Usciamo e riappropriamoci degli spazi, con le nostre fotocamere al collo o in mano, per dedicarci alla fotografia di still life… in esterna.
Che cosa è uno still life
In fotografia, usiamo l’espressione inglese still life per indicare un particolare genere che ritrae soggetti inanimati, quello cioè che in pittura si può tradurre con “natura morta”.
Solitamente si tende ad accostare questa particolare tecnica a studi fotografici, a set precostruiti e a complessi schemi di illuminazione, sottovalutando invece che anche gli spazi aperti offrono numerosissimi spunti per cimentarsi con la fotografia di still life.
Se vuoi saperne di più sulla fotografia di still life, puoi trovare molto qui:
The Beginner’s Still Life Photography Guide di Li Aihong (in inglese)
Still Life in Photography di Paul Martineau (in inglese)
I vantaggi della fotografia di still life
I soggetti non si muovono!
Questo ci regala un enorme vantaggio: abbiamo tutto il tempo per scegliere con calma le regolazioni della nostra fotocamera, controllare com’è illuminata la scena, comporre con attenzione e produrre scatti di qualità .
Nessuna fretta, per cui. Abbiamo tutto il tempo che ci serve. Usiamolo bene!
Città e still life
La differenza tra scattare still life in studio e scattarli invece in esterni è tutta nella necessità di sapersi adattare e di imparare a guardarsi in giro.
Tutto ciò che circonda, se inquadrato con una certa creatività , può trasformarsi in un soggetto fotogenico.
Luce ambiente e still life esterni
Fuori, dobbiamo inesorabilmente fare i conti con la luce ambiente disponibile, dobbiamo imparare a sfruttarla al meglio, in modo da esaltare i nostri soggetti.
Questo ci dice che dobbiamo conoscere la luce molto bene, capire se è adatta allo scopo che ci proponiamo e, in caso contrario, cambiare le nostre intenzioni di scatto.
Non potendo piegare la luce al nostro volere, dobbiamo imparare a piegare il nostro volere alla luce.
Keep It Simple
Manteniamo le cose semplici, affidandoci ad inquadrature asciutte e componendo con estrema attenzione. Ecco una buona ricetta da seguire per ottenere risultati soddisfacenti.
Spesso, un oggetto basta e avanza. Ancora più spesso, anche soltanto una parte di un oggetto.
Impariamo ad evocare ed evitiamo di descrivere.
Forme geometriche e still life
Impariamo a ragionare in astratto e lasciamoci guidare dalle forme geometriche. Dove, ad esempio, un tombino smette di essere un tombino e diventa semplicemento un cerchio, assumendo così un suo significato estetico a prescindere da ciò che è nella realtà contingente.
Cerchiamo di isolare gli oggetti, estrapolandoli il più possibile dal contesto e trattandoli come veri e propri soggetti fotografici degni di rilievo, che si tratti di un cassonetto o di una porta, nel nostro scatto sono forme geometriche, colore e materia.
Sfruttiamo la materia, ricordandoci che la luce radente ne esalta le texture, questo ci deve suggerire che è meglio preferire scattare quando il sole è molto basso sull’orizzonte o a picco sul nostro soggetto.
Affidiamoci ad una profondità di campo ridotta, saprà rendere gli oggetti più comuni quasi magici, onirici. È quello che vogliamo, strapparli dalla realtà quotidiana e consegnarli ad un mondo completamente nuovo.
Cerchiamo i profili e facciamoli stagliare su fondi omogenei, questo ci dice che spesso ci toccherà abbassare il punto di ripresa o alzarlo, in modo da inquadrare il soggetto, isolandolo.
Come impostare la fotocamera
Come sempre, non esiste una modalità di scatto migliore di altre, se non quella nella quale ci troviamo maggiormente a nostro agio a scattare.
Le due modalità di scatto che consiglio sono manuale (M) e priorità di diaframma (Av). Nella prima disponiamo di tutta la flessibilità che ci può servire, nella seconda, invece impostiamo il diaframma – e quindi la profondità di campo che vogliamo usare – e lasciamo alla nostra fotocamera il compito di consigliarci il tempo di scatto, potremo sempre intervenire sull’esposizione compensando in positivo o in negativo.