paesaggio che ti ispiri e lavora al suo interno per catturare le immagini dei tuoi modelli.

Nessuna alba o tramonti? Le giornate nuvolose o piovose sono altri grandi diffusori naturali quando si fotografano ritratti con luce naturale. Il cielo agisce come un grande diffusore morbido, che diffonde naturalmente la luce per le tue immagini.

Suggerimento n. 8: gioca con le ombre

Non tutti possono organizzarsi per fotografare all’alba o al tramonto. Se hai bisogno di scattare in ore diurne, prova a giocare con le ombre.

Le ombre hanno la capacità di trasformare la tua fotografia di ritratto creando forme interessanti e dinamiche all'interno delle tue immagini. Trovare qualsiasi tipo di luce mista è l'ideale per catturare ritratti perfetti con luce naturale.

 


 

Inizia con la natura! Usa rami, fiori o alberi per creare ombre sulle funzionalità del tuo modello. Riprese in casa? Usa tende o cappelli per manipolare la luce per le tue immagini.

Suggerimento n. 9: retroilluminazione del soggetto

Quando si scatta una fotografia di ritratto, si vuole evitare di sovraesporre il modello. La retroilluminazione del modello è fondamentale per ridurre al minimo tale rischio. Posiziona il modello direttamente davanti a una fonte di luce.

La luce ammorbidisce la silhouette del modello e crea un aspetto generale morbido. Questa è una tecnica fantastica da utilizzare soprattutto quando si fotografano ritratti con luce naturale al chiuso.

Suggerimento n. 10: ritratti con poca luce 

Le tue riprese non devono finire solo perché la luce si sta abbassando. Abbiamo detto prima di non aumentare i tuoi ISO, ma questa è un'eccezione. Alza un po’ gli ISO e regola di conseguenza le altre impostazioni della fotocamera.

Questa impostazione potrebbe creare un po’ di grana, ma questo aggiungerà atmosfera alle tue foto, soprattutto se il tuo ritratto è in bianco e nero.

C'è un'incredibile bellezza nel catturare ritratti straordinari con la luce naturale e, come fotografo, hai davvero il potere di togliere il respiro a chi guarda con queste immagini.

Se vuoi approfondire e saperne di più su come scattare fotografie di ritratto ti consiglio  «Corso di fotografia: il ritratto» di Mark Jenkinson oppure «Educare lo sguardo. Introduzione pratica e teorica al ritratto fotografico» di Roswell Angler