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Come massimizzare il customer journey e fidelizzare i clienti fin da subito?

 

Una delle domande che tutti gli specialisti di marketing si pongono è come creare un rapporto duraturo con i propri clienti. Indipendentemente dal settore, un brand ha bisogno di clienti fedeli e coinvolti. Quindi come fidelizzare la clientela assicurandosi che continuerà a scegliere il proprio marchio tra le diverse proposte presenti sul mercato? Inutile negarlo, sono innumerevoli gli stimoli e i messaggi che riceviamo dai brand, ognuno con un’offerta sempre più accattivante e variegata.

Catturare l’attenzione e mantenere alto l’interesse è una vera sfida. Ecco perché è fondamentale, una volta conquistata la curiosità del consumatore, non trascurarla e cercare di tener viva il più possibile la relazione, per integrarlo in una dinamica di engagement a lungo termine. Come può un'attività coinvolgere i clienti in una dinamica di engagement duratura a partire dalla prima interazione con il marchio? Massimizzando l'esperienza in ogni fase del customer journey.

Che cos'è il customer journey e perché è importante per i brand

Possiamo definire il customer journey come un viaggio che un cliente compie quando entra in contatto con un'azienda. Questo percorso prevede diverse fasi fino ad arrivare alla decisione di acquistare o meno un prodotto o di usufruire di un servizio proposto dall'azienda. Il customer journey però non termina con l'eventuale acquisto del prodotto poiché prevede varie fasi che possono avvenire sia "online" che "offline".  Anche le recensioni di un prodotto, per esempio, rientrano tra le varie fasi del customer journey.

Le fasi del customer journey

E ora è arrivato il momento di svelarvi le diverse fasi di questo incredibile viaggio. Vi daremo degli spunti su come instaurare una relazione duratura con i vostri clienti per trasformarli in ambassador del brand. Potrete così trovare idee e ispirazione per raggiungere gli obiettivi delle vostre prossime campagne marketing con l’aiuto di alcune soluzioni martech (strumenti tecnologici a supporto del marketing) da prediligere per massimizzare i risultati.

1. L’acquisizione: il prospect diventa un contatto del database grazie a un'Ads sui social

Il primo passo del customer journey è costituto dall’acquisizione, ovvero il primo punto d'incontro con il potenziale cliente e la successiva integrazione del contatto nel database dell'azienda. Per acquisire nuovi contatti interessati al marchio, sono necessarie delle attività ad hoc di lead generation, che andranno a stimolare l’interesse del target.

Come facciamo a conquistare l’utente utilizzando i social network?

Proviamo a spiegarlo con un esempio pratico. La nuova collezione estiva del marchio viene lanciata su Instagram tramite un post sponsorizzato con uno sconto del 15% sul primo acquisto. 

L’Ads rimanderà a un form digitale da compilare con i propri dati per ottenere così un coupon da presentare in negozio o da utilizzare online.

Per gestire le nostre campagne pubblicitarie sui social e su Google possiamo utilizzare uno strumento come Adzooma che ci permette di creare e gestire campagne di digital marketing in pochi secondi, ma soprattutto di monitorarle costantemente e continuare così a migliorarle, grazie ai suggerimenti offerti dalla piattaforma. Adzooma nella sua versione essential, gratuita, permette di impostare, monitorare e gestire facilmente le proprie campagne pubblicitarie su Google, Facebook e Microsoft, anche con una serie di ottimizzazioni per migliorare i risultati e regole automatizzate che semplificano alcune attività. Optando, invece, per la versione Plus, oltre alle funzionalità della versione gratuita, ci sono più di 81 modelli di automazione e la possibilità di analizzare le landing page per migliorare l'offerta.

Per la creazione delle landing page e soprattutto per la raccolta e gestione dei lead, possiamo utilizzare Sendinblue (le landing pages sono disponibili nel piano Premium) oppure MailChimp.

2. L’attivazione: il contatto acquisito su Instagram diventa cliente


Ora che il prospect ha mostrato interesse per il marchio ed è stato integrato nel database, è fondamentale mantenere vivo il suo interesse. L’attivazione del contatto deve avvenire subito dopo la prima interazione. Con l’aiuto dei sistemi di marketing automation, è possibile targetizzare tutti i contatti acquisiti grazie alla campagna sui social.

Tutti coloro che hanno richiesto il coupon compilando il form sulla landing page, sono certamente interessati ai tuoi prodotti. Questo è il momento d'inviare loro un’e-mail di benvenuto e il lookbook con la nuova collezione, incoraggiando così il traffico sull’e-commerce e alimentando l’interesse. Contemporaneamente, potrete incuriosire i contatti ricordando loro la scadenza del coupon e lo store più vicino dove usufruire dell’offerta.

Puoi gestire scenari di marketing automation con l'invio di email transazionali ancora con Sendinblue o MailChimp.

I vantaggi di un coupon, sono innumerevoli, se poi opti per una soluzione QR Code, sarà ancora più efficiente perché con la semplice scansione del QR code in negozio il cliente usufruirà dello sconto in modo rapido e immediato. Una volta usufruito del coupon, potresti trasformarlo automaticamente in una carta fedeltà, magari associandola allo stesso QR code, con la quale il cliente potrà continuare ad essere informato delle ultime novità e dall'altra potrà beneficiare di ulteriori benefici e sconti.

Così, da una parte avrete acquisito un nuovo membro nel vostro programma fedeltà, dall’altra il cliente sarà soddisfatto dell’esperienza offerta, immediata e, soprattutto, semplice.

3. Fidelizzazione: il cliente si affeziona al marchio


 

Ora siamo a una fase chiave del customer journey per instaurare una relazione duratura: la fidelizzazione.

Un cliente fidelizzato acquista più frequentemente e tende a spendere di più rispetto a un nuovo cliente non-membro. Gli indicatori chiave di un programma fedeltà di successo parleranno chiaro: il carrello medio e la frequenza di acquisto saranno sempre superiori in chi è fidelizzato. Una volta che il cliente ha effettuato il primo acquisto, è il momento di puntare sulla relazione vera e propria per riuscire a mantenerlo nel tempo.

Un programma fedeltà flessibile che soddisfi le sue esigenze e i suoi desideri, vi assicurerà la customer retention. Una buona tattica consigliata da Splio è quella di riservare delle attenzioni speciali e personalizzate per dimostrare il proprio interesse e vicinanza al cliente. Per rinforzare il legame, si può optare per l’invio di un breve questionario via e-mail ai nuovi clienti per conoscerli meglio. Chiedendo i propri gusti e la data di nascita, sarà possibile inviare loro una sorpresa il giorno del compleanno, per esempio. Inoltre, a coloro che avranno compilato il questionario, si potranno accreditare ulteriori punti fedeltà sulla loro carta come ringraziamento del tempo prezioso dedicato al marchio.

Questi sono esempi di una serie di azioni e ricompense che porteranno i membri del programma a salire di volta in volta di livello. A questo punto possiamo poi decidere di premiare i clienti più fedeli per proporgli di entrare a far parte degli ambassador del marchio.

4. Engagement: il cliente fedele diventa ambassador del marchio


 

Un cliente fidelizzato diventerà ancora più coinvolto se stimolato con iniziative accattivanti, come un programma fedeltà soddisfacente che combini la fedeltà transazionale e relazionale. Un programma di engagement è un’iniziativa loyalty che premierà i membri per tutte le interazioni avvenute con il marchio, come per esempio:

  • l’apertura e i clic delle e-mail;
  • il follow sui social;
  • una ricca wishlist (lista dei desideri);
  • la recensione online;
  • la visita sul sito eCommerce.

L’obiettivo di un programma di questo tipo è incrementare la conoscenza del cliente per ultra-personalizzare le offerte e le comunicazioni e premiare l’engagement del cliente non solo in fase di acquisto. Un cliente fedele e ingaggiato è il target ideale per una campagna di referral marketing.

Il passaparola è il canale di comunicazione più efficace per la fiducia. Difatti il 94% dei consumatori prende decisioni di acquisto in base ai consigli del proprio network mentre il 72% è influenzato da ciò che ha visto sui social. Il passaparola digitale aiuta a ottimizzare drasticamente i costi di acquisizione.

Una volta identificati i clienti più affezionati e coinvolti, sarà possibile invitarli per e-mail a diventare ambassador del marchio in cambio di un coupon e punti fedeltà. Il cliente condividerà di certo volentieri con i suoi amici il link di referral sui social network, per e-mail o su WhatsApp. E i suoi amici a loro volta avranno la possibilità di ricevere un coupon di benvenuto

Queste attività possono essere semplificate anche utilizzando una piattaforma di loyality e referral marketing (come ad esempio yotpo.com, ma ce ne sono diverse anche italiane) con funzionalità native di social sharing, insieme ad un tool di marketing automation (come Sendinblue), che consentiranno di lanciare una campagna member-get-member.

In questo modo sarà possibile rispondere a molteplici obiettivi, tra cui:

  • reclutare nuovi clienti;
  • generare ricavi aggiuntivi;
  • aumentare la visibilità del brand online & offline.

Pronti a raccogliere la sfida?

Tutte le fasi del customer journey sono fondamentali ed estremamente connesse tra loro. Se la fidelizzazione influenza il riacquisto, l’engagement influenza la fidelizzazione. Attivare, fidelizzare e animare il proprio database è una strategia decisiva per accrescere il valore di ciascun cliente, fino a trasformarlo in un ambassador. La tecnologia gioca un ruolo fondamentale ed è il fedele alleato di ogni campagna marketing.

Una piattaforma di loyalty marketing e una strategia CRM ben definita e targetizzata possono aiutare a massimizzare le proprie campagne di lead generation e fidelizzazione, ma anche a trasformare i migliori clienti in ambassador del brand!

 


 

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Cosa sono i Lead Magnet?


 

Un lead magnet è una risorsa, un prodotto o un servizio gratuito (come un eBook o una prova gratuita) a cui gli utenti che visitano un sito possono accedere compilando un form con alcuni dati personali e di contatto (come il nome e l'indirizzo email).

Cos’è un lead magnet?

L’obiettivo del lead magnet è acquisire nuovi contatti e “attrarre dei lead (il termine inglese “magnet” in italiano può essere tradotto con “calamita”). Le aziende così lo sfruttano per invogliare gli utenti a compilare dei moduli con alcuni dati personali – come nome, cognome, età, professione, email, numero di telefono (insieme eventualmente ad altre informazioni che possono risultare utili per le vendite) – permettendo loro di accedere gratuitamente e in maniera veloce a una risorsa di cui essi hanno bisogno. Proprio perché lo scopo è attrarre nuovi contatti, i lead magnet si rivelano un utile strumento di marketing, funzionale all’attività di lead generation .

Le aziende possono proporre queste risorse sul proprio sito web: l’utente quando entra all’interno del sito può ritrovarsi delle schermate pop-up oppure dei banner con delle call to action che richiamano l’attenzione verso la risorsa da scaricare.

I lead magnet possono però essere proposti anche tramite campagne pubblicitarie portate avanti sui social, sfruttando per esempio gli annunci sponsorizzati di Facebook che indirizzano l’utente a una pagina del sito che contiene il modulo da compilare per accedere alla risorsa.

Le call to action degli elementi grafici (come alcuni bottoni) vengono generalmente accompagnate da frasi particolarmente accattivanti, ideate per invogliare gli utenti a scaricare la risorsa messa a disposizione, in cambio di alcuni dati personali. Questi dati vengono aggiunti al database dell’azienda che inserisce i potenziali clienti all’interno del funnel di vendita, procedendo poi con diversi contatti progressivi pensati per guidarli verso l’acquisto.

Tipologie ed esempi di lead magnet

A seconda del professionista, dell’azienda e/o del tipo di attività che si svolge, è possibile ricorrere a tante tipologie di lead magnet. Tra quelli più diffusi vi sono gli eBook e i white paper. Esperti appartenenti ai più diversi ambiti possono sfruttare questi lead magnet per proporre agli utenti contenuti esclusivi con consigli, guide e checklist su molteplici argomenti.

Le imprese, invece, possono usare nel proprio mercato di riferimento le conoscenze e i dati che hanno a disposizione per creare, per esempio, report che riguardano trend e tendenze.

I lead magnet possono anche assumere la forma di video o audio: si pensi a tal proposito alla realizzazione di corsi online gratuiti, webinar podcast dedicati ai temi che riguardano la propria attività e che possono offrire una risposta a bisogni, domande o esigenze del target che si vuole raggiungere.

Oltre alla possibilità di scaricare dei contenuti digitali o accedere a video esclusivi, le imprese e i professionisti possono eventualmente proporre delle consulenze gratuite.

Vi sono, inoltre, altri esempi di lead magnet come quiz e test che offrono agli utenti la possibilità di ottenere delle valutazioni: volendo procedere con un esempio concreto, recandosi sul sito di Karmen Kendrick Creative, azienda che offre servizi di manutenzione di siti in WordPress, è possibile effettuare un quiz per testare le proprie competenza nell’utilizzo della piattaforma in questione.

Pensando invece a come gli ecommerce potrebbero sfruttare i lead magnet per ottenere dei contatti, è possibile far riferimento a coupon di sconto, messi a disposizione per alcuni prodotti da acquistare, o anche alla possibilità di ottenere spese di spedizione gratuite.

Le imprese che si occupano di software o della vendita di tool potrebbero invece proporre prove gratuite di strumenti online o anche delle demo che consentano di utilizzare, anche se in maniera limitata, il prodotto in questione in cambio di alcuni dati.

Come sviluppare un lead magnet efficace?

Affinché un lead magnet si riveli efficace e in grado di portare a delle vendite è necessario innanzitutto che venga definito bene il proprio target, identificando i bisogni delle differenti buyer personas, così da poter proporre loro qualcosa di realmente utile. La creazione di lead magnet poco personalizzati, cioè non ideati avendo in mente un target specifico, porta a raccogliere lead poco rilevanti per l’azienda, che tenderanno a non essere interessati all’acquisto.

Prima di sviluppare un lead magnet è importante concentrarsi su alcuni aspetti chiave. Innanzitutto, bisogna soffermarsi sull’offerta, ossia sulle caratteristiche del prodotto o del servizio principale che l’azienda vuole vendere. Successivamente è necessario chiedersi che tipologia di clienti potrebbero ottenere più vantaggi dall’offerta principale, concentrandosi dunque sul target: l’obiettivo del lead magnet infatti è quello di offrire qualcosa che la propria audience possa scambiare con i propri dati. Infine, bisogna identificare quali sono i principali benefici che il target può ottenere da quest’offerta (andando così a definire la value proposition).

È opportuno sottolineare che vi sono alcune caratteristiche fondamentali che tendono a rendere il lead magnet più efficace. Come fatto notare in precedenza, deve trattarsi di una risorsa fornita in maniera gratuita; deve essere in qualche modo riconducibile all’azienda e al relativo core business, rimandando se possibile al prodotto o servizio principale del brand . Inoltre, deve essere facilmente fruibile dagli utenti, richiedendo il minor investimento di tempo possibile (per questo potrebbe essere utile rendere i moduli brevi e facili da compilare).

Un lead magnet di valore deve inoltre offrire una risposta o una soluzione concreta a un problema o bisogno specifico: bisogna per questo aggiornare periodicamente i contenuti proposti assicurandosi che i materiali non diventino obsoleti. È opportuno inoltre che si tratti di una risorsa o di una proposta esclusiva, ossia non accessibili al pubblico in generale, dando agli utenti un incentivo a lasciare i propri dati.

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Dal Marketing Mix delle 4P alle 4e del Marketing Omnichannel


Scordiamoci le 4P del marketing classico e diamo il benvenuto alle 4E.


Per chi ha studiato Marketing all'Università o ha letto libri di approfondimento, conosce bene il concetto delle 4P del marketing mix, ma considerando che il mondo e le modalità di fare business sono cambiate in modo considerevole negli ultimi 20 anni, gli esperti di marketing hanno identificato un vero e proprio cambio nella strategia da adottare in chiave business, passando dalle 4P alle nuove 4E.

Scopriamo insieme qual è il cambiamento, tornando brevemente a descrivere le 4P per poi descrivere le nuove 4E in dettaglio.

Le classiche 4P del Marketing Mix

Era il 1960 quando Edmund Jerome McCarty, professore americano di marketing, pubblicò il libro Basic Marketing: A Managerial Approach in cui esponeva per la prima volta la teoria delle 4P del marketing mix.

Le 4P erano le seguenti: Product, Price, Place, Promotion.
Questi erano i 4 elementi più importanti su cui riflettere e da tenere conto per fare business.

Un concetto da interiorizzare

Il mondo è cambiato. Dagli anni '60 sono passate diverse generazioni, GenX, GenY, GenZ, i Millenials e tra poco sarà la Generazione Alpha a condizionare gli acquisti. Ad ogni generazione sono stati registrati cambiamenti epocali, pian piano ogni paradigma del marketing si è trasformato. Sono cambiati i bisogni, i criteri di fedeltà, l'idea di prodotto, le modalità di acquisto e tanto altro.

Le persone non comprano più il prodotto, acquistano la sua anima, il suo perché.

I clienti del futuro acquisteranno sempre più esperienze ed emozioni. Dovremo cambiare il nostro approccio ed iniziare a domandarci qual è l'emozione che offro al mio cliente quando sceglie il mio prodotto. Il branding emozionale sarà elemento imprescindibile del prodotto stesso, e contraddistinguerà più di ogni altra cosa l'immagine di un'azienda.

Ti sei già accorto che:

Non serve più avere il prodotto migliore. L'importante è venga percepito come migliore, anche grazie a servizi di supporto, magari gratuiti.

I marchi di maggior successo non offrono solo prodotti o servizi materiali, ma grandi esperienze. Emozioni, una storia interessante che spiega il perché è nato quel prodotto (l'anima). Le aziende devono offrire qualcosa di cui parlare e da raccontare agli amici. 

Anche un semplice prodotto, oggi, può diventare un vero status symbol.

Se non credi all'affermazione fatta, pensa ad alcuni brand di caffè in particolare e rifletti sul fatto di come una banalissima cialda con pochi grammi di caffè possa essere diventata così "importante" e determinante per un certo tipo di persone nell'elevare la propria classe sociale. Non è grazie ad una cialda che si diventa importanti, ovvio : ) ma anche grazie ad una cialda si può affermare o dare conferma di far parte di una specifica fascia economica.

In questo senso, ti suggerisco di leggere il libro di Simon Sinek intitolato Parti dal perché (Start with why). Puoi acquistarlo su Amazon.

Le nuove 4E del Marketing Mix

Brian Fetherstonhaugh, Global CEO di OgilvyOne, è stato l'ideatore del concetto delle nuove 4E del Marketing mix, presentandolo come un aggiornamento delle vecchie 4P.

EXPERIENCE

Se nelle 4P era il Prodotto l’elemento principale, nel Marketing mix del nuovo millennio è l’Esperienza a prendere il suo posto. In passato, si otteneva attenzione del cliente mettendo in mostra le caratteristiche del prodotto, esaltando le potenzialità, le compatibilità, la qualità, ecc. Questo approccio sta perdendo il suo appeal perché utilizzato in eccesso negli anni (spesso nascondendo difetti del prodotto e portando avanti delle "mezze verità/bugie"). Ciò ha generato delusione negli acquirenti, le aspettative erano sempre molto alte. Se un'azienda promette, poi deve mantenere la parola.

Per tutte queste ragioni e forse anche per altre, il Prodotto ha perso il suo ruolo cruciale, messo da parte dall’Esperienza, che in fin dei conti riesce davvero a coinvolgere i potenziali clienti ed attrarli ad un brand anche non conosciuto. Il primo passo strategico è: creare emozioni, sensazioni positive. Il cliente deve avere un feeling con il prodotto, creando un legame emotivo con il brand.


EXCHANGEE

La seconda P era il Prezzo, e non si può certo dire che il prezzo non abbia importanza strategica nel mondo globalizzato, pieno di offerte e sconti personalizzati. Tuttavia è importante comprendere come il consumatore si sia evoluto e abbia cambiato il proprio modo di vedere lo scambio di soldi per l'acquisto di un bene.

Il consumatore non acquista più esclusivamente per necessità ma spesso solo per desiderio. Ciò comporta una diversa importanza data al denaro e al prezzo. Non si tratta più di spendere meno possibile per un prodotto di cui ho necessità ma di spendere meno possibile per un prodotto che ammiro, desidero o di cui ho bisogno in quanto mi offre un'emozione o uno status symbol.

Acquisto un prodotto che mi offre un “valore”. Più valore aggiunto possiede il prodotto che voglio acquistare e meno importante diventa il prezzo a cui lo posso acquistare.

Il valore è un qualcosa che il cliente ottiene, oltre al prodotto, dopo avere effettuato l’acquisto. Se un'azienda vuole intercettare i clienti di oggi, deve creare dei valori aggiunti ai propri prodotti. Per questo motivo, nella nuova strategia di marketing il Prezzo diventa Scambio (Exchange) di valore tra azienda e cliente.


EVERYPLACE

Il mondo digitale ha trasformato fortemente l'universo degli acquisti. Una volta era indispensabile fare arrivare i prodotti a tanti punti vendita fisici, adesso grazie all’e-commerce non è più strettamente necessario, ed infatti molti lavori di intermediazione sono scomparsi.

Il cliente può acquistare da ovunque, in qualsiasi momento e orario (l'ecommerce è aperto 24 ore al giorno, anche nei giorni festivi). Ecco perché la terza P di Place (distribuzione) diventa Everyplace (ovunque). Oltre qualsiasi confine fisico, oltre qualsiasi muro dato da lingua, distanza o disponibilità fisica.

Importante: la strategia di Everyplace, deve anche tradursi in onnipresenza sui Social media, così come nella corretta comunicazione online con un portale web responsive (facile da essere utilizzato su mobile). Così facendo i potenziali clienti possono essere ingaggiati (engaged) più facilmente, sfruttando più canali di vendita.
 

EVANGELISM

La quarta e ultima P era la Promozione, tutt’ora fondamentale in una strategia di marketing vincente. Ma anche in questo caso, è importante riflettere su come la pubblicità si sia evoluta e cosa sia diventata oggi.

Nel mondo globalizzato e digitale la promozione non è più unidirezionale ma multi-canale, un coinvolgimento del consumatore a 360°. Ciò significa ad esempio, che un utente dovrà trovare lo stesso tipo di promozione (immagine aziendale) sul sito web, sui canali Social, nei punti vendita fisici, sul motore di ricerca Google (sfruttando Google AdWords), su Bing, ecc.

Fare marketing oggi significa comunicare con gli utenti utilizzando qualsiasi tipo di canale ed in modo globale, 24 ore su 24, anche multi-lingua.

Per fare in modo che ciò avvenga, sta all’azienda trovare anche degli argomenti interessanti di cui parlare, magari utilizzando anche degli Influencer.

L'azienda quindi, piuttosto che decantare le proprie doti, deve sforzarsi a soddisfare i clienti al punto da portarli a consigliare i prodotti spontaneamente (passaparola). In questo modo i consumatori si trasformano in testimonial della marca alimentando la reputazione del brand.

Cura i tuoi clienti a tal punto da trasformarli in ambasciatore del tuo brand (un Evangelist).

Se il tuo cliente crede veramente in te, ha piena fiducia nei tuoi prodotti ed abbraccia l'anima dei tuoi prodotti, comprese le scelte produttive che fai ovvero la mission aziendale, avrai trovato un alleato che difenderà a spada tratta il tuo brand! Quel cliente sarà un Evangelista del tuo brand, egli potrebbe non acquistare più alcun tuo prodotto negli anni a venire, ma riuscirà sicuramente a spingere nuovi clienti a scegliere il tuo brand.

L'azienda deve far in modo di diventare uno dei punti di riferimento del cliente. La motivazione può essere di vario genere: ecologico, tecnologico, passionale, innovativo, ecc. Sta a te trovare la via-del-successo, la mission aziendale ideale che permetterà di creare un legame emotivo con i tuoi futuri clienti.

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Personal Brand: la guida a 4 step per chi parte da 0

 


Se consideri il Personal Brand un elemento fondamentale per migliorare la tua carriera, in questo articolo scopriamo 4 step per crearlo partendo da 0.

 Perché è importante il Personal Branding?

Oggi più che mai, l’incertezza regna sovrana nel mercato del lavoro. Quante volte ti sei trovato a candidarti per una posizione junior dove venivano richiesti almeno 2 anni di esperienza nel settore?

Specialmente per i giovani inserirsi nel mondo del lavoro è un passaggio difficile, a causa dei continui mutamenti tecnologici. Il mercato richiede continuamente nuove competenze e si deve rimanere al passo.

Come dice Nicoló Andreula in Flow Generation: Manuale di Sopravvivenza per Vite Imprevedibili:

“Milioni di persone nel mondo occidentale sono già diventate “giocolieri di mestieri”, esperte nel destreggiarsi tra più di un lavoro: conducono un’esistenza a incastri, in cui il proprio reddito è un mosaico composto. Impieghi, progetti, impieghi, entrate passive. La tecnologia sta promuovendo questo tipo di vita lavorativa a frammenti, e in parallelo sta cambiando anche il modo in cui guardiamo a noi stessi.”

Questa frammentazione delle nostre vite professionali si allontana dal modello che abbiamo appreso durate la scuola dell’obbligo, il liceo e l’università. Queste istituzioni ci hanno guidato, a torto o a ragione, verso un futuro fatto dalla certezza di avere un lavoro stabile. Studia, impegnati e vedrai che troverai il tuo posto nel mondo.

Tuttavia, le innovazioni tecnologiche hanno scardinato le vecchie regole del mondo del lavoro, generando percorsi di carriera irregolari e discontinui. Per questo motivo molti professionisti si sono adattati gestendo diverse attività con cui mantenersi, diventando così dei “giocolieri di mestieri”.

Anche tu sei un giocoliere di mestieri?


Facci caso… nel mondo digitale probabilmente anche tu sei un giocoliere di mestieri, solo che non ci hai mai pensato. Io, per esempio, ho inziato a lavorare come giornalista e reporter freelance, ma ho avuto modo di studiare le basi di altre materie mentre lavoravo. Montaggio e post-produzione video, Design, User Experience Design, copywriting, SEO, sviluppo front end, analisi dei dati, social media marketing, tutte competenze che ho sviluppato durante il mio percorso professionale.

Senza accorgermene sto diventando un giocoliere di mestieri, e probabilmente lo stesso sta accadendo anche a te.

Non a caso oggi, nell’ambito della formazione digitale, si parla spesso della formazione di competenze T-shaped. Una vasta serie di materie conosciute in maniera orizzontale, e una stretta cerchia di materie approfondite in maniera verticale. In questo modo le nostre competenze sono elastiche e si adattano ai mutamenti del mercato del lavoro causati dall’avanzamento della tecnologia.

Come avrai notato l’unica cosa che non cambierà in questo percorso è il tuo Personal Brand.

Cos’è il Personal Brand?

Secondo Jeff Bezos, Fondatore di Amazon, il personal brand è quello che le persone dicono di te quando non ci sei. Volente o nolente, la tua attività professionale andrà a definire il tuo personal brand.

In un mondo del lavoro così discontinuo cambieranno le tue competenze ed il tuo percorso di carriera. Ma non il tuo Personal Brand, che ti seguirà e si evolverà con te.

Come prendersi cura del Personal brand?

Il Personal Brand può essere sviluppato sia online che offline.

La differenza è nel fatto che il passaparola offline è molto più lento e spesso limitato ad una cerchia di persone ristretta ad un limitato ambito geografico. In questo modo rischi di rimanere intrappolato in una cerchia di clienti, attuali e potenziali, che valutano di scarso valore quello che fai o che ti danno poche occasioni per crescere professionalmente.

Il passaparola online è invece nettamente più veloce, e infinitamente più potente. Basti pensare ai professionisti che grazie alla produzione di contenuto online sono riusciti a far crescere esponenzialmente la loro rete di contatti e, di conseguenze, le proprie opportunità lavorative.

Ovviamente non bisogna pensare all’online e all’offline come due mondi separati, entrambi creano sinergie e contribuiscono a plasmare il Personal Brand.

A tal proposito possiamo citare alcuni professionisti italiani come Federica Mutti, Luca Mastella, Francesco Agostinis o Alessandro Vercelloti (l’avvocato del digitale). Le competenze di questi professionisti sono conosciute proprio grazie alla forza dei Personal Brand che sono stati in grado di costruire.

 


I 4 Step per sviluppare il tuo Personal Brand

Ora che abbiamo capito cos’è un Personal Brand passiamo a 4 step fondamentali per iniziare a costruirne uno.

Premetto che questi 4 step sono il frutto della mia esperienza personale e delle mie ricerche. Sono molto utili per chi ancora non ha iniziato questo percorso, perché molto probabilmente affronterà gli stessi problemi che ho affrontato io.

Capisci chi sei

Sembrerà banale, ma non lo è. Capire chi sei è molto importante. Il Personal Brand online non è altro che la tua estensione nel mondo digitale, non vorrai che dica e faccia cose che non condividi?

Mi spiego meglio, tutti noi siamo frutto di un percorso che ci ha portato ad essere quello che siamo oggi. Quindi fingere sulla personalità, sui valori, sui titoli accademici e sulle competenze è un boomerang pericoloso.

Ricordati che la fiducia si guadagna goccia dopo goccia, ma si perde a litri. Quindi ti consiglio vivamente di non spacciarti per quello che non sei, perché ne pagherai le conseguenze nel lungo periodo.


 

Come capire chi sono?

Bella domanda, non è un percorso semplice e lineare, la scoperta del sé è un processo che continua durante tutta la vita. Però puoi individuare quali sono le motivazioni che ti spingono a fare quello che fai, ci sono diversi esercizi con cui puoi allenarti.

3 esercizi per capire chi sono

  • Il modello a 5 step per creare un mission statement può aiutarti ad individuare in che direzione vuoi andare nella tua vita. In questo modo inizierai a capire cosa ti rende felice e cosa puoi fare per raggiungere i tuoi obiettivi.
  • L’esercizio dei 5 Perché. Chiediti perché vuoi fare qualcosa 5 volte, andando a ritroso troverai i veri valori che ti spingono nelle tue azioni.
  • Un terzo metodo è semplicemente analizzare quello che fai durante il tuo tempo libero o quando ti annoi. In queste occasioni spesso diamo ampio sfogo alle nostre passioni e alla nostra personalità, prova a farci caso.

Io, ad esempio, ero e sono ancora molto innamorato dei giochi di strategia online. Quando ho iniziato ad occuparmi di marketing e personal branding, sono un po’ ritornato indietro nel tempo, quando studiavo strategie per vincere le mie partite.

Capisci a chi vuoi parlare

Una volta che hai capito chi sei, devi capire a chi vuoi rivolgere il tuo messaggio. Individua una nicchia specifica, che ha determinati interessi, e comunica per risolvere problemi specifici.

Attenzione! Non perderti in dettagliatissime analisi e definizione dell’audience persona all’inizio. Parti con un quadro generale del tuo interlocutore ideale.

Ricordati che la comunicazione online non è 1 to many, ma 1 to 1. Di conseguenze ti consiglio di costruire una relazione con le persone interessate a quello che fai, parlarci e confrontati. In questo modo capirai quali problemi stanno affrontando nella propria vita ed in che modo puoi aiutarli.

Facciamo finta che tu sia un insegnate di Yoga, per costruire un Personal Brand online ti basterà riprenderti con il tuo Smartphone mentre fai i tuoi esercizi o parli del tuo lavoro. Magari all’inizio non andare nello specifico, ma parla e mostra tutto quello che può essere utile per un neofita. In questo modo tutte le persone interessate allo yoga troveranno i tuoi contenuti online ed inizieranno a seguirti.


 

Andando avanti, affina l’audience persona

Ovviamente dovrai correggere il tiro andando avanti, è giusto partire in maniera un po’ più generale all’inizio, ma in futuro dovrai definire un audience persona maggiormente dettagliata (o anche più audience persona).

Tornando all’esempio dell’insegnante di Yoga. Una volta che hai iniziato a costruire un pubblico in maniera generale sulle tematiche dello Yoga dovrai scendere più nello specifico per individuare quali sono i problemi che le persone vogliono risolvere con il tuo servizio. Magari alcune persone vogliono fare Yoga per rilassarsi ed esplorare il proprio io, altre perché sono sempre stressate e vogliono uscirne, altre ancora perché sono affascinate dal mondo orientale. Il segreto del successo sarà proprio nella tua abilità di definire nello specifico le persone a cui vuoi parlare e costruire una comunicazione su misura per loro.

Inizia da subito a produrre contenuti

Bene, adesso arriva la parte davvero difficile, produrre contenuti. Dico difficile perché questo è il momento in cui dobbiamo metterci in gioco ed esporci al giudizio degli altri.

Durante questo percorso incontrerai due ostacoli particolarmente insidiosi.

Il principale ostacolo per chi parte da zero

La paura di farci vedere partire dal basso è la grande barriera all’entrata del Personal Branding. Se stai leggendo questo articolo hai già tutti gli strumenti tecnologici che ti permettono di iniziare oggi stesso a produrre contenuti. Quindi perché non lo stai già facendo?

Secondo la mia opinione i limiti non sono di natura tecnologica, ma culturale. In Italia siamo stati educati al rifiuto del fallimento. Questo perché a scuola e all’università fallire significa macchiarsi indelebilmente e perdere la possibilità di riscattarsi. Ecco perché, inevitabilmente, non tutti avranno il coraggio di sviluppare un personal brand online.

La paura quando produci contenuti sarà una cattiva consigliera, cerca di non ascoltarla. Tenderà a farti credere che ti stai semplicemente mettendo in ridicolo. Inizierai chiederti in che modo gli altri ti giudicheranno.

Cosa penseranno i miei amici di me? Ed i miei genitori? E l* mi* compagn*? Ed i miei colleghi?

Il consiglio che ti posso dare è… FREGATENE.

Probabilmente queste persone di cui temi il giudizio, diventeranno i tuoi primi supporter, o al massimo ti ignoreranno.

In ogni caso non dare troppo peso al giudizio degli altri, a meno che non facciano parte della tua nicchia di mercato. Concentrati sull’obiettivo che vuoi raggiungere, aiutare altre persone a risolvere un problema e condividere il tuo percorso. Non aspettare di avere dei contenuti perfetti, parti e migliora con il tempo.

Quando inizierai a postare saranno gli utenti stessi e valutare il tuo lavoro. Quindi parti, sbaglia ed impara durante il percorso.


 

Attenzione alla gratificazione istantanea

Appena avvierai il tuo progetto non avrai alcun riscontro da parte del pubblico. È normale, Roma non è stata costruita in un giorno, ed il tuo Personal Brand non fa eccezione. Il problema è che viviamo in un’epoca dove siamo ossessionati dalla gratificazione istantanea dei like, dei follow, e delle condivisioni.

I tuoi risultati miglioreranno con il tempo, perché testando inizierai a capire cosa funziona di più e cosa meno. Quindi dai il giusto peso a queste metriche, concentrati sulla costanza e sul valore dei tuoi contenuti.

Quali piattaforme scegliere per il Personal Branding?

Scegli le piattaforme che conosci meglio. Io personalmente ho scelto Facebook ed Instagram, perché sono quelle che utilizzo di più come utente. A supporto di Facebook ed Instagram ho deciso di utilizzare Youtube e questo blog.

All’inizio è meglio partire con 1 canale principale e 2 di supporto. Il canale principale sceglilo in base alle tue attitudini, parti dalla piattaforma che conosci meglio e che vivi di più durante la tua quotidianità.

I benefici di un approccio Multicanale

Ogni canale ha le sue regole, come disse Marshal Mcluhan, “il medium è il messaggio“.

Per questo ti consiglio di selezionare le piattaforme in base alla complessità e alla tipologia di messaggio che vuoi comunicare.

Sui miei profili social condivido i miei percorsi professionali e le mie tips sulla comunicazione, sull'advertising, sulla fotografia e sul marketing. Questo perché Facebook ed Instagram si prestano perfettamente per contenuti a metà tra l’intrattenimento, l’ispirazione e la formazione.

Su Youtube condivido le mie competenze su determinati argomenti. Mostro i video realizzati dall'agenzia per i clienti, ma anche creazioni digitali come la produzione musicale di SloU Cobra ed alcuni tutorial.

Sul Blog della Insight Agency condivido le mie competenze di Marketing a livello strategico, che richiedono un approfondimento maggiore, guide approfondite sulla scrittura creativa e sulla fotografia.


 

Impara durante il percorso

Producendo contenuti ti accorgerai che le tue competenze attuali non sono sufficienti per produrre post, video o articoli di qualità, che generino interesse negli utenti.

A questo punto ti consiglio di scegliere dei corsi o dei libri che vadano a potenziare quelle aree in cui vuoi migliorare.

Fai corsi su quello che ti piace

Il mio consiglio personale è quello di studiare di più quello che ti piace e dove sei più portato. Se odi fare video editing non ha senso fare un corso verticale su quel tema, acquisisci solo le competenze di base per poter produrre contenuti che siano sufficientemente gradevoli.

Crea le tue verticali sui tuoi punti di forza. Se ti piace e ti senti portato per il copywriting, verticalizzati su quello. In questo modo imparerai più velocemente e renderai irresistibili i tuoi contenuti facendo perno sui tuoi punti di forza.

Come capire quello che ti piace?

Il mio personale consiglio è quello di fare. Facendo scopriamo non solo cosa ci piace e cosa no, ma anche quali sono i nostri punti di forza e cosa apprendiamo più velocemente. Se ci accorgiamo che una competenza specifica stimola il nostro interesse, allora approfondiamola per costruire su di essa la nostra carriera.

Ricordati di condividere il tuo apprendimento, perché all’inizio sarà una parte importante del tuo viaggio. Documenta il percorso, non solo il risultato.

Alcuni consigli pratici per il tuo Personal Branding

Prima di concludere l’articolo voglio darti dei consigli pratici che io stesso sto applicando per sviluppare il mio Personal Brand.

Il Personal Brand non è tutto

La rete di conoscenze ti servirà per avere più opportunità. Ma ricordati che quello che ti permetterà di essere davvero spendibile sul mercato del lavoro sono le tue competenze. Trova il giusto bilanciamento tra questi 2 elementi.

In ogni caso, produrre contenuti per il tuo Personal Brand ti farà acquisire delle competenze che potranno esserti utili in futuro. Lo sviluppo di competenze e l’ampliamento della tua rete di contatti non sono attività scollegate, ma si alimentano a vicenda.

Ricordati che il mondo è off-line

Le relazioni offline sono più importanti di quelle online. Cerca di confrontarti dal vivo con altri professionisti che hanno già intrapreso il percorso che vuoi fare tu. Ti daranno utili indicazioni su come muovere i tuoi primi passi.

Scambia con loro idee e riflessioni. In questo modo potrai crescere più velocemente ed ampliare la tua rete di contatti.

Trova i tuoi Costruttori di Autostrade

Nel celebre libro di Jonathan Goodman, Viralnomics: How to Get People to Want to Talk About You, vengono analizzati le differenti 4 tipologie di utenti che dominano l’internet. Per aver successo con il tuo personal brand devi trovare quelli che vengono definiti i costruttori di autostrade, ossia le persone che amano talmente tanto quello che fai (e quello che comunichi), che diventeranno parte attiva nella divulgazione del tuo messaggio.

Se parti da zero i costruttori di autostrade potrebbero essere tra i tuoi amici e conoscenti. Impara a riconoscerli. Queste persone non solo divulgheranno il tuo messaggio, ma ti daranno feedback e consigli utili per migliorare i tuoi contenuti. Tieniti stretti questi amici, sia nella tua vita privata che in quella professionale.

Copia in maniera intelligente

Prendi spunto da chi è poco più avanti di te. Le tecnologie evolvono velocemente, non emulare chi ha 200.000 follower su Instagram. Piuttosto emula micro-influencer che hanno guadagnato 2.000 follower in 4 mesi nella propria nicchia.

Ricordati che tu sei unico. Copia la forma, non la sostanza. Il tuo tono di voce deve essere il tuo, solo in questo modo la tua comunicazione sarà unica ed efficace.