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Cosa scrivere su LinkedIn: consigli e parole da evitare


Tra i consigli che la piattaforma non si è mai stancata di condividere con gli iscritti c’è utilizzare per il proprio profilo LinkedIn un approccio “show, don’t tell”: più che dilungarsi in prolisse descrizioni delle esperienze professionali pregresse o del percorso di studi, meglio compilare l’apposito campo dei traguardi raggiunti o caricare progetti e lavori seguiti e che possano aiutare recruiter e potenziali clienti a farsi un’idea più concreta delle proprie competenze. Ciò non significa che si possa rinunciare del tutto a una parte più (auto)descrittiva: per parafrasare delle parole della stessa compagnia, il profilo LinkedIn una sorta di curriculum che non dorme mai. Cosa scrivere su LinkedIn, allora, per renderlo accattivante ed efficace e cosa invece evitare a tutti i costi?

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Guida a LinkedIn completa per dipendenti, freelance e aziende

I numeri ufficiali parlano di almeno 756 milioni di iscritti in tutto il mondo, di cui 14 solo in Italia stando ai dati del report Digital 2021; sono numeri che lo collocano di diritto nella classifica dei social network più famosi e usati del momento, ma dalla piattaforma si spingono oltre a sottolineare come più di quaranta milioni di persone ogni settimana lo utilizzino per cercare lavoro e ogni minuto almeno tre persone vengano assunte su LinkedIn. Una guida completa a LinkedIn, così, non può che partire da qui: cos’è LinkedIn e cosa lo distingue da altre piattaforme simili.

utenti linkedin quanti sono

Che cos’è LinkedIn?

Lanciato nel 2002 da Reid Hoffman, imprenditore con alle spalle un lungo trascorso nel mondo delle big tech, il servizio si distinse fin dal primo momento per essere destinato a un mercato business. Secondo i progetti originari del fondatore, infatti, LinkedIn avrebbe dovuto offrire ai propri utenti la possibilità di fare rete con altri professionisti del proprio settore; sviluppare, far conoscere e migliorare il proprio brand personale; non ultimo, incrociare domanda e offerta di lavoro.

La piattaforma impiegò più tempo del previsto a raggiungere massa critica ed è mancato soprattutto nella storia di LinkedIn un unico punto di svolta capace di renderlo il servizio che è adesso, nonché il social più utilizzato nel mondo del lavoro: l’introduzione dei primi servizi premium su LinkedIn già nel 2005, il fatto che la Silicon Valley lo elesse come “luogo” ideale per il social recruiting , la quotazione in borsa nel 2010 (anno in cui fu raggiunta anche la soglia dei novanta milioni di iscritti), l’acquisizione di LinkedIn da parte di Microsoft per oltre 26 miliardi di dollari nel 2016 sono stati tutti piccoli passi che hanno portato LinkedIn alla leadership mondiale nel mercato dei social professionali e dedicati alla carriera.

A oggi infatti, anche se molte big digitali ne hanno copiato alcune impostazioni (lo hanno fatto, tra gli altri, Facebook con Workplace e ByteDance con una funzione TikTok per trovare lavoro tarata su bisogni e aspettative dei giovanissimi lavoratori della generazione z ), non esistono social “cloni” di LinkedIn che sappiano replicarne davvero le caratteristiche che lo rendono così amato dai professionisti di tutti i settori. 

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Cosa sono gl NFT?

 


𝘌̀ 𝘭𝘢 𝘮𝘰𝘥𝘢 𝘥𝘪𝘨𝘪𝘵𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘮𝘰𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰, 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘯𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘭𝘢𝘯𝘰 𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘪 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘨𝘪𝘢̀ 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘵𝘰 𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘳𝘳𝘦 𝘪 𝘱𝘳𝘪𝘮𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘧𝘪𝘵𝘵𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘭𝘰𝘳𝘰 𝘤𝘳𝘺𝘱𝘵𝘰-𝘢𝘳𝘵𝘦.

Un NFT (non-fungible token) è uno speciale tipo di token basato sulla blockchain che permette di creare e in seguito acquistare e vendere, in modo certificato, opere d’arte digitali inserite all’interno della blockchain. Il sistema è basato su questa tecnologia proprio per garantire l’unicità di ognuno di questi file non intercambiabili.
Per capire meglio il funzionamento di questi token non fungibili proviamo ad immaginare una banconota da 20 euro, la possiamo tranquillamente scambiare con un’altra banconota da 20 euro perché il suo valore è identico, quindi in questo caso il denaro è fungibile;
se invece prendo la banconota da 20 euro e la rendo unica, ad esempio apponendoci una firma io rendo quella moneta unica e nello specifico caso vi aggiungo del valore non materiale ipotizzando che la mia firma come opera abbia un valore. Un’opera d’arte è unica e non può essere scambiata o sostituita con un altro bene dello stesso valore, per tanto i token NFT sono detti non fungibili.

il boom attuale degli ntf è dovuta all’artista Beeple che ha venduto per 69 milioni di dollari una sua opera!

𝗔𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗡𝗙𝗧
È bene chiarire che quando si acquista un NFT non si ottiene alcuna licenza di copyright né si può modificare l’opera ma si diventa automaticamente un detentore verificato dell’oggetto e quindi del suo valore di vendita.

Gli NFT sono acquistabili esclusivamente tramite criptomoneta Ethereum, perciò il primo passo da fare è quello di creare un portafoglio e comprare degli Ether, il modo più semplice per farlo è quello di rivolgersi ad un portafoglio online tra cui il più popolare e affidabile è Coinbase
Vi sarà richiesto di completare la verifica dell’identità tramite documenti prima di iniziare ad utilizzare le funzioni del portafoglio quali acquistare, vendere ed effettuare trasferimenti.
C’è anche un altro wallet che si può usare e che sebbene non sia semplicissimo da usare, si integra perfettamente con moltissimi siti e rende i trasferimenti immediati, stiamo parlando proprio di Metamask. Per utilizzarlo sarà necessario scaricare l’estensione del browser, il download è disponibile qui per i browser più popolari: https://metamask.io/download.html

Se invece volete svincolare il vostro portafogli dal accesso online come insegnano i professionisti delle cripto valute la soluzione semplice e relativamente economica è un cripto portafogli hardware come questo qui:
https://amzn.to/2PXvTgu

Si consiglia sempre di acquistare un po’ di ethereum in più per avere più margine sulle eventuali tasse che potresti incontrare durante la creazione o l’acquisto di un token NFT.
Il prossimo passo è quello di scegliere la piattaforma in cui operare: il marketplace.
Tra i più popolari troviamo: OpenSea, Rarible, Mintable, Async e MakersPlace.
Da qui con pochi click ti sarà possibile collegare il tuo portafoglio e generare il tuo account per iniziare a vendere o comprare NFT.

𝗖𝗿𝗲𝗮𝗿𝗲 𝗲 𝘃𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗡𝗙𝗧
Letteralmente chiunque può creare un NFT in pochi minuti ma non tutti riescono a venderli e a vedere qualche profitto, la cosa fondamentale che non può mancare è l’idea di cosa si vuole vendere e più quest’idea sarà particolare più alte sono le probabilità di vendita. Se l’idea non manca, si può procedere con la creazione del token, di seguito vediamo come fare.
Basterà per prima cosa eseguire il login nel marketplace con il proprio wallet associato all’ account e creare una collezione tramite la procedura guidata che il sito offre.
La collezione richiede un nome e un logo, successivamente sarà possibile inserire una descrizione, una tassa di vendita e cosa molto importante: il proprio indirizzo Ethereum dove ricevere il pagamento del compratore.
Dopo aver creato e personalizzato la collezione si può successivamente creare un ‘item’ che potrà essere un’immagine, una gif o un video. Una volta caricato il contenuto di questo NFT, non resterà altro che personalizzarlo inserendo le caratteristiche e scegliendo la ‘total supply’ ovvero il numero di copie dell’opera. Per essere non fungible, la total supply deve restare ad 1 in modo da avere un’unica copia disponibile.

Arrivati a questo punto non vi resta che dare un prezzo di vendita al vostro NFT, potete scegliere tra 3 opzioni:

➡ Prezzo fisso: Il prezzo viene deciso dal venditore
➡ Asta: Non c’è bisogno di spiegarlo questo, vero?
➡ Bundle: Vendita di più item raggruppati

𝗧𝗮𝘀𝘀𝗲 𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗳𝗶𝘁𝘁𝗶
Coniare un NFT, come per tutte le azioni eseguite in blockchain, richiede elettricità e quindi esattamente come su Bitcoin anche qui ci sono delle fee da pagare per poter registrare l’opera nella blockchain.
Mentre alcuni marketplace richiedono il pagamento delle fee in anticipo, altre piattaforme si limitano a prelevare una percentuale dalla vendita, secondo un calcolo effettuato dal blog Marginal Revolution su una vendita di 2300$ la percentuale prelevata dalla piattaforma Mintable è stata del 2,5%.

È da tenere a mente però, che nessun guadagno è garantito e che questa ‘esplosione’ così forte e improvvisa dei token non fungibili potrebbe essere l’ennesima bolla destinata a scoppiare, come dicono alcuni esperti. Pertanto invitiamo ad essere cauti nell’investire in questa nuova tecnologia poiché il suo futuro è davvero incerto.

𝗔𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘁𝗿𝘂𝗳𝗳𝗲!
Proprio a causa di questa improvvisa esplosione di popolarità dei token NFT, sono nati e continuano a spuntare ogni giorno nuove frodi di cui vogliamo mettervi in guardia.
Una delle truffe più frequenti in questo mercato è il phishing, i cyber criminali creano una copia identica di un marketplace e appena eseguirete il login le credenziali del vostro account saranno automaticamente rubate e salvate nei loro server.
Per evitare questo tipo di truffe bisogna prestare particolare attenzione e verificare che il sito del marketplace in cui vogliamo eseguire il login sia originale, ci sono alcuni campanelli d’allarme che possiamo notare facilmente in un sito phishing:
L’url di solito ha un’estensione diversa oppure mancano alcune lettere e sono sostituite con altre, un esempio con rarible.com potrebbe essere ‘raribie.com’.
La mancanza del certificato SSL e quindi del lucchetto verde accanto all’url, ciò indica che la connessione non è sicura e che i dati inviati al sito saranno visibili in chiaro senza alcuna codifica.

Oltre a queste tecniche truffaldine che ormai si adattano a qualunque contesto online, ci sono stati casi di impersonificazione.
L’artista Derek Laufman ha ricevuto molteplici email dai suoi follower che gli hanno posto domande riguardo i suoi NFT, tuttavia lui non aveva ancora iniziato a vendere NFT e ha infatti dichiarato che il profilo del venditore è un falso, sebbene fosse verificato da Rarible.
Dopo varie segnalazioni da parte degli utenti la piattaforma Rarible è però intervenuta e ha rimosso il profilo-truffa.