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Come massimizzare il customer journey e fidelizzare i clienti fin da subito?

 

Una delle domande che tutti gli specialisti di marketing si pongono è come creare un rapporto duraturo con i propri clienti. Indipendentemente dal settore, un brand ha bisogno di clienti fedeli e coinvolti. Quindi come fidelizzare la clientela assicurandosi che continuerà a scegliere il proprio marchio tra le diverse proposte presenti sul mercato? Inutile negarlo, sono innumerevoli gli stimoli e i messaggi che riceviamo dai brand, ognuno con un’offerta sempre più accattivante e variegata.

Catturare l’attenzione e mantenere alto l’interesse è una vera sfida. Ecco perché è fondamentale, una volta conquistata la curiosità del consumatore, non trascurarla e cercare di tener viva il più possibile la relazione, per integrarlo in una dinamica di engagement a lungo termine. Come può un'attività coinvolgere i clienti in una dinamica di engagement duratura a partire dalla prima interazione con il marchio? Massimizzando l'esperienza in ogni fase del customer journey.

Che cos'è il customer journey e perché è importante per i brand

Possiamo definire il customer journey come un viaggio che un cliente compie quando entra in contatto con un'azienda. Questo percorso prevede diverse fasi fino ad arrivare alla decisione di acquistare o meno un prodotto o di usufruire di un servizio proposto dall'azienda. Il customer journey però non termina con l'eventuale acquisto del prodotto poiché prevede varie fasi che possono avvenire sia "online" che "offline".  Anche le recensioni di un prodotto, per esempio, rientrano tra le varie fasi del customer journey.

Le fasi del customer journey

E ora è arrivato il momento di svelarvi le diverse fasi di questo incredibile viaggio. Vi daremo degli spunti su come instaurare una relazione duratura con i vostri clienti per trasformarli in ambassador del brand. Potrete così trovare idee e ispirazione per raggiungere gli obiettivi delle vostre prossime campagne marketing con l’aiuto di alcune soluzioni martech (strumenti tecnologici a supporto del marketing) da prediligere per massimizzare i risultati.

1. L’acquisizione: il prospect diventa un contatto del database grazie a un'Ads sui social

Il primo passo del customer journey è costituto dall’acquisizione, ovvero il primo punto d'incontro con il potenziale cliente e la successiva integrazione del contatto nel database dell'azienda. Per acquisire nuovi contatti interessati al marchio, sono necessarie delle attività ad hoc di lead generation, che andranno a stimolare l’interesse del target.

Come facciamo a conquistare l’utente utilizzando i social network?

Proviamo a spiegarlo con un esempio pratico. La nuova collezione estiva del marchio viene lanciata su Instagram tramite un post sponsorizzato con uno sconto del 15% sul primo acquisto. 

L’Ads rimanderà a un form digitale da compilare con i propri dati per ottenere così un coupon da presentare in negozio o da utilizzare online.

Per gestire le nostre campagne pubblicitarie sui social e su Google possiamo utilizzare uno strumento come Adzooma che ci permette di creare e gestire campagne di digital marketing in pochi secondi, ma soprattutto di monitorarle costantemente e continuare così a migliorarle, grazie ai suggerimenti offerti dalla piattaforma. Adzooma nella sua versione essential, gratuita, permette di impostare, monitorare e gestire facilmente le proprie campagne pubblicitarie su Google, Facebook e Microsoft, anche con una serie di ottimizzazioni per migliorare i risultati e regole automatizzate che semplificano alcune attività. Optando, invece, per la versione Plus, oltre alle funzionalità della versione gratuita, ci sono più di 81 modelli di automazione e la possibilità di analizzare le landing page per migliorare l'offerta.

Per la creazione delle landing page e soprattutto per la raccolta e gestione dei lead, possiamo utilizzare Sendinblue (le landing pages sono disponibili nel piano Premium) oppure MailChimp.

2. L’attivazione: il contatto acquisito su Instagram diventa cliente


Ora che il prospect ha mostrato interesse per il marchio ed è stato integrato nel database, è fondamentale mantenere vivo il suo interesse. L’attivazione del contatto deve avvenire subito dopo la prima interazione. Con l’aiuto dei sistemi di marketing automation, è possibile targetizzare tutti i contatti acquisiti grazie alla campagna sui social.

Tutti coloro che hanno richiesto il coupon compilando il form sulla landing page, sono certamente interessati ai tuoi prodotti. Questo è il momento d'inviare loro un’e-mail di benvenuto e il lookbook con la nuova collezione, incoraggiando così il traffico sull’e-commerce e alimentando l’interesse. Contemporaneamente, potrete incuriosire i contatti ricordando loro la scadenza del coupon e lo store più vicino dove usufruire dell’offerta.

Puoi gestire scenari di marketing automation con l'invio di email transazionali ancora con Sendinblue o MailChimp.

I vantaggi di un coupon, sono innumerevoli, se poi opti per una soluzione QR Code, sarà ancora più efficiente perché con la semplice scansione del QR code in negozio il cliente usufruirà dello sconto in modo rapido e immediato. Una volta usufruito del coupon, potresti trasformarlo automaticamente in una carta fedeltà, magari associandola allo stesso QR code, con la quale il cliente potrà continuare ad essere informato delle ultime novità e dall'altra potrà beneficiare di ulteriori benefici e sconti.

Così, da una parte avrete acquisito un nuovo membro nel vostro programma fedeltà, dall’altra il cliente sarà soddisfatto dell’esperienza offerta, immediata e, soprattutto, semplice.

3. Fidelizzazione: il cliente si affeziona al marchio


 

Ora siamo a una fase chiave del customer journey per instaurare una relazione duratura: la fidelizzazione.

Un cliente fidelizzato acquista più frequentemente e tende a spendere di più rispetto a un nuovo cliente non-membro. Gli indicatori chiave di un programma fedeltà di successo parleranno chiaro: il carrello medio e la frequenza di acquisto saranno sempre superiori in chi è fidelizzato. Una volta che il cliente ha effettuato il primo acquisto, è il momento di puntare sulla relazione vera e propria per riuscire a mantenerlo nel tempo.

Un programma fedeltà flessibile che soddisfi le sue esigenze e i suoi desideri, vi assicurerà la customer retention. Una buona tattica consigliata da Splio è quella di riservare delle attenzioni speciali e personalizzate per dimostrare il proprio interesse e vicinanza al cliente. Per rinforzare il legame, si può optare per l’invio di un breve questionario via e-mail ai nuovi clienti per conoscerli meglio. Chiedendo i propri gusti e la data di nascita, sarà possibile inviare loro una sorpresa il giorno del compleanno, per esempio. Inoltre, a coloro che avranno compilato il questionario, si potranno accreditare ulteriori punti fedeltà sulla loro carta come ringraziamento del tempo prezioso dedicato al marchio.

Questi sono esempi di una serie di azioni e ricompense che porteranno i membri del programma a salire di volta in volta di livello. A questo punto possiamo poi decidere di premiare i clienti più fedeli per proporgli di entrare a far parte degli ambassador del marchio.

4. Engagement: il cliente fedele diventa ambassador del marchio


 

Un cliente fidelizzato diventerà ancora più coinvolto se stimolato con iniziative accattivanti, come un programma fedeltà soddisfacente che combini la fedeltà transazionale e relazionale. Un programma di engagement è un’iniziativa loyalty che premierà i membri per tutte le interazioni avvenute con il marchio, come per esempio:

  • l’apertura e i clic delle e-mail;
  • il follow sui social;
  • una ricca wishlist (lista dei desideri);
  • la recensione online;
  • la visita sul sito eCommerce.

L’obiettivo di un programma di questo tipo è incrementare la conoscenza del cliente per ultra-personalizzare le offerte e le comunicazioni e premiare l’engagement del cliente non solo in fase di acquisto. Un cliente fedele e ingaggiato è il target ideale per una campagna di referral marketing.

Il passaparola è il canale di comunicazione più efficace per la fiducia. Difatti il 94% dei consumatori prende decisioni di acquisto in base ai consigli del proprio network mentre il 72% è influenzato da ciò che ha visto sui social. Il passaparola digitale aiuta a ottimizzare drasticamente i costi di acquisizione.

Una volta identificati i clienti più affezionati e coinvolti, sarà possibile invitarli per e-mail a diventare ambassador del marchio in cambio di un coupon e punti fedeltà. Il cliente condividerà di certo volentieri con i suoi amici il link di referral sui social network, per e-mail o su WhatsApp. E i suoi amici a loro volta avranno la possibilità di ricevere un coupon di benvenuto

Queste attività possono essere semplificate anche utilizzando una piattaforma di loyality e referral marketing (come ad esempio yotpo.com, ma ce ne sono diverse anche italiane) con funzionalità native di social sharing, insieme ad un tool di marketing automation (come Sendinblue), che consentiranno di lanciare una campagna member-get-member.

In questo modo sarà possibile rispondere a molteplici obiettivi, tra cui:

  • reclutare nuovi clienti;
  • generare ricavi aggiuntivi;
  • aumentare la visibilità del brand online & offline.

Pronti a raccogliere la sfida?

Tutte le fasi del customer journey sono fondamentali ed estremamente connesse tra loro. Se la fidelizzazione influenza il riacquisto, l’engagement influenza la fidelizzazione. Attivare, fidelizzare e animare il proprio database è una strategia decisiva per accrescere il valore di ciascun cliente, fino a trasformarlo in un ambassador. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale ed è il fedele alleato di ogni campagna marketing.

Una piattaforma di loyalty marketing e una strategia CRM ben definita e targetizzata possono aiutare a massimizzare le proprie campagne di lead generation e fidelizzazione, ma anche a trasformare i migliori clienti in ambassador del brand!

 


 

InsightAgency

Buyer Persona: il profilo del tuo cliente potenziale.

 


Vuoi implementare una campagna di marketing e hai bisogno di creare il profilo del tuo cliente potenziale? Il primo passo da fare è quello di definire e sviluppare la tua buyer persona.

Non puoi passare al piano operativo senza aver definito la tua buyer persona, le sue caratteristiche, i suoi bisogni e i desideri che la spingono a scegliere il tuo prodotto/servizio. Questo è il motivo per cui, il primo passo da fare, è quello di creare e sviluppare l’identikit del tuo cliente potenziale.

La creazione della buyer persona rappresenta il punto focale di qualsiasi processo di segmentazione. Quando si parla di buyer persona ci si riferisce a una rappresentazione tipo del nostro cliente potenziale. Una rappresentazione fondamentale non solo per l’incremento delle vendite, ma per qualsiasi azione di investimento che si deciderà di attuare in futuro.

Questo processo, infatti, permette di definire un pubblico e un target ben preciso verso cui indirizzare un’apposita strategia di marketing.

Riusciresti ad indovinare il cibo preferito di qualcuno senza conoscerlo minimamente?
Difficile eh.

Quando non sappiamo a chi ci stiamo rivolgendo, quando non abbiamo abbastanza informazioni sul nostro target di riferimento rischiamo di compromettere la nostra strategia. La definizione della buyer persona permette di aumentare la qualità dei nostri lead e di potenziare l’esperienza del nostro potenziale acquirente.

3 step per definire la tua buyer persona

Per creare la tua target persona avrai bisogno di seguire alcuni step fondamentali. Dopo aver individuato il target di riferimento dovrai iniziare a reperire dei dati più specifici. In una prima fase di analisi, i dati quantitativi si dimostreranno estremamente utili e funzionali.

 


 

1. Definisci le caratteristiche principali della tua persona target

La prima cosa da fare è quella di comprendere le caratteristiche dell’ipotetico cliente ideale: interessi, gusti, modalità d’acquisto, hobby. Approfondisci i processi psicologici, il linguaggio utilizzato, le abitudini. Hai bisogno di identificare delle peculiarità che ti permettano di conoscere il tuo target a 360 gradi.

Questo può esserti d’aiuto per valutare non solo i punti di forza della tua strategia di marketing, ma soprattutto gli eventuali rischi e/o difficoltà che potresti incontrare. Non escludere l’idea di dover creare più buyer personas: two is better than one.

2. Sfrutta il digital per raccogliere dati

Analizza il tuo CRM o il tuo database clienti. Crea questionari mirati da inviare ai tuoi consumatori, in questo modo potrai raccogliere informazioni preziose sulla tua audience. Sfrutta l’online per inviarli mediante e-mail alle persone che hanno già acquistato il tuo prodotto/servizio.

Esistono numerosi strumenti con cui realizzare indagini: SurveyMonkey, Google Forms, Survio.
Hotjar è lo strumento ideale per analizzare il comportamento degli utenti sul tuo sito web.

Realizza interviste per parlare direttamente con i vari soggetti. Analizza gli insight dei social media e raccogli quanti più dati possibili su cui basare la tua strategia. Quest’operazione ti permetterà di acquisire una base più completa da cui partire.

3. Buyer persona e Google Analytics: ottieni il massimo rendimento

Google Analytics, grazie ai suoi report, ti permette di estrapolare importanti informazioni sulle caratteristiche dei tuoi clienti, comportamenti, dispositivi utilizzati.

In particolare, Google Analytics mette a disposizione quattro tipi di report:

  • Il report Pubblico ti permette di analizzare dati demografici, interessi, dati geografici, dispositivi utilizzati;
  • Il report Acquisizione ti consente di individuare quali sorgenti generano più traffico, quali fra le tue campagne di marketing si sta dimostrando più performante;
  • All’interno del report Comportamento potrai trovare varie informazioni riguardo la velocità del sito, la ricerca effettuata dagli utenti, quale delle tue pagine riceve più traffico;
  • Grazie al report Conversioni potrai avere una visione più chiara delle entrate, del rendimento dei tuoi prodotti, delle vendite.

 Guida pratica per la costruzione della tua audience

A seguito della raccolta dati potrai procedere con la costruzione della tua audience.

Proviamo con un esempio pratico.

Supponiamo che tu abbia un e-commerce di abbigliamento. Grazie ai dati raccolti potrai delineare uno schema generale del tuo potenziale cliente:

Sai che la percentuale di utenza femminile è maggiore di quella maschile, che l’età media è compresa tra i 20 e i 30 anni e che la maggior parte degli utenti vive a Roma. Il tuo target, per compiere le scelte d’acquisto, utilizza principalmente lo smartphone. Infatti, il maggior numero di conversioni avviene tramite telefono cellulare.

Gli interessi del tuo target si focalizzano maggiormente su sport e fitness, shopping, bellezza e benessere. 

I canali che generano più traffico sono quello organico, quello a pagamento e quello social.

Quale potrebbe essere una possibile buyer persona?

Anna, 25 anni vive a Roma ed è laureata in Scienze della Moda. Attualmente fashion stylist con un reddito annuo di circa €24.000. Appassionata di shopping, fitness, bellezza e benessere. Anna acquista principalmente online i suoi capi di abbigliamento consultando i social network, la ricerca su Google e le pubblicità dei numerosi brand che segue.

Fortemente interessata a blog di moda e costantemente aggiornata sulle ultime tendenze. Anna è attenta alla qualità dei capi che desidera comprare, infatti non ama gli acquisti d’impulso. Influenzata non solo dal passaparola, ma soprattutto dalle mode del momento.

Buyer persona template: risorse da utilizzare per la creazione della tua audience

Una volta ricavate tutte le informazioni necessarie potrai costruire il tuo buyer persona template. Puoi utilizzare dei modelli già creati, semi compilati o realizzare tu stesso uno schema base in cui inserire le informazioni di cui hai bisogno. Ci sono numerosi tool, software e piattaforme da poter utilizzare in questa fase.

 


 

Vediamone alcuni:

  • Utilizza il tool di Hubspot, MakeMyPersona, per rappresentare le tue buyer personas a livello visuale. Rispondi alle domande prestabilite e/o ampliale tu stesso per generare un documento PDF completo;
  • Mural, software utilizzato per il visual thinking aziendale, possiede numerosi template da poter utilizzare;
  • Miro, lavagna collaborativa online, viene utilizzata per creare mappe concettuali e schemi. La piattaforma possiede anche dei modelli da poter compilare per realizzare la tua buyer persona;
  • Xtensio è una piattaforma che ti permette di realizzare presentazioni e documenti creativi ed interattivi.

Grazie all’utilizzo di questi strumenti potrai realizzare un modello concreto e confrontarti con il tuo team di lavoro.

Considerazioni finali

Creare la tua buyer persona è fondamentale per indirizzare la tua strategia di marketing verso un target specifico. Avere un focus è essenziale per comprendere non solo a chi ci stiamo indirizzando, ma anche come dovremmo farlo e soprattutto perché.

Definire una buyer persona è indispensabile per comprendere a fondo il buyer’s journey. Come sappiamo, il processo d’acquisto di un soggetto non è affatto lineare, ma va compreso per proporre soluzioni efficaci.

Il processo di segmentazione prende in considerazione non solo aspetti demografici, ma soprattutto aspetti psicologici come le necessità del cliente, le barriere all’acquisto e i criteri decisionali.

Grazie al digitale puoi ricavare numerose informazioni e dati preziosi che ti permetteranno di conoscere il profilo del tuo potenziale cliente. Risorse, tool e piattaforme riusciranno a semplificarti il lavoro.

 

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Come inserire una recensione nelle tue email e aumentare le vendite

 


Uno degli elementi più efficaci per convincere un utente a comprare i tuoi prodotti è mostrargli quanto sono validi e apprezzati attraverso l’esperienza di altri clienti. Ecco perché inserire le recensioni all’interno delle tue email è un’ottima strategia per incrementare le conversioni.

Hai mai sentito parlare di riprova sociale? Si tratta di uno dei bias cognitivi più conosciuti e sfruttati dalle aziende nelle loro strategie di marketing ed è il meccanismo psicologico che porta l’uomo, per istinto, a cercare conferma delle sue azioni nelle scelte dei suoi simili.

Come si declina questo meccanismo psicologico nell’Email Marketing? Semplice, con le recensioni. 

Le recensioni sono una delle armi più potenti per convincere il potenziale cliente a finalizzare un acquisto: non c’è infatti nulla di più efficace che una serie di testimonianze positive da parte di altri utenti per persuadere un utente della validità e convenienza di un prodotto. 

Se il destinatario che legge le tue email con vetrine di prodotti visualizza sin dal messaggio i voti e commenti positivi di altri clienti sarà molto più invogliato a cliccare sulla CTA e completare la conversione. 

Quindi che aspetti? Leggi tutti i nostri consigli su come aggiungere le recensioni alle tue email e prendi spunto da alcuni esempi pratici che abbiamo selezionato per te. 

Tipologie di recensioni

Recensioni di prodotto

Sono le recensioni per eccellenza, quelle lasciate dagli utenti come commento alla qualità e affidabilità di un prodotto acquistato e provato. Si tratta quindi di commenti mirati a ciò che la tua azienda vende e non al valore del tuo brand. Tuttavia, pur non essendo indirizzati direttamente al tuo brand, questi commenti influenzano direttamente la fiducia che il pubblico ripone nei tuoi confronti, e, quindi, le tue stesse vendite.

Esperienza cliente

Questa tipologia di recensione è invece più generica e relativa alla qualità del tuo lavoro a 360 gradi: dalla struttura del tuo ecommerce (che può agevolare o ostacolare un’esperienza di acquisto dell’utente), al tuo team di supporto clienti, dall’organizzazione dei tuoi magazzini alle tue velocità di consegna, dalla tua prontezza di risposta alla qualità di ciò che vendi. 

Sono queste, quindi, le recensioni che vanno a intaccare in modo diretto la tua reputazione come azienda e il rapporto di fiducia con i tuoi clienti e lead. 

Commenti e menzioni sui social

Altro tipo di recensioni sono le menzioni che la tua community e i clienti che hanno acquistato dalla tua azienda possono pubblicare sui loro o sui tuoi canali social, per consigliare il tuo brand o dei tuoi prodotti oppure, al contrario, per sconsigliarli. Si tratta di una tipologia di recensione molto potente, sia in modo positivo che negativo, perché dotata di un’elevata risonanza pubblica difficile da controllare. Il consiglio in questo caso è quello di tenere monitorare le menzioni del tuo brand sui social e, se negative, intervenire prontamente con un linguaggio moderato, gentile e aperto al dialogo e alla comprensione delle motivazioni che hanno deluso l’utente.

Ora vediamo come inserire le recensioni nelle varie tipologie di email.

Email di benvenuto

Le email di benvenuto hanno lo scopo di presentarti all’utente appena iscritto e mostrargli quali sono le tue Unique Selling Propositions, i valori del tuo brand e i prodotti di punta. 

Includere delle recensioni come argomento correlato all’email (senza togliere spazio alla presentazione del tuo brand) è un ottimo modo per:

  • mostrare ai nuovi iscritti che i tuoi prodotti/servizi sono apprezzati ed efficaci
  • provare che la fiducia che i nuovi utenti hanno riposto in te con l’iscrizione è ben riposta, attraverso l’esempio di altre esperienze utente
  • incrementare la tua brand reputation, dando prova di garanzia e fiducia in ciò che vendi

Email di recupero carrello

Le email di recupero carrello abbandonato nascono proprio con l’obiettivo di invitare l’utente che ha già espresso un interesse a concretizzarlo finalizzando l’acquisto. Inserire all’interno del messaggio le recensioni di utenti che hanno acquistato il prodotto di interesse dell’utente è uno strumento estremamente efficace per stimolare il destinatario e facilitare l’acquisto. 

Vedere che altri utenti hanno apprezzato quel prodotto aiuterà infatti il tuo potenziale cliente a completare la conversione. Difficile infatti resistere all’impulso di acquistare quando tutti consigliano proprio ciò che desideri. 

 


Lancio di prodotto o servizio

Se stai lanciando un nuovo prodotto, servizio, programma o iniziativa, inserire delle testimonianze da parte della tua community può aiutarti ad aumentare il senso di fiducia e qualità del tuo brand e a presentare le tue novità con maggiore efficacia. 

Ricorda in questo caso di utilizzare le recensioni come elemento accessorio, evitando che rubino spazio e attenzione all’elemento principale del messaggio, ovvero il tuo nuovo lancio. Questo esempio di Duolingo può aiutarti a capire come posizionare in modo ottimale le recensioni in questa tipologia di email:

Usa la recensione come titolo

 

In questo esempio, Everlane decide, con un tocco in più di creatività, di sostituire il titolo nella parte above the fold con una recensione. Una strategia che catalizza tutta l’attenzione visiva del destinatario proprio sul commento con cui inizia il messaggio.

Questo stratagemma non è utilizzato casualmente: il messaggio ha lo scopo di presentare uno dei prodotti di punta del brand, nonché uno dei best seller del marchio, e l’aggiunta di una recensione come titolo di presentazione del prodotto è coerente, efficace e originale. 

Vetrina di prodotti

Un’altra tipologia di messaggio che ben si presta all’aggiunta di recensioni per aumentare le vendite è la classica vetrina di prodotti e servizi del brand.

Invece che presentare semplicemente questi ultimi con un carosello di immagini e i relativi prezzi, puoi optare per una declinazione più originale, presentandoli con le relative recensioni o con i punteggi ottenuti dalle valutazioni dei clienti che li hanno acquistati, come in questo caso:


 

Questo aiuterà non solo a incrementare le potenzialità di vendita, ma servirà anche per presentare al tuo destinatario la gamma di prodotti e servizi che la tua azienda offre, facendo pubblicità a contenuti di cui magari non era al corrente. 

Offrire suggerimenti 

Un altro modo per inserire le recensioni nelle tue campagne, è quello di basarti su precedenti acquisti da parte del cliente per suggerire prodotti o servizi simili che potrebbero interessargli. Abbinare a questi suggerimenti una recensione, può servire a rendere ancora più persuasivo il tuo suggerimento e a convincere l’utente che quel suggerimento è effettivamente valido. 

Questo è un ottimo modo per fare cross-selling e indirizzare l’utente verso altri tuoi prodotti, combinando l’analisi delle sue preferenze di acquisto con le revisioni lasciate dalla tua community, come mostra bene questo esempio: 


Non dimenticare di chiedere un feedback

Affrontiamo questo aspetto come conclusione all’articolo, ma in realtà, a livello cronologico, inviare un’email per chiedere una recensione sull’acquisto è il punto di partenza per raccogliere tutti quei commenti che ti permetteranno di inviare in seguito gli esempi appena descritti. 

Come si invia un’email per richiedere una recensione? Il segreto è:

scegliere il giusto tempismo. Mandare un’email di questo tipo troppo presto risulta poco utile, perché l’utente non ha avuto il tempo necessario per testare il tuo prodotto. Mentre, al contrario, inviare il messaggio lasciando passare diversi mesi rischia di far dimenticare all’utente il suo acquisto. Scegli un tempo proporzionato, facendo prima dei test per stimare il tempismo più adatto. 

utilizza una leva efficace per convincere l’utente a recensire il tuo prodotto. Che sia un codice sconto sul prossimo acquisto, una frase come “la tua esperienza per noi è importante” o ancora “la tua opinione può essere d’aiuto ad altri utenti” o, ancora, una promozione che introdurrai dopo aver raccolto un certo numero di feedback, l’importante è trovare il modo per convincere il tuo cliente a fornire un suo commento o una votazione.

Ultimo consiglio: rendi il processo di recensione semplice, lineare e veloce, per evitare che gli utenti si stanchino di attendere e siano invogliati anche in futuro a lasciare un loro commento. 

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Cosa sono i Lead Magnet?


 

Un lead magnet è una risorsa, un prodotto o un servizio gratuito (come un eBook o una prova gratuita) a cui gli utenti che visitano un sito possono accedere compilando un form con alcuni dati personali e di contatto (come il nome e l'indirizzo email).

Cos’è un lead magnet?

L’obiettivo del lead magnet è acquisire nuovi contatti e “attrarre dei lead (il termine inglese “magnet” in italiano può essere tradotto con “calamita”). Le aziende così lo sfruttano per invogliare gli utenti a compilare dei moduli con alcuni dati personali – come nome, cognome, età, professione, email, numero di telefono (insieme eventualmente ad altre informazioni che possono risultare utili per le vendite) – permettendo loro di accedere gratuitamente e in maniera veloce a una risorsa di cui essi hanno bisogno. Proprio perché lo scopo è attrarre nuovi contatti, i lead magnet si rivelano un utile strumento di marketing, funzionale all’attività di lead generation .

Le aziende possono proporre queste risorse sul proprio sito web: l’utente quando entra all’interno del sito può ritrovarsi delle schermate pop-up oppure dei banner con delle call to action che richiamano l’attenzione verso la risorsa da scaricare.

I lead magnet possono però essere proposti anche tramite campagne pubblicitarie portate avanti sui social, sfruttando per esempio gli annunci sponsorizzati di Facebook che indirizzano l’utente a una pagina del sito che contiene il modulo da compilare per accedere alla risorsa.

Le call to action degli elementi grafici (come alcuni bottoni) vengono generalmente accompagnate da frasi particolarmente accattivanti, ideate per invogliare gli utenti a scaricare la risorsa messa a disposizione, in cambio di alcuni dati personali. Questi dati vengono aggiunti al database dell’azienda che inserisce i potenziali clienti all’interno del funnel di vendita, procedendo poi con diversi contatti progressivi pensati per guidarli verso l’acquisto.

Tipologie ed esempi di lead magnet

A seconda del professionista, dell’azienda e/o del tipo di attività che si svolge, è possibile ricorrere a tante tipologie di lead magnet. Tra quelli più diffusi vi sono gli eBook e i white paper. Esperti appartenenti ai più diversi ambiti possono sfruttare questi lead magnet per proporre agli utenti contenuti esclusivi con consigli, guide e checklist su molteplici argomenti.

Le imprese, invece, possono usare nel proprio mercato di riferimento le conoscenze e i dati che hanno a disposizione per creare, per esempio, report che riguardano trend e tendenze.

I lead magnet possono anche assumere la forma di video o audio: si pensi a tal proposito alla realizzazione di corsi online gratuiti, webinar podcast dedicati ai temi che riguardano la propria attività e che possono offrire una risposta a bisogni, domande o esigenze del target che si vuole raggiungere.

Oltre alla possibilità di scaricare dei contenuti digitali o accedere a video esclusivi, le imprese e i professionisti possono eventualmente proporre delle consulenze gratuite.

Vi sono, inoltre, altri esempi di lead magnet come quiz e test che offrono agli utenti la possibilità di ottenere delle valutazioni: volendo procedere con un esempio concreto, recandosi sul sito di Karmen Kendrick Creative, azienda che offre servizi di manutenzione di siti in WordPress, è possibile effettuare un quiz per testare le proprie competenza nell’utilizzo della piattaforma in questione.

Pensando invece a come gli ecommerce potrebbero sfruttare i lead magnet per ottenere dei contatti, è possibile far riferimento a coupon di sconto, messi a disposizione per alcuni prodotti da acquistare, o anche alla possibilità di ottenere spese di spedizione gratuite.

Le imprese che si occupano di software o della vendita di tool potrebbero invece proporre prove gratuite di strumenti online o anche delle demo che consentano di utilizzare, anche se in maniera limitata, il prodotto in questione in cambio di alcuni dati.

Come sviluppare un lead magnet efficace?

Affinché un lead magnet si riveli efficace e in grado di portare a delle vendite è necessario innanzitutto che venga definito bene il proprio target, identificando i bisogni delle differenti buyer personas, così da poter proporre loro qualcosa di realmente utile. La creazione di lead magnet poco personalizzati, cioè non ideati avendo in mente un target specifico, porta a raccogliere lead poco rilevanti per l’azienda, che tenderanno a non essere interessati all’acquisto.

Prima di sviluppare un lead magnet è importante concentrarsi su alcuni aspetti chiave. Innanzitutto, bisogna soffermarsi sull’offerta, ossia sulle caratteristiche del prodotto o del servizio principale che l’azienda vuole vendere. Successivamente è necessario chiedersi che tipologia di clienti potrebbero ottenere più vantaggi dall’offerta principale, concentrandosi dunque sul target: l’obiettivo del lead magnet infatti è quello di offrire qualcosa che la propria audience possa scambiare con i propri dati. Infine, bisogna identificare quali sono i principali benefici che il target può ottenere da quest’offerta (andando così a definire la value proposition).

È opportuno sottolineare che vi sono alcune caratteristiche fondamentali che tendono a rendere il lead magnet più efficace. Come fatto notare in precedenza, deve trattarsi di una risorsa fornita in maniera gratuita; deve essere in qualche modo riconducibile all’azienda e al relativo core business, rimandando se possibile al prodotto o servizio principale del brand . Inoltre, deve essere facilmente fruibile dagli utenti, richiedendo il minor investimento di tempo possibile (per questo potrebbe essere utile rendere i moduli brevi e facili da compilare).

Un lead magnet di valore deve inoltre offrire una risposta o una soluzione concreta a un problema o bisogno specifico: bisogna per questo aggiornare periodicamente i contenuti proposti assicurandosi che i materiali non diventino obsoleti. È opportuno inoltre che si tratti di una risorsa o di una proposta esclusiva, ossia non accessibili al pubblico in generale, dando agli utenti un incentivo a lasciare i propri dati.

InsightAgency

Dal Marketing Mix delle 4P alle 4e del Marketing Omnichannel


Scordiamoci le 4P del marketing classico e diamo il benvenuto alle 4E.


Per chi ha studiato Marketing all'Università o ha letto libri di approfondimento, conosce bene il concetto delle 4P del marketing mix, ma considerando che il mondo e le modalità di fare business sono cambiate in modo considerevole negli ultimi 20 anni, gli esperti di marketing hanno identificato un vero e proprio cambio nella strategia da adottare in chiave business, passando dalle 4P alle nuove 4E.

Scopriamo insieme qual è il cambiamento, tornando brevemente a descrivere le 4P per poi descrivere le nuove 4E in dettaglio.

Le classiche 4P del Marketing Mix

Era il 1960 quando Edmund Jerome McCarty, professore americano di marketing, pubblicò il libro Basic Marketing: A Managerial Approach in cui esponeva per la prima volta la teoria delle 4P del marketing mix.

Le 4P erano le seguenti: Product, Price, Place, Promotion.
Questi erano i 4 elementi più importanti su cui riflettere e da tenere conto per fare business.

Un concetto da interiorizzare

Il mondo è cambiato. Dagli anni '60 sono passate diverse generazioni, GenX, GenY, GenZ, i Millenials e tra poco sarà la Generazione Alpha a condizionare gli acquisti. Ad ogni generazione sono stati registrati cambiamenti epocali, pian piano ogni paradigma del marketing si è trasformato. Sono cambiati i bisogni, i criteri di fedeltà, l'idea di prodotto, le modalità di acquisto e tanto altro.

Le persone non comprano più il prodotto, acquistano la sua anima, il suo perché.

I clienti del futuro acquisteranno sempre più esperienze ed emozioni. Dovremo cambiare il nostro approccio ed iniziare a domandarci qual è l'emozione che offro al mio cliente quando sceglie il mio prodotto. Il branding emozionale sarà elemento imprescindibile del prodotto stesso, e contraddistinguerà più di ogni altra cosa l'immagine di un'azienda.

Ti sei già accorto che:

Non serve più avere il prodotto migliore. L'importante è venga percepito come migliore, anche grazie a servizi di supporto, magari gratuiti.

I marchi di maggior successo non offrono solo prodotti o servizi materiali, ma grandi esperienze. Emozioni, una storia interessante che spiega il perché è nato quel prodotto (l'anima). Le aziende devono offrire qualcosa di cui parlare e da raccontare agli amici. 

Anche un semplice prodotto, oggi, può diventare un vero status symbol.

Se non credi all'affermazione fatta, pensa ad alcuni brand di caffè in particolare e rifletti sul fatto di come una banalissima cialda con pochi grammi di caffè possa essere diventata così "importante" e determinante per un certo tipo di persone nell'elevare la propria classe sociale. Non è grazie ad una cialda che si diventa importanti, ovvio : ) ma anche grazie ad una cialda si può affermare o dare conferma di far parte di una specifica fascia economica.

In questo senso, ti suggerisco di leggere il libro di Simon Sinek intitolato Parti dal perché (Start with why). Puoi acquistarlo su Amazon.

Le nuove 4E del Marketing Mix

Brian Fetherstonhaugh, Global CEO di OgilvyOne, è stato l'ideatore del concetto delle nuove 4E del Marketing mix, presentandolo come un aggiornamento delle vecchie 4P.

EXPERIENCE

Se nelle 4P era il Prodotto l’elemento principale, nel Marketing mix del nuovo millennio è l’Esperienza a prendere il suo posto. In passato, si otteneva attenzione del cliente mettendo in mostra le caratteristiche del prodotto, esaltando le potenzialità, le compatibilità, la qualità, ecc. Questo approccio sta perdendo il suo appeal perché utilizzato in eccesso negli anni (spesso nascondendo difetti del prodotto e portando avanti delle "mezze verità/bugie"). Ciò ha generato delusione negli acquirenti, le aspettative erano sempre molto alte. Se un'azienda promette, poi deve mantenere la parola.

Per tutte queste ragioni e forse anche per altre, il Prodotto ha perso il suo ruolo cruciale, messo da parte dall’Esperienza, che in fin dei conti riesce davvero a coinvolgere i potenziali clienti ed attrarli ad un brand anche non conosciuto. Il primo passo strategico è: creare emozioni, sensazioni positive. Il cliente deve avere un feeling con il prodotto, creando un legame emotivo con il brand.


EXCHANGEE

La seconda P era il Prezzo, e non si può certo dire che il prezzo non abbia importanza strategica nel mondo globalizzato, pieno di offerte e sconti personalizzati. Tuttavia è importante comprendere come il consumatore si sia evoluto e abbia cambiato il proprio modo di vedere lo scambio di soldi per l'acquisto di un bene.

Il consumatore non acquista più esclusivamente per necessità ma spesso solo per desiderio. Ciò comporta una diversa importanza data al denaro e al prezzo. Non si tratta più di spendere meno possibile per un prodotto di cui ho necessità ma di spendere meno possibile per un prodotto che ammiro, desidero o di cui ho bisogno in quanto mi offre un'emozione o uno status symbol.

Acquisto un prodotto che mi offre un “valore”. Più valore aggiunto possiede il prodotto che voglio acquistare e meno importante diventa il prezzo a cui lo posso acquistare.

Il valore è un qualcosa che il cliente ottiene, oltre al prodotto, dopo avere effettuato l’acquisto. Se un'azienda vuole intercettare i clienti di oggi, deve creare dei valori aggiunti ai propri prodotti. Per questo motivo, nella nuova strategia di marketing il Prezzo diventa Scambio (Exchange) di valore tra azienda e cliente.


EVERYPLACE

Il mondo digitale ha trasformato fortemente l'universo degli acquisti. Una volta era indispensabile fare arrivare i prodotti a tanti punti vendita fisici, adesso grazie all’e-commerce non è più strettamente necessario, ed infatti molti lavori di intermediazione sono scomparsi.

Il cliente può acquistare da ovunque, in qualsiasi momento e orario (l'ecommerce è aperto 24 ore al giorno, anche nei giorni festivi). Ecco perché la terza P di Place (distribuzione) diventa Everyplace (ovunque). Oltre qualsiasi confine fisico, oltre qualsiasi muro dato da lingua, distanza o disponibilità fisica.

Importante: la strategia di Everyplace, deve anche tradursi in onnipresenza sui Social media, così come nella corretta comunicazione online con un portale web responsive (facile da essere utilizzato su mobile). Così facendo i potenziali clienti possono essere ingaggiati (engaged) più facilmente, sfruttando più canali di vendita.
 

EVANGELISM

La quarta e ultima P era la Promozione, tutt’ora fondamentale in una strategia di marketing vincente. Ma anche in questo caso, è importante riflettere su come la pubblicità si sia evoluta e cosa sia diventata oggi.

Nel mondo globalizzato e digitale la promozione non è più unidirezionale ma multi-canale, un coinvolgimento del consumatore a 360°. Ciò significa ad esempio, che un utente dovrà trovare lo stesso tipo di promozione (immagine aziendale) sul sito web, sui canali Social, nei punti vendita fisici, sul motore di ricerca Google (sfruttando Google AdWords), su Bing, ecc.

Fare marketing oggi significa comunicare con gli utenti utilizzando qualsiasi tipo di canale ed in modo globale, 24 ore su 24, anche multi-lingua.

Per fare in modo che ciò avvenga, sta all’azienda trovare anche degli argomenti interessanti di cui parlare, magari utilizzando anche degli Influencer.

L'azienda quindi, piuttosto che decantare le proprie doti, deve sforzarsi a soddisfare i clienti al punto da portarli a consigliare i prodotti spontaneamente (passaparola). In questo modo i consumatori si trasformano in testimonial della marca alimentando la reputazione del brand.

Cura i tuoi clienti a tal punto da trasformarli in ambasciatore del tuo brand (un Evangelist).

Se il tuo cliente crede veramente in te, ha piena fiducia nei tuoi prodotti ed abbraccia l'anima dei tuoi prodotti, comprese le scelte produttive che fai ovvero la mission aziendale, avrai trovato un alleato che difenderà a spada tratta il tuo brand! Quel cliente sarà un Evangelista del tuo brand, egli potrebbe non acquistare più alcun tuo prodotto negli anni a venire, ma riuscirà sicuramente a spingere nuovi clienti a scegliere il tuo brand.

L'azienda deve far in modo di diventare uno dei punti di riferimento del cliente. La motivazione può essere di vario genere: ecologico, tecnologico, passionale, innovativo, ecc. Sta a te trovare la via-del-successo, la mission aziendale ideale che permetterà di creare un legame emotivo con i tuoi futuri clienti.

InsightAgency

Personal Brand: la guida a 4 step per chi parte da 0

 


Se consideri il Personal Brand un elemento fondamentale per migliorare la tua carriera, in questo articolo scopriamo 4 step per crearlo partendo da 0.

 Perché è importante il Personal Branding?

Oggi più che mai, l’incertezza regna sovrana nel mercato del lavoro. Quante volte ti sei trovato a candidarti per una posizione junior dove venivano richiesti almeno 2 anni di esperienza nel settore?

Specialmente per i giovani inserirsi nel mondo del lavoro è un passaggio difficile, a causa dei continui mutamenti tecnologici. Il mercato richiede continuamente nuove competenze e si deve rimanere al passo.

Come dice Nicoló Andreula in Flow Generation: Manuale di Sopravvivenza per Vite Imprevedibili:

“Milioni di persone nel mondo occidentale sono già diventate “giocolieri di mestieri”, esperte nel destreggiarsi tra più di un lavoro: conducono un’esistenza a incastri, in cui il proprio reddito è un mosaico composto. Impieghi, progetti, impieghi, entrate passive. La tecnologia sta promuovendo questo tipo di vita lavorativa a frammenti, e in parallelo sta cambiando anche il modo in cui guardiamo a noi stessi.”

Questa frammentazione delle nostre vite professionali si allontana dal modello che abbiamo appreso durate la scuola dell’obbligo, il liceo e l’università. Queste istituzioni ci hanno guidato, a torto o a ragione, verso un futuro fatto dalla certezza di avere un lavoro stabile. Studia, impegnati e vedrai che troverai il tuo posto nel mondo.

Tuttavia, le innovazioni tecnologiche hanno scardinato le vecchie regole del mondo del lavoro, generando percorsi di carriera irregolari e discontinui. Per questo motivo molti professionisti si sono adattati gestendo diverse attività con cui mantenersi, diventando così dei “giocolieri di mestieri”.

Anche tu sei un giocoliere di mestieri?


Facci caso… nel mondo digitale probabilmente anche tu sei un giocoliere di mestieri, solo che non ci hai mai pensato. Io, per esempio, ho inziato a lavorare come giornalista e reporter freelance, ma ho avuto modo di studiare le basi di altre materie mentre lavoravo. Montaggio e post-produzione video, Design, User Experience Design, copywriting, SEO, sviluppo front end, analisi dei dati, social media marketing, tutte competenze che ho sviluppato durante il mio percorso professionale.

Senza accorgermene sto diventando un giocoliere di mestieri, e probabilmente lo stesso sta accadendo anche a te.

Non a caso oggi, nell’ambito della formazione digitale, si parla spesso della formazione di competenze T-shaped. Una vasta serie di materie conosciute in maniera orizzontale, e una stretta cerchia di materie approfondite in maniera verticale. In questo modo le nostre competenze sono elastiche e si adattano ai mutamenti del mercato del lavoro causati dall’avanzamento della tecnologia.

Come avrai notato l’unica cosa che non cambierà in questo percorso è il tuo Personal Brand.

Cos’è il Personal Brand?

Secondo Jeff Bezos, Fondatore di Amazon, il personal brand è quello che le persone dicono di te quando non ci sei. Volente o nolente, la tua attività professionale andrà a definire il tuo personal brand.

In un mondo del lavoro così discontinuo cambieranno le tue competenze ed il tuo percorso di carriera. Ma non il tuo Personal Brand, che ti seguirà e si evolverà con te.

Come prendersi cura del Personal brand?

Il Personal Brand può essere sviluppato sia online che offline.

La differenza è nel fatto che il passaparola offline è molto più lento e spesso limitato ad una cerchia di persone ristretta ad un limitato ambito geografico. In questo modo rischi di rimanere intrappolato in una cerchia di clienti, attuali e potenziali, che valutano di scarso valore quello che fai o che ti danno poche occasioni per crescere professionalmente.

Il passaparola online è invece nettamente più veloce, e infinitamente più potente. Basti pensare ai professionisti che grazie alla produzione di contenuto online sono riusciti a far crescere esponenzialmente la loro rete di contatti e, di conseguenze, le proprie opportunità lavorative.

Ovviamente non bisogna pensare all’online e all’offline come due mondi separati, entrambi creano sinergie e contribuiscono a plasmare il Personal Brand.

A tal proposito possiamo citare alcuni professionisti italiani come Federica Mutti, Luca Mastella, Francesco Agostinis o Alessandro Vercelloti (l’avvocato del digitale). Le competenze di questi professionisti sono conosciute proprio grazie alla forza dei Personal Brand che sono stati in grado di costruire.

 


I 4 Step per sviluppare il tuo Personal Brand

Ora che abbiamo capito cos’è un Personal Brand passiamo a 4 step fondamentali per iniziare a costruirne uno.

Premetto che questi 4 step sono il frutto della mia esperienza personale e delle mie ricerche. Sono molto utili per chi ancora non ha iniziato questo percorso, perché molto probabilmente affronterà gli stessi problemi che ho affrontato io.

Capisci chi sei

Sembrerà banale, ma non lo è. Capire chi sei è molto importante. Il Personal Brand online non è altro che la tua estensione nel mondo digitale, non vorrai che dica e faccia cose che non condividi?

Mi spiego meglio, tutti noi siamo frutto di un percorso che ci ha portato ad essere quello che siamo oggi. Quindi fingere sulla personalità, sui valori, sui titoli accademici e sulle competenze è un boomerang pericoloso.

Ricordati che la fiducia si guadagna goccia dopo goccia, ma si perde a litri. Quindi ti consiglio vivamente di non spacciarti per quello che non sei, perché ne pagherai le conseguenze nel lungo periodo.


 

Come capire chi sono?

Bella domanda, non è un percorso semplice e lineare, la scoperta del sé è un processo che continua durante tutta la vita. Però puoi individuare quali sono le motivazioni che ti spingono a fare quello che fai, ci sono diversi esercizi con cui puoi allenarti.

3 esercizi per capire chi sono

  • Il modello a 5 step per creare un mission statement può aiutarti ad individuare in che direzione vuoi andare nella tua vita. In questo modo inizierai a capire cosa ti rende felice e cosa puoi fare per raggiungere i tuoi obiettivi.
  • L’esercizio dei 5 Perché. Chiediti perché vuoi fare qualcosa 5 volte, andando a ritroso troverai i veri valori che ti spingono nelle tue azioni.
  • Un terzo metodo è semplicemente analizzare quello che fai durante il tuo tempo libero o quando ti annoi. In queste occasioni spesso diamo ampio sfogo alle nostre passioni e alla nostra personalità, prova a farci caso.

Io, ad esempio, ero e sono ancora molto innamorato dei giochi di strategia online. Quando ho iniziato ad occuparmi di marketing e personal branding, sono un po’ ritornato indietro nel tempo, quando studiavo strategie per vincere le mie partite.

Capisci a chi vuoi parlare

Una volta che hai capito chi sei, devi capire a chi vuoi rivolgere il tuo messaggio. Individua una nicchia specifica, che ha determinati interessi, e comunica per risolvere problemi specifici.

Attenzione! Non perderti in dettagliatissime analisi e definizione dell’audience persona all’inizio. Parti con un quadro generale del tuo interlocutore ideale.

Ricordati che la comunicazione online non è 1 to many, ma 1 to 1. Di conseguenze ti consiglio di costruire una relazione con le persone interessate a quello che fai, parlarci e confrontati. In questo modo capirai quali problemi stanno affrontando nella propria vita ed in che modo puoi aiutarli.

Facciamo finta che tu sia un insegnate di Yoga, per costruire un Personal Brand online ti basterà riprenderti con il tuo Smartphone mentre fai i tuoi esercizi o parli del tuo lavoro. Magari all’inizio non andare nello specifico, ma parla e mostra tutto quello che può essere utile per un neofita. In questo modo tutte le persone interessate allo yoga troveranno i tuoi contenuti online ed inizieranno a seguirti.


 

Andando avanti, affina l’audience persona

Ovviamente dovrai correggere il tiro andando avanti, è giusto partire in maniera un po’ più generale all’inizio, ma in futuro dovrai definire un audience persona maggiormente dettagliata (o anche più audience persona).

Tornando all’esempio dell’insegnante di Yoga. Una volta che hai iniziato a costruire un pubblico in maniera generale sulle tematiche dello Yoga dovrai scendere più nello specifico per individuare quali sono i problemi che le persone vogliono risolvere con il tuo servizio. Magari alcune persone vogliono fare Yoga per rilassarsi ed esplorare il proprio io, altre perché sono sempre stressate e vogliono uscirne, altre ancora perché sono affascinate dal mondo orientale. Il segreto del successo sarà proprio nella tua abilità di definire nello specifico le persone a cui vuoi parlare e costruire una comunicazione su misura per loro.

Inizia da subito a produrre contenuti

Bene, adesso arriva la parte davvero difficile, produrre contenuti. Dico difficile perché questo è il momento in cui dobbiamo metterci in gioco ed esporci al giudizio degli altri.

Durante questo percorso incontrerai due ostacoli particolarmente insidiosi.

Il principale ostacolo per chi parte da zero

La paura di farci vedere partire dal basso è la grande barriera all’entrata del Personal Branding. Se stai leggendo questo articolo hai già tutti gli strumenti tecnologici che ti permettono di iniziare oggi stesso a produrre contenuti. Quindi perché non lo stai già facendo?

Secondo la mia opinione i limiti non sono di natura tecnologica, ma culturale. In Italia siamo stati educati al rifiuto del fallimento. Questo perché a scuola e all’università fallire significa macchiarsi indelebilmente e perdere la possibilità di riscattarsi. Ecco perché, inevitabilmente, non tutti avranno il coraggio di sviluppare un personal brand online.

La paura quando produci contenuti sarà una cattiva consigliera, cerca di non ascoltarla. Tenderà a farti credere che ti stai semplicemente mettendo in ridicolo. Inizierai chiederti in che modo gli altri ti giudicheranno.

Cosa penseranno i miei amici di me? Ed i miei genitori? E l* mi* compagn*? Ed i miei colleghi?

Il consiglio che ti posso dare è… FREGATENE.

Probabilmente queste persone di cui temi il giudizio, diventeranno i tuoi primi supporter, o al massimo ti ignoreranno.

In ogni caso non dare troppo peso al giudizio degli altri, a meno che non facciano parte della tua nicchia di mercato. Concentrati sull’obiettivo che vuoi raggiungere, aiutare altre persone a risolvere un problema e condividere il tuo percorso. Non aspettare di avere dei contenuti perfetti, parti e migliora con il tempo.

Quando inizierai a postare saranno gli utenti stessi e valutare il tuo lavoro. Quindi parti, sbaglia ed impara durante il percorso.


 

Attenzione alla gratificazione istantanea

Appena avvierai il tuo progetto non avrai alcun riscontro da parte del pubblico. È normale, Roma non è stata costruita in un giorno, ed il tuo Personal Brand non fa eccezione. Il problema è che viviamo in un’epoca dove siamo ossessionati dalla gratificazione istantanea dei like, dei follow, e delle condivisioni.

I tuoi risultati miglioreranno con il tempo, perché testando inizierai a capire cosa funziona di più e cosa meno. Quindi dai il giusto peso a queste metriche, concentrati sulla costanza e sul valore dei tuoi contenuti.

Quali piattaforme scegliere per il Personal Branding?

Scegli le piattaforme che conosci meglio. Io personalmente ho scelto Facebook ed Instagram, perché sono quelle che utilizzo di più come utente. A supporto di Facebook ed Instagram ho deciso di utilizzare Youtube e questo blog.

All’inizio è meglio partire con 1 canale principale e 2 di supporto. Il canale principale sceglilo in base alle tue attitudini, parti dalla piattaforma che conosci meglio e che vivi di più durante la tua quotidianità.

I benefici di un approccio Multicanale

Ogni canale ha le sue regole, come disse Marshal Mcluhan, “il medium è il messaggio“.

Per questo ti consiglio di selezionare le piattaforme in base alla complessità e alla tipologia di messaggio che vuoi comunicare.

Sui miei profili social condivido i miei percorsi professionali e le mie tips sulla comunicazione, sull'advertising, sulla fotografia e sul marketing. Questo perché Facebook ed Instagram si prestano perfettamente per contenuti a metà tra l’intrattenimento, l’ispirazione e la formazione.

Su Youtube condivido le mie competenze su determinati argomenti. Mostro i video realizzati dall'agenzia per i clienti, ma anche creazioni digitali come la produzione musicale di SloU Cobra ed alcuni tutorial.

Sul Blog della Insight Agency condivido le mie competenze di Marketing a livello strategico, che richiedono un approfondimento maggiore, guide approfondite sulla scrittura creativa e sulla fotografia.


 

Impara durante il percorso

Producendo contenuti ti accorgerai che le tue competenze attuali non sono sufficienti per produrre post, video o articoli di qualità, che generino interesse negli utenti.

A questo punto ti consiglio di scegliere dei corsi o dei libri che vadano a potenziare quelle aree in cui vuoi migliorare.

Fai corsi su quello che ti piace

Il mio consiglio personale è quello di studiare di più quello che ti piace e dove sei più portato. Se odi fare video editing non ha senso fare un corso verticale su quel tema, acquisisci solo le competenze di base per poter produrre contenuti che siano sufficientemente gradevoli.

Crea le tue verticali sui tuoi punti di forza. Se ti piace e ti senti portato per il copywriting, verticalizzati su quello. In questo modo imparerai più velocemente e renderai irresistibili i tuoi contenuti facendo perno sui tuoi punti di forza.

Come capire quello che ti piace?

Il mio personale consiglio è quello di fare. Facendo scopriamo non solo cosa ci piace e cosa no, ma anche quali sono i nostri punti di forza e cosa apprendiamo più velocemente. Se ci accorgiamo che una competenza specifica stimola il nostro interesse, allora approfondiamola per costruire su di essa la nostra carriera.

Ricordati di condividere il tuo apprendimento, perché all’inizio sarà una parte importante del tuo viaggio. Documenta il percorso, non solo il risultato.

Alcuni consigli pratici per il tuo Personal Branding

Prima di concludere l’articolo voglio darti dei consigli pratici che io stesso sto applicando per sviluppare il mio Personal Brand.

Il Personal Brand non è tutto

La rete di conoscenze ti servirà per avere più opportunità. Ma ricordati che quello che ti permetterà di essere davvero spendibile sul mercato del lavoro sono le tue competenze. Trova il giusto bilanciamento tra questi 2 elementi.

In ogni caso, produrre contenuti per il tuo Personal Brand ti farà acquisire delle competenze che potranno esserti utili in futuro. Lo sviluppo di competenze e l’ampliamento della tua rete di contatti non sono attività scollegate, ma si alimentano a vicenda.

Ricordati che il mondo è off-line

Le relazioni offline sono più importanti di quelle online. Cerca di confrontarti dal vivo con altri professionisti che hanno già intrapreso il percorso che vuoi fare tu. Ti daranno utili indicazioni su come muovere i tuoi primi passi.

Scambia con loro idee e riflessioni. In questo modo potrai crescere più velocemente ed ampliare la tua rete di contatti.

Trova i tuoi Costruttori di Autostrade

Nel celebre libro di Jonathan Goodman, Viralnomics: How to Get People to Want to Talk About You, vengono analizzati le differenti 4 tipologie di utenti che dominano l’internet. Per aver successo con il tuo personal brand devi trovare quelli che vengono definiti i costruttori di autostrade, ossia le persone che amano talmente tanto quello che fai (e quello che comunichi), che diventeranno parte attiva nella divulgazione del tuo messaggio.

Se parti da zero i costruttori di autostrade potrebbero essere tra i tuoi amici e conoscenti. Impara a riconoscerli. Queste persone non solo divulgheranno il tuo messaggio, ma ti daranno feedback e consigli utili per migliorare i tuoi contenuti. Tieniti stretti questi amici, sia nella tua vita privata che in quella professionale.

Copia in maniera intelligente

Prendi spunto da chi è poco più avanti di te. Le tecnologie evolvono velocemente, non emulare chi ha 200.000 follower su Instagram. Piuttosto emula micro-influencer che hanno guadagnato 2.000 follower in 4 mesi nella propria nicchia.

Ricordati che tu sei unico. Copia la forma, non la sostanza. Il tuo tono di voce deve essere il tuo, solo in questo modo la tua comunicazione sarà unica ed efficace.

 

InsightAgency

Food packaging: cos'è, come sceglierlo e perché è importante.

 


Quando sentiamo parlare di food packaging, la prima cosa che ci viene in mente è un contenitore di alimenti, pensato per avvolgere e proteggere il cibo dal momento in cui viene confezionato a quando arriva sulle nostre tavole. Esso deve tener conto delle dimensioni del prodotto, della sua consistenza e di eventuali interazioni tra il cibo e i materiali del contenitore, impedendo l’alterazione o il danneggiamento degli alimenti al suo interno.

Il packaging alimentare, però, non è solamente un imballaggio che permette di mantenere intatte le proprietà del prodotto fresco. È anche, e soprattutto, un medium fisico, uno straordinario canale di comunicazione diretta tra il nostro brand e il cliente. In altre parole, il food packaging parla di noi, del nostro marchio. Per questo motivo è fondamentale comprenderne l’importanza, sia dal punto di vista dei suoi requisiti fondamentali, sia dal punto di vista del marketing. In questo articolo spiegheremo cos’è il food packaging, come sceglierlo e perché svolge un ruolo così importante nel successo di un prodotto alimentare.

Nella definizione di food packaging rientrano tutti gli imballaggi in grado di contenere gli alimenti, rispettandone e preservandone le caratteristiche ed evitando che essi vengano danneggiati durante il trasporto. Per questo, la scelta del packaging alimentare più adatto comporta un’attenta analisi dei materiali, che dovranno tassativamente essere atossici, in grado di minimizzare il deterioramento del prodotto anche in caso di condizioni ambientali avverse e non rilasciare alcuna sostanza nociva. Possiamo quindi dire che, requisiti fondamentali e primari dell’imballaggio siano quelli di contenere, preservare e consentire il trasporto dei prodotti.

Ma il food packaging svolge anche un’altra importantissima funzione: essere un efficace strumento di marketing. Il tipo di packaging che andremo a scegliere, infatti, condizionerà l’esperienza di acquisto del cliente che sarà inevitabilmente influenzato nel suo giudizio dal modo in cui il prodotto appare esteriormente, e non solo dal suo contenuto. Pensare di elaborare il packaging tenendo in considerazione solo le esigenze logistiche o funzionali e sottovalutando il punto di vista del cliente è un errore da non fare se intendiamo veicolare un’immagine positiva del brand. Quando scegliamo il tipo di food packaging da utilizzare, infatti, dovremmo sempre tenere a mente che esso parlerà della nostra azienda e dei nostri valori molto prima che possa essere valutata dall’acquirente l’effettiva qualità del prodotto al suo interno.

Come scegliere il giusto food packaging?

Questo significa che, a seconda del food packaging scelto, comunicheremo qualcosa ai nostri clienti, influenzando i loro acquisti futuri. Esserne consapevoli è il primo passo per far sì che il messaggio veicolato offra un’immagine positiva del brand e del prodotto. A tal proposito, ci sono alcune best practice nella scelta del food packaging da tenere in considerazione e provare a tradurre nel proprio business.

Food packaging a basso contenuto di plastica

La prima e più attuale è sicuramente quella di cercare di ridurre il più possibile l’utilizzo della plastica negli imballaggi. Chi compra cibo online, ad esempio, è tendenzialmente un cliente molto consapevole, che ha valutato diversi aspetti e tenuto in considerazione una serie di vantaggi e svantaggi prima di compiere la propria scelta di acquisto. Spesso si tratta di clienti particolarmente sensibili al tema ambientale e attenti agli aspetti di vita ad alto impatto sociale. Se desideriamo attirare questo tipo di clientela (e compiere una scelta green!), ridurre l’utilizzo di plastica nel packaging comunicherà la nostra posizione relativamente alla responsabilità sociale che l’azienda si vuole assumere.

Un imballaggio facile da aprire

Un secondo fattore che condiziona l’esperienza positiva del cliente relativo al packaging è sicuramente la facilità di apertura. Un esempio di successo in tal senso è rappresentato da Amazon che, ormai da diversi anni, attua una politica interna chiamata frustration free packaging: il packaging che libera dalle frustrazioni. Da questa politica è nata quella confezione, solitamente utilizzata per i libri, che permette al cliente di aprire facilmente l’imballaggio tramite una linguetta seghettata e al cui interno non contiene altro che non sia il prodotto, rendendo l’apertura e lo smaltimento della scatola semplice e veloce.Per i prodotti alimentari risulta ovviamente molto più complicato utilizzare un imballaggio del genere, soprattutto a causa della necessità di salvaguardare l’integrità e la freschezza del cibo. Ma questo non deve precludere la possibilità di individuare metodi alternativi e semplici di apertura dell’imballaggio, utilizzando, ad esempio, coperchi a incastro e sigilli di freschezza.

Packaging informativo

Il terzo fattore da tenere in considerazione è il materiale informativo che il packaging dovrà contenere. Che si tratti di un e-commerce di prodotti alimentari da supermercato, senza nulla da spiegare, o prodotti molto particolari con un importante storytelling, il momento dell’apertura del pacco rappresenta il primo contatto fisico tra l’azienda e il cliente e, quindi, l’opportunità di poter fare comunicazione e raccontare qualcosa di noi. Può essere inserito nella confezione del materiale informativo che racconti la storia del brand, la creazione dei prodotti e i valori aziendali ma anche le istruzioni per smaltire correttamente l’imballaggio. Oppure, ancora, possiamo scegliere di utilizzare del materiale diverso in base alla tipologia di cliente, se abituale o al primo acquisto, tramite sistemi automatici che si interfacciano con il magazzino dell’azienda.

Food Packaging brandizzato

Un ultimo, ma non per importanza, aspetto fondamentale da tenere in considerazione è la personalizzazione grafica del packaging con il logo del brand. Molti e-commerce fanno l’errore di partire con un packaging anonimo, non brandizzato esternamente, per abbassare i costi. Così facendo, però, si sottovaluta il potente marketing inconscio che caratterizza la fase in cui il cliente riceve fisicamente il pacco. I primissimi secondi, infatti, sono quelli che condizionano maggiormente l’esperienza dell’acquirente e saper rendere piacevole questo momento significa aver già raggiunto un ottimo traguardo. Per farlo, basta avere una scatola personalizzata, magari colorata, che mostri il marchio e trasmetta i valori del brand. E se il modello logistico non dovesse permetterlo, perché magari la scatola rischia di sporcarsi molto durante il viaggio, un’ottima alternativa è quella di personalizzare l’interno dell’imballaggio; esistono, ad esempio, nuove tecnologie di stampa digitale su cartone che permettono una variabilità grafica altissima a costi molto contenuti.

Perché il packaging alimentare è importante

A seconda di come viene utilizzato, il packaging alimentare può essere un prezioso alleato o il nostro peggior nemico. Il modo in cui il nostro prodotto appare esteriormente è fondamentale per la buona riuscita di una vendita, soprattutto quando si parla di cibo. Il design della confezione, infatti, rappresenta la prima esperienza di qualità di ciò che stiamo vendendo ed è in grado di rafforzare il legame tra marchio e clienti, oltre a influenzare i comportamenti di acquisto futuri di questi ultimi.

Il food packaging aiuta ad attirare l’attenzione del consumatore su un determinato prodotto; fattore fondamentale se consideriamo un mercato alimentare sempre più affollato nel quale ciò che vendiamo rischia di perdersi e confondersi tra le migliaia di proposte alternative. Ma il giusto packaging può anche aumentare sensibilmente la ricorrenza di acquisto se, ad esempio, decidiamo di fornire ai clienti una soluzione migliorativa (più intuitiva o più sostenibile) rispetto a quella attuale. O, ancora, può invogliare il consumatore ad acquistare nuovamente, magari sfruttando la possibilità di restituzione della scatola alla consegna dell’ordine successivo, rendendolo una vera e propria leva per il riacquisto.

Come abbiamo visto, le possibilità di personalizzazione del packaging alimentare sono davvero moltissime. Alcune soluzioni sono molto economiche, altre richiedono investimenti extra da tenere in considerazione, altre ancora una pianificazione ben precisa da mettere in atto. Quello che però non dobbiamo mai sottovalutare è l’importante ruolo che l’imballaggio svolge nel veicolare l’immagine del nostro brand e nel comunicare quelli che sono i valori aziendali. Il food packaging, infatti, rappresenta il primo e principale touchpoint fisico tra l’azienda e il cliente e, per questo, deve essere incluso come strumento fondamentale all’interno del processo di marketing di qualsiasi azienda che voglia avere successo.

InsightAgency

Vuoi avere clienti felici? Cura il tuo customer care!

 


I tuoi clienti sono il cuore della tua attività. A loro devi il tuo fatturato, la tua popolarità, il tuo successo. Senza di loro il tuo business non avrebbe senso.

Spesso ci riteniamo soddisfatti della vendita dei nostri servizi o prodotti e ci dimentichiamo di quello che accade dopo e nel mezzo, di prenderci cura in modo sincero di loro, delle loro necessità, dei loro bisogni.
Spesso trascuriamo l’importanza del customer care, che si affianca al customer journey.

Customer Care prima dell’acquisto

Il tuo potenziale cliente ti ha trovato.
Gli piaci, gli piace ciò che fai, pensa che tu sia la persona o l'azienda giusta per lui. Forse, invece, ti sta solo studiando per capire se sei davvero il professionista o l'azienda che risponde alle sue esigenze.

In questa fase il tuo potenziale cliente può:

  • Essere entrato nel tuo negozio (fisico o virtuale)
  • Averti lasciato un commento sui social network (o una richiesta di contatto di qualche altro tipo)
  • Averti contattato via email o al telefono per avere delle informazioni aggiuntive.

Cosa deve funzionare?

  • Il tuo form contatti sul sito web. Più è personalizzato, meglio è.
  • La possibilità di rispondere alle tue newsletter in modo semplice.
  • La tua casella email. Utilizza le risposte automatiche quando sei in vacanza, ma anche in periodi intensi di lavoro in cui le risposte sono più lente del consueto.
  • I tuoi orari e gli strumenti di lavoro. Rispondi solo nelle fasce orarie in cui sei operativo e, quando vieni contattato sui social, invita le persone a scriverti un'email.

Come puoi comportarti?

  • Se non lo sai, chiedi il suo nome e rivolgiti a lui usandolo. Ti aiuterà a rendere la tua comunicazione più empatica.
  • Fagli delle domande. Se non ti è chiaro ciò di cui ha bisogno, ma anche se hai capito cosa le serve, chiedigli maggiori dettagli. Lo farà sentire ascoltato. Puoi proporglu un questionario che ti aiuti a comprendere le sue necessità e se sei davvero la persona adatta a lui.
  • Rispondi alle sue perplessità e dissipa ogni suo dubbio. Sii disponibile all’ascolto.
  • Fagli trovare tutte le informazioni al posto giusto. Scrivi sales page chiare e metti in evidenza i tuoi prezzi. Se le sue domande non hanno trovato risposta sul tuo sito web, migliora le tue pagine servizi per renderle più efficaci, magari aggiungendo una sezione dedicata alle domande frequenti.
  • Ringrazialo per averti contattato.
  • Sii gentile.

Customer Care durante l’acquisto

Durante l’acquisto tutto deve scorrere in modo fluido e senza intoppi.
Una procedura di acquisto complessa farà desistere anche il cliente più motivato.

In questa fase il tuo cliente può:

  • Effettuare una transazione di acquisto
  • Chiederti un preventivo personalizzato

Cosa deve funzionare?

  • Assicurati che il pagamento online sia veloce e senza problemi tecnici. Io utilizzo PayPal da sempre e mi sono sempre trovato bene.
  • In caso di prodotti costosi, prevedi diverse modalità e opzioni di pagamento.
  • Crea una pagina FAQ e le policy di acquisto e reso sul tuo sito web.
  • Fa che la fase di fatturazione veloce: raccogli in modo automatizzato tutti i dati fiscali necessari.
  • Un preventivo dettagliato, scritto in modo chiaro e semplice.
  • Un contratto in cui siano definite le tue responsabilità e quelle del tuo cliente. Ma anche quali sono le attività di cui ti occuperai tu e quelle, invece, a suo carico

Come puoi comportarti?

  • Non mettergli fretta. Se hai necessità di programmare il tuo lavoro per i mesi a venire, inserisci nel tuo preventivo una data di scadenza e poi, una settimana prima, sollecita con gentilezza il tuo potenziale cliente.
  • Quando rispondi al tuo cliente – anche via email – resta concentrato su di lui e i suoi bisogni, proprio come se gli stessi parlando a quattr’occhi.

Customer Care dopo l’acquisto

Non lasciare solo il tuo cliente dopo l’acquisto. Di certo sarà più facile per te essere attento al dopo se vendi servizi o consulenze ma, in ogni caso, se c’è un tempo di attesa fisiologico tra il momento del pagamento e quello dell’inizio del percorso insieme, fagli sentire che ci sei.

In questa fase puoi:

  • Fornire supporto dopo l’acquisto
  • Gestire i reclami
  • Chiedere recensioni e testimonianze
  • Fare marketing e offerte post-acquisto (upsell e cross-sell)

Cosa deve funzionare?

  • Un questionario di valutazione del lavoro fatto insieme.
  • Un’offerta che ti permetta di fare degli upsell, ovvero delle nuove proposte di acquisto.
  • Il Pixel di Facebook installato sul tuo sito web.
  • Le spedizioni e il tuo interesse nella corretta consegna del tuo prodotto.
  • Un canale dedicato a gestire i reclami, per esempio con un indirizzo email apposito.

Come puoi comportarti?

  • Invia una guida su come utilizzare il prodotto. Se vendi servizi e consulenze, invia un pacchetto di benvenuto che raccoglie tutti i passaggi del vostro lavoro insieme.
  • Prevedi delle email di follow up per tenere vivo il legame con il tuo cliente.
  • Se il tuo cliente ha un problema, risolvilo. Sii sempre in prima linea per farlo sentire ascoltato e compreso. 
  • In caso di reclami o richieste di rimborso, prevedi una politica adeguata, per esempio scegliendo un rimborso totale o parziale o emettendo buoni omaggio.
  • Invita il tuo cliente a unirsi alla tua community online, se già non l’ha fatto.
  • Riserva ai tuoi clienti delle offerte speciali o dei prodotti dedicati.
  • Prevedi un regalo che sia una sorpresa piacevole e inaspettata per il tuo cliente.
  • Cura il packaging e rendilo distintivo.

7 tool per migliorare il tuo Customer Care

Qui di seguito ho pensato di raccogliere 7 strumenti che possono migliorare il tuo customer care.

  1. Calendly per prenotare call e consulenze online.
  2. Meet per le videoconferenze e le tue consulenze online.
  3. JotForm o Typeform per i tuoi questionari.
  4. Un sistema di fatturazione e contabilità, come Danea EasyFatt, Fattura24 o FattureInCloud.
  5. Il plugin WooCommerce per implementare gli acquisti sul tuo sito web.
  6. Il pagamento digitale con PayPal (siamo partner PayPal e possiamo aiutarti ad aprire e configurare il tuo conto business, contattataci per una consulenza gratuita).
  7. Trello o Asana per gestire progetti condivisi, file e il tuo flusso di lavoro.

Infine, non ti resta che superare le aspettative con la qualità del tuo lavoro.