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Primi passi per imparare la composizione in fotografia.

 

La fotografia è comunicazione... probabilmente una delle forme più efficaci di comunicazione, in grado di far vivere, in uno spazio bidimensionale, interi universi, di suscitare emozioni, ricordi, di creare tendenze e persino suggestionare lo spettatore.

Per ottenere il massimo dall'immagine che stiamo scattando, serve un perfetto mix di conoscenze che partono da una sapiente padronanza della propria attrezzatura all'utilizzo della luce e da un'insieme di norme che costituiscono le “regole della composizione”, che definiscono la posizione dei vari elementi nell'inquadratura, in base a quello che vogliamo trasmettere.

Pur essendo regole, esse si fondono in maniera intrinseca alla creatività di ognuno di noi, al modo in cui vediamo la realtà, a come vogliamo riprodurla e raccontarla secondo il proprio punto di vista, utilizzando degli strumenti che tutti noi siamo in grado di comprendere: una sorta di linguaggio universale non verbale, basato su regole ancestrali, che fanno parte della cultura umana fin dall'inizio dei tempi, in grado di attivare una serie di processi mentali inconsapevoli che portano alla decifrazione del messaggio.

Proprio per questo sostanziale rapporto con la visione personale del mondo, su questo argomento sono stati versati fiumi di inchiostro, quindi, quello che vorremmo fare, è solo un piccolo compendio delle principali regole della composizione fotografica che permetteranno di fare un salto qualitativo alle vostre fotografie.

Parlavamo poco fa, di regole ancestrali... questo è un elemento davvero importante da cui partire. Il nostro occhio cattura l'immagine, ma è il cervello che la elabora, che la interpreta e ci fa “vedere”, cercando, all'interno dell'immagine stessa, schemi che già conosce, facendo abbinamenti tra forme e colori mettendoli in combinazione tra di loro. Questo è uno dei motivi per cui istintivamente troviamo alcune immagini più gradevoli di altre... non è solo il soggetto ad essere gradevole, ma soprattutto lo è la sua posizione all'interno dell'inquadratura.

Prima di iniziare la nostra sintesi, vorremmo fare una dovuta precisazione. Le regole esistono perchè fanno parte della formazione fondamentale di ogni fotografo, ma come spesso succede per ogni espressione artistica, le regole esistono anche per essere infrante, ma solo dopo averle apprese e metabolizzate.

Perché la composizione è importante?

La composizione della tua fotografia ha un impatto sul modo in cui viene percepita dagli altri. Quando scegli cosa inserire nell’inquadratura e cosa lasciare fuori, dove posizionare ogni elemento e così via, stai catturando una scena con la tua visione unica.

Ecco perché è importante comporre con cura le tue foto!

Tecniche e concetti di base per la composizione nella fotografia

Siamo istintivamente attratti dalle immagini con una buona composizione.

Perché? Perché li troviamo armoniosi o interessanti! Tuttavia, non siamo così naturalmente abili nel creare composizioni sorprendenti.

Ecco perché i fotografi hanno sviluppato linee guida e concetti di base per la composizione che possono migliorare rapidamente le composizioni fotografiche – senza richiedere anni di esperienza.

A partire dalla regola dei terzi.

La regola dei terzi nella composizione in fotografia

Probabilmente hai sentito parlare della regola dei terzi – o almeno l’hai vista. Questo perché la maggior parte delle fotocamere, compresa quella del tuo smartphone, hanno una griglia della regola dei terzi in sovraimpressione.

La griglia della regola dei terzi è formata da quattro linee – due verticali e due orizzontali – poste ad una distanza uguale l’una dall’altra e dai bordi della foto (così la cornice è divisa in terzi).


 

Ma cos’è in realtà la regola dei terzi?

È una linea guida che afferma che dovresti posizionare gli elementi compositivi lungo le linee della griglia – e che il punto focale della tua composizione dovrebbe trovarsi in uno dei punti di intersezione delle linee della griglia.

Puoi seguire questa regola sia in orientamento verticale che orizzontale, e funziona per tutti i tipi di fotografia. Per esempio, se stai facendo un ritratto a corpo intero, dovresti spesso posizionare il soggetto verso una delle linee della griglia e non al centro.

E quando si fotografa un paesaggio, si dovrebbe mettere l’orizzonte verso il terzo superiore o inferiore dell’immagine e mai al centro.

Nota che la regola dei terzi è una linea guida, non una vera regola. Una volta che l’hai padroneggiata, ti consiglio di provare a violarla con altri concetti – come la simmetria, o con tecniche ancora più complesse come il rapporto aureo.

Linee guida

Le linee guida dirigono lo spettatore attraverso l’immagine, così:

 


Quando si legge un testo in italiano, si inizia automaticamente in alto a sinistra. Poi si continua verso destra fino alla fine della riga.

La stessa cosa accade nella fotografia. Quando vediamo un’immagine, la “leggiamo” anche. L’occhio va da un elemento all’altro – per vedere i dettagli e capire la storia che viene raccontata. È qui che entrano in gioco le linee guida: Guidano l’occhio attraverso l’immagine.

Le linee guida possono essere presenti o implicite, e possono essere dritte o curve. Per esempio, una linea guida può essere una strada curva che si perde tra le montagne. Questo costringerà gli spettatori a seguire la strada, attirandoli nell’immagine.

Texture

La texture è spesso trascurata come elemento della composizione. Puoi usarla per creare un contrasto tra due elementi – uno liscio e uno ruvido, per esempio.

 


 

Puoi anche usare la texture per creare forme interessanti e linee guida, o per aggiungere interesse a un soggetto altrimenti noioso.

Per lavorare con le texture, è necessario considerare il tipo e la direzione della luce. Una luce dura che proviene dal lato enfatizzerà la texture. Una luce morbida che proviene dalla parte anteriore appiattisce la superficie.

La ripetizione dei motivi e la loro rottura

Uno degli elementi che rende assolutamente affascinante una foto è quello di trovare un motivo ripetitivo che diventa il soggetto stesso dell'immagine. Può trattarsi dei binari morti di una stazione, delle increspature delle dune della sabbia, o come nel caso della prossima foto, il movimento ripetuto in maniera impeccabile dei sodati che marciano.

 


Altrettanto affascinante, e di sicuro effetto, è la capacità di trovare una rottura all'interno di una trama di elementi ripetuti... l'immagine apparirà subito interessante e l'attenzione si concentrerà in particolar modo sull'elemento che rompe lo schema.

 

Colore

Il colore è una considerazione chiave per la composizione in fotografia. Ci sono così tante armonie di colore che si hanno infinite possibilità!

 


Puoi usare colori complementari per creare contrasto e far risaltare il tuo soggetto. E puoi mettere insieme elementi apparentemente non correlati che sono uniti attraverso uno schema di colori.

Un buon modo per imparare e capire le palette di colori è Adobe Color. Potete usare questo strumento anche se non avete un abbonamento ad Adobe.

Basta selezionare una ruota dei colori con diverse regole di armonia dei colori, come monocromatico, complementare, ecc. Puoi anche caricare una fotografia per estrarre la combinazione di colori o il gradiente. E per rimanere aggiornato, puoi sfogliare le tendenze basate su Adobe Stock e Behance.

Il mio strumento preferito in Adobe Color è Explore, dove si può inserire un concetto o uno stato d’animo e vedere i colori che lo rappresentano (con più esempi dalle arti visive).

Forma

Come fotografi, siamo abituati a pensare a modi per aggiungere profondità a una superficie bidimensionale. Per questo motivo, è facile trascurare l’importanza delle forme. Eppure, quando stai componendo le tue immagini, puoi usare le forme per stabilire una disposizione accurata.

 



Pensa a una torta fotografata dall’alto: è un cerchio. Se ne tagli una fetta, allora stai aggiungendo un triangolo alla composizione.

Ogni forma dà una sensazione diversa alle nostre fotografie. Per esempio, i quadrati trasmettono stabilità, mentre i cerchi fanno pensare al movimento e all’energia.

Ecco perché mettere in posa un gruppo per un ritratto aziendale di solito significa formare quadrati o rettangoli, mentre i ritratti di famiglia sono spesso messi in posa in triangoli o forme dinamiche.

Un buon modo per praticare la composizione basata sulla forma è usare le ombre o fotografare le silhouette. In questo modo, si elimina qualsiasi tridimensionalità e ci si concentra solo sulla forma degli oggetti.

Simmetria

La simmetria è definita come qualcosa che è esattamente la stessa su entrambi i lati, come la cima di una montagna o il tronco di un albero. E può funzionare benissimo nell’arte – a patto di usarlo con attenzione.

Nota che, nell’arte, una scena è raramente simmetrica al 100%. Invece, ti ritroverai con scene che sono quasi simmetriche e sono ben bilanciate su entrambi i lati.

 

Prendiamo un ritratto come altro esempio. Se fotografate un viso perfettamente centrato nell’inquadratura, la vostra immagine sarà simmetrica. Non importa se il soggetto ha una voglia su una delle guance, o se uno dei suoi occhi è leggermente più basso dell’altro – la simmetria dominerà.

Uno dei motivi per cui troviamo la simmetria così attraente è perché la troviamo spesso in natura. E psicologicamente parlando, la simmetria offre un senso di ordine che ci fa sentire a nostro agio.

(Un ottimo modo per giocare con la simmetria nella tua fotografia è fotografare riflessi o modelli!)

Le cornici naturali

L'inquadratura dentro l'inquadratura. Come per le linee, il nostro cervello è naturalmente attratto dall'elemento racchiuso, incorniciato. Cercate di utilizzare elementi naturali o artificiali che possano racchiudere il vostro soggetto. 

 


Riempire il fotogramma

Quando si parla di ritratti, a meno di non voler creare degli effetti particolari, uno degli errori più comuni è quello di lasciare troppo spazio intorno al soggetto. Questo crea automaticamente una perdita di attenzione da parte dello spettatore verso il soggetto fotografato. Se volete che lo sguardo si concentri sul soggetto, dovete fare in modo che ciò che state fotografando sia protagonista assoluto dell'inquadratura.

 


 

Contrasto

Un altro concetto importante che può migliorare la tua composizione è il contrasto.

 

Dato che stiamo parlando di fotografia, la prima cosa che viene in mente è il contrasto di luce, come la fotografia low key. Qui, si cattura un’immagine molto scura dove solo un piccolo dettaglio è evidenziato (il che rende un risultato altamente drammatico).

Tuttavia, il contrasto tonale non è l’unico tipo di contrasto che puoi usare per migliorare le tue composizioni. Puoi anche usare il contrasto di colore (come discusso prima), la giustapposizione e il contrasto concettuale (che accoppia idee o estetiche opposte).

Composizione avanzata nella fotografia

Una volta che hai imparato le basi della composizione, è il momento di sfidare te stesso e passare a tecniche più avanzate. Ecco alcuni degli strumenti più popolari da considerare.

La regola dello spazio o del movimento

La regola dello spazio ti dice di lasciare spazio davanti al soggetto, specialmente se è un soggetto in movimento. L’idea è che l’osservatore ha bisogno di abbastanza spazio per immaginare il soggetto che porta avanti l’azione che sta compiendo.

Per esempio, se una persona sta andando via, si mette uno spazio significativo davanti, così:

 


 E secondo la regola dello spazio, se fotografi una persona che corre verso destra, dovresti metterla sul lato sinistro dell’inquadratura (e viceversa). Ma ricorda che c’è un’eccezione per ogni regola, specialmente quando si tratta di composizione. Quindi, se vuoi aggiungere tensione o incuriosire lo spettatore, prova a violare la regola dello spazio!

La cosa complicata della composizione è che devi scegliere di applicare o rompere le regole a seconda del messaggio che vuoi che la tua immagine trasmetta.

La regola delle probabilità

La regola delle probabilità si basa sul principio che le persone trovano più interessante vedere i numeri dispari. Mentre i numeri pari mostrano stabilità e funzionano bene per le composizioni simmetriche, i numeri dispari permettono all’occhio di scorrere attraverso l’immagine.

Quindi, secondo la regola delle probabilità, dovreste includere un numero dispari di elementi nelle vostre composizioni.

 


Ti consiglio di usare questa regola quando si adatta alla situazione, proprio come faresti con le forme. Se volete una composizione dinamica, usate triangoli, linee diagonali e numeri dispari. E se preferisci la stabilità, puoi scegliere linee rette, quadrati e numeri pari.

In ogni caso, l’importante è usare le regole a proprio vantaggio e prendere il controllo delle proprie composizioni. Quando si fotografa il cibo o i prodotti, è spesso più facile seguire la regola delle probabilità.

Ma seguire la regola delle probabilità non è così facile quando si fotografa una famiglia di quattro persone; non si può semplicemente decidere di escluderne una. (Anche se quando ti trovi di fronte a questa situazione, puoi disporre il gruppo in modo che lo spettatore veda uno più tre invece di quattro).

Composizione triangolare nella composizione in fotografia

Nella prima parte dell’articolo, ho parlato dell’uso delle forme per comporre le vostre immagini.

Ma sapevate che la forma più popolare nella composizione è il triangolo? Puoi creare triangoli con pose nei ritratti, montagne in un paesaggio, o un campanile durante i tuoi viaggi.

Tuttavia, se vuoi alzare un po’ di più il livello di compessità, puoi usare i triangoli dorati. Questa tecnica di composizione divide la cornice prima con una linea che collega un angolo con quello opposto, poi aggiunge due linee più piccole che escono da ciascuno degli angoli rimanenti.

 


 

Idealmente, dovresti mettere gli elementi più importanti della composizione dove le linee si intersecano. Per ottenere questo, potresti dover inclinare la tua macchina fotografica; questo è chiamato un angolo olandese (alias l’inclinazione olandese, l’inclinazione tedesca o l’angolo di Batman).

Ecco perché non è sempre possibile usare la linea guida del triangolo d’oro (o, almeno, non è sempre la scelta migliore).

Il rapporto aureo

Il rapporto aureo è un termine matematico che è stato poi applicato all’arte e infine alla fotografia. Equivale a 1,618, e ci sono due modi in cui può essere applicato alla composizione fotografica:

Come una griglia o come una spirale.

La griglia d’oro (alias la griglia Phi)

La griglia Phi divide l’inquadratura in nove blocchi, proprio come le regole dei terzi.

Tuttavia, questa griglia non segue un rapporto 1:1:1 – il che significa che i blocchi non sono della stessa dimensione. Invece, la griglia è 1:0.618:1, quindi si ottengono blocchi più piccoli verso il centro, come questo:


Questa composizione tende ad essere più naturale, poiché il rapporto aureo si trova anche in natura. Ha anche una reputazione migliore della regola dei terzi, che molti considerano amatoriale – un primo passo che dovrebbe essere rapidamente superato per tecniche più complesse.

La spirale aurea (alias la spirale di Fibonacci)

Per questo strumento di composizione, si dovrebbe seguire una spirale il cui fattore di crescita è il rapporto aureo

Si presenta così (anche se si noti che può iniziare in qualsiasi angolo della cornice):

Questa spirale si trova in strutture naturali come girasoli, pigne, conchiglie, ecc. La si può trovare anche in molte opere d’arte ed edifici perché molti artisti l’hanno usata nel corso dei secoli.

Per allenare il tuo occhio, puoi stampare o disegnare una spirale d’oro, poi usarla per studiare le fotografie di Irving Penn o Henri Cartier-Bresson, che hanno entrambi usato la spirale d’oro per ottenere risultati sorprendenti.

 

 

Per un'ulteriore comprensione delle regole, ti invito a guardare questo video in cui le regole della composizione sono spiegate attraverso le foto di un grande fotografo come Steve McCurry




 

Queste sono solo alcune delle regole fondamentali della composizione, ma come dicevamo all'inizio del nostro articolo, creare l'inquadratura giusta richiede anche una buona dose di creatività e soprattutto un progetto che nasce dalla volontà di raccontare una storia o trasmettere un messaggio. Per chi volesse approfondire l'argomento, segnaliamo alcune letture che speriamo possano esservi d'aiuto a liberare il vostro estro creativo:

Qualche ulteriore chiarimento

  • Come posso enfatizzare il mio soggetto? Per enfatizzare un elemento nella tua fotografia, devi attirare l’attenzione dell’osservatore su di esso. Puoi usare tecniche di composizione, come le linee guida, per ottenere questo risultato.
  • La regola dei terzi è la regola di composizione più importante nella fotografia? No, le regole della composizione non hanno una gerarchia. Invece, le regole funzionano meglio in situazioni diverse, e la tecnica migliore per una fotografia può essere sbagliata per quella successiva.
  • Posso migliorare la mia composizione fotografando con uno smartphone? Sì, queste regole si applicano a tutti i tipi di fotografia, compresi i cellulari e i video. Se vuoi un aiuto per iniziare, la maggior parte dei cellulari con fotocamera hanno una griglia che segue la regola dei terzi. Puoi attivarla/disattivarla nella sezione delle impostazioni. In alternativa, puoi installare un’app per fotocamera che supporta diversi tipi di griglie (come A Better Camera).
  • Come posso migliorare la mia composizione in Lightroom? Puoi usare le sovrapposizioni di Lightroom per migliorare le composizioni delle tue foto. Per usarle, seleziona lo strumento Crop dal pannello Develop. Assicurati che la sovrapposizione sia abilitata. Poi premi il tasto “O” per passare da una sovrapposizione all’altra.
  • Posso infrangere le regole della composizione? Assolutamente! Anche se alcune di esse sono chiamate regole, sono solo linee guida, strumenti e tecniche per aiutarvi a raggiungere risultati migliori. C’è sempre flessibilità per sperimentare. Però è importante conoscere le regole prima di infrangerle!

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Come inserire una recensione nelle tue email e aumentare le vendite

 


Uno degli elementi più efficaci per convincere un utente a comprare i tuoi prodotti è mostrargli quanto sono validi e apprezzati attraverso l’esperienza di altri clienti. Ecco perché inserire le recensioni all’interno delle tue email è un’ottima strategia per incrementare le conversioni.

Hai mai sentito parlare di riprova sociale? Si tratta di uno dei bias cognitivi più conosciuti e sfruttati dalle aziende nelle loro strategie di marketing ed è il meccanismo psicologico che porta l’uomo, per istinto, a cercare conferma delle sue azioni nelle scelte dei suoi simili.

Come si declina questo meccanismo psicologico nell’Email Marketing? Semplice, con le recensioni. 

Le recensioni sono una delle armi più potenti per convincere il potenziale cliente a finalizzare un acquisto: non c’è infatti nulla di più efficace che una serie di testimonianze positive da parte di altri utenti per persuadere un utente della validità e convenienza di un prodotto. 

Se il destinatario che legge le tue email con vetrine di prodotti visualizza sin dal messaggio i voti e commenti positivi di altri clienti sarà molto più invogliato a cliccare sulla CTA e completare la conversione. 

Quindi che aspetti? Leggi tutti i nostri consigli su come aggiungere le recensioni alle tue email e prendi spunto da alcuni esempi pratici che abbiamo selezionato per te. 

Tipologie di recensioni

Recensioni di prodotto

Sono le recensioni per eccellenza, quelle lasciate dagli utenti come commento alla qualità e affidabilità di un prodotto acquistato e provato. Si tratta quindi di commenti mirati a ciò che la tua azienda vende e non al valore del tuo brand. Tuttavia, pur non essendo indirizzati direttamente al tuo brand, questi commenti influenzano direttamente la fiducia che il pubblico ripone nei tuoi confronti, e, quindi, le tue stesse vendite.

Esperienza cliente

Questa tipologia di recensione è invece più generica e relativa alla qualità del tuo lavoro a 360 gradi: dalla struttura del tuo ecommerce (che può agevolare o ostacolare un’esperienza di acquisto dell’utente), al tuo team di supporto clienti, dall’organizzazione dei tuoi magazzini alle tue velocità di consegna, dalla tua prontezza di risposta alla qualità di ciò che vendi. 

Sono queste, quindi, le recensioni che vanno a intaccare in modo diretto la tua reputazione come azienda e il rapporto di fiducia con i tuoi clienti e lead. 

Commenti e menzioni sui social

Altro tipo di recensioni sono le menzioni che la tua community e i clienti che hanno acquistato dalla tua azienda possono pubblicare sui loro o sui tuoi canali social, per consigliare il tuo brand o dei tuoi prodotti oppure, al contrario, per sconsigliarli. Si tratta di una tipologia di recensione molto potente, sia in modo positivo che negativo, perché dotata di un’elevata risonanza pubblica difficile da controllare. Il consiglio in questo caso è quello di tenere monitorare le menzioni del tuo brand sui social e, se negative, intervenire prontamente con un linguaggio moderato, gentile e aperto al dialogo e alla comprensione delle motivazioni che hanno deluso l’utente.

Ora vediamo come inserire le recensioni nelle varie tipologie di email.

Email di benvenuto

Le email di benvenuto hanno lo scopo di presentarti all’utente appena iscritto e mostrargli quali sono le tue Unique Selling Propositions, i valori del tuo brand e i prodotti di punta. 

Includere delle recensioni come argomento correlato all’email (senza togliere spazio alla presentazione del tuo brand) è un ottimo modo per:

  • mostrare ai nuovi iscritti che i tuoi prodotti/servizi sono apprezzati ed efficaci
  • provare che la fiducia che i nuovi utenti hanno riposto in te con l’iscrizione è ben riposta, attraverso l’esempio di altre esperienze utente
  • incrementare la tua brand reputation, dando prova di garanzia e fiducia in ciò che vendi

Email di recupero carrello

Le email di recupero carrello abbandonato nascono proprio con l’obiettivo di invitare l’utente che ha già espresso un interesse a concretizzarlo finalizzando l’acquisto. Inserire all’interno del messaggio le recensioni di utenti che hanno acquistato il prodotto di interesse dell’utente è uno strumento estremamente efficace per stimolare il destinatario e facilitare l’acquisto. 

Vedere che altri utenti hanno apprezzato quel prodotto aiuterà infatti il tuo potenziale cliente a completare la conversione. Difficile infatti resistere all’impulso di acquistare quando tutti consigliano proprio ciò che desideri. 

 


Lancio di prodotto o servizio

Se stai lanciando un nuovo prodotto, servizio, programma o iniziativa, inserire delle testimonianze da parte della tua community può aiutarti ad aumentare il senso di fiducia e qualità del tuo brand e a presentare le tue novità con maggiore efficacia. 

Ricorda in questo caso di utilizzare le recensioni come elemento accessorio, evitando che rubino spazio e attenzione all’elemento principale del messaggio, ovvero il tuo nuovo lancio. Questo esempio di Duolingo può aiutarti a capire come posizionare in modo ottimale le recensioni in questa tipologia di email:

Usa la recensione come titolo

 

In questo esempio, Everlane decide, con un tocco in più di creatività, di sostituire il titolo nella parte above the fold con una recensione. Una strategia che catalizza tutta l’attenzione visiva del destinatario proprio sul commento con cui inizia il messaggio.

Questo stratagemma non è utilizzato casualmente: il messaggio ha lo scopo di presentare uno dei prodotti di punta del brand, nonché uno dei best seller del marchio, e l’aggiunta di una recensione come titolo di presentazione del prodotto è coerente, efficace e originale. 

Vetrina di prodotti

Un’altra tipologia di messaggio che ben si presta all’aggiunta di recensioni per aumentare le vendite è la classica vetrina di prodotti e servizi del brand.

Invece che presentare semplicemente questi ultimi con un carosello di immagini e i relativi prezzi, puoi optare per una declinazione più originale, presentandoli con le relative recensioni o con i punteggi ottenuti dalle valutazioni dei clienti che li hanno acquistati, come in questo caso:


 

Questo aiuterà non solo a incrementare le potenzialità di vendita, ma servirà anche per presentare al tuo destinatario la gamma di prodotti e servizi che la tua azienda offre, facendo pubblicità a contenuti di cui magari non era al corrente. 

Offrire suggerimenti 

Un altro modo per inserire le recensioni nelle tue campagne, è quello di basarti su precedenti acquisti da parte del cliente per suggerire prodotti o servizi simili che potrebbero interessargli. Abbinare a questi suggerimenti una recensione, può servire a rendere ancora più persuasivo il tuo suggerimento e a convincere l’utente che quel suggerimento è effettivamente valido. 

Questo è un ottimo modo per fare cross-selling e indirizzare l’utente verso altri tuoi prodotti, combinando l’analisi delle sue preferenze di acquisto con le revisioni lasciate dalla tua community, come mostra bene questo esempio: 


Non dimenticare di chiedere un feedback

Affrontiamo questo aspetto come conclusione all’articolo, ma in realtà, a livello cronologico, inviare un’email per chiedere una recensione sull’acquisto è il punto di partenza per raccogliere tutti quei commenti che ti permetteranno di inviare in seguito gli esempi appena descritti. 

Come si invia un’email per richiedere una recensione? Il segreto è:

scegliere il giusto tempismo. Mandare un’email di questo tipo troppo presto risulta poco utile, perché l’utente non ha avuto il tempo necessario per testare il tuo prodotto. Mentre, al contrario, inviare il messaggio lasciando passare diversi mesi rischia di far dimenticare all’utente il suo acquisto. Scegli un tempo proporzionato, facendo prima dei test per stimare il tempismo più adatto. 

utilizza una leva efficace per convincere l’utente a recensire il tuo prodotto. Che sia un codice sconto sul prossimo acquisto, una frase come “la tua esperienza per noi è importante” o ancora “la tua opinione può essere d’aiuto ad altri utenti” o, ancora, una promozione che introdurrai dopo aver raccolto un certo numero di feedback, l’importante è trovare il modo per convincere il tuo cliente a fornire un suo commento o una votazione.

Ultimo consiglio: rendi il processo di recensione semplice, lineare e veloce, per evitare che gli utenti si stanchino di attendere e siano invogliati anche in futuro a lasciare un loro commento. 

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Cosa sono i Lead Magnet?


 

Un lead magnet è una risorsa, un prodotto o un servizio gratuito (come un eBook o una prova gratuita) a cui gli utenti che visitano un sito possono accedere compilando un form con alcuni dati personali e di contatto (come il nome e l'indirizzo email).

Cos’è un lead magnet?

L’obiettivo del lead magnet è acquisire nuovi contatti e “attrarre dei lead (il termine inglese “magnet” in italiano può essere tradotto con “calamita”). Le aziende così lo sfruttano per invogliare gli utenti a compilare dei moduli con alcuni dati personali – come nome, cognome, età, professione, email, numero di telefono (insieme eventualmente ad altre informazioni che possono risultare utili per le vendite) – permettendo loro di accedere gratuitamente e in maniera veloce a una risorsa di cui essi hanno bisogno. Proprio perché lo scopo è attrarre nuovi contatti, i lead magnet si rivelano un utile strumento di marketing, funzionale all’attività di lead generation .

Le aziende possono proporre queste risorse sul proprio sito web: l’utente quando entra all’interno del sito può ritrovarsi delle schermate pop-up oppure dei banner con delle call to action che richiamano l’attenzione verso la risorsa da scaricare.

I lead magnet possono però essere proposti anche tramite campagne pubblicitarie portate avanti sui social, sfruttando per esempio gli annunci sponsorizzati di Facebook che indirizzano l’utente a una pagina del sito che contiene il modulo da compilare per accedere alla risorsa.

Le call to action degli elementi grafici (come alcuni bottoni) vengono generalmente accompagnate da frasi particolarmente accattivanti, ideate per invogliare gli utenti a scaricare la risorsa messa a disposizione, in cambio di alcuni dati personali. Questi dati vengono aggiunti al database dell’azienda che inserisce i potenziali clienti all’interno del funnel di vendita, procedendo poi con diversi contatti progressivi pensati per guidarli verso l’acquisto.

Tipologie ed esempi di lead magnet

A seconda del professionista, dell’azienda e/o del tipo di attività che si svolge, è possibile ricorrere a tante tipologie di lead magnet. Tra quelli più diffusi vi sono gli eBook e i white paper. Esperti appartenenti ai più diversi ambiti possono sfruttare questi lead magnet per proporre agli utenti contenuti esclusivi con consigli, guide e checklist su molteplici argomenti.

Le imprese, invece, possono usare nel proprio mercato di riferimento le conoscenze e i dati che hanno a disposizione per creare, per esempio, report che riguardano trend e tendenze.

I lead magnet possono anche assumere la forma di video o audio: si pensi a tal proposito alla realizzazione di corsi online gratuiti, webinar podcast dedicati ai temi che riguardano la propria attività e che possono offrire una risposta a bisogni, domande o esigenze del target che si vuole raggiungere.

Oltre alla possibilità di scaricare dei contenuti digitali o accedere a video esclusivi, le imprese e i professionisti possono eventualmente proporre delle consulenze gratuite.

Vi sono, inoltre, altri esempi di lead magnet come quiz e test che offrono agli utenti la possibilità di ottenere delle valutazioni: volendo procedere con un esempio concreto, recandosi sul sito di Karmen Kendrick Creative, azienda che offre servizi di manutenzione di siti in WordPress, è possibile effettuare un quiz per testare le proprie competenza nell’utilizzo della piattaforma in questione.

Pensando invece a come gli ecommerce potrebbero sfruttare i lead magnet per ottenere dei contatti, è possibile far riferimento a coupon di sconto, messi a disposizione per alcuni prodotti da acquistare, o anche alla possibilità di ottenere spese di spedizione gratuite.

Le imprese che si occupano di software o della vendita di tool potrebbero invece proporre prove gratuite di strumenti online o anche delle demo che consentano di utilizzare, anche se in maniera limitata, il prodotto in questione in cambio di alcuni dati.

Come sviluppare un lead magnet efficace?

Affinché un lead magnet si riveli efficace e in grado di portare a delle vendite è necessario innanzitutto che venga definito bene il proprio target, identificando i bisogni delle differenti buyer personas, così da poter proporre loro qualcosa di realmente utile. La creazione di lead magnet poco personalizzati, cioè non ideati avendo in mente un target specifico, porta a raccogliere lead poco rilevanti per l’azienda, che tenderanno a non essere interessati all’acquisto.

Prima di sviluppare un lead magnet è importante concentrarsi su alcuni aspetti chiave. Innanzitutto, bisogna soffermarsi sull’offerta, ossia sulle caratteristiche del prodotto o del servizio principale che l’azienda vuole vendere. Successivamente è necessario chiedersi che tipologia di clienti potrebbero ottenere più vantaggi dall’offerta principale, concentrandosi dunque sul target: l’obiettivo del lead magnet infatti è quello di offrire qualcosa che la propria audience possa scambiare con i propri dati. Infine, bisogna identificare quali sono i principali benefici che il target può ottenere da quest’offerta (andando così a definire la value proposition).

È opportuno sottolineare che vi sono alcune caratteristiche fondamentali che tendono a rendere il lead magnet più efficace. Come fatto notare in precedenza, deve trattarsi di una risorsa fornita in maniera gratuita; deve essere in qualche modo riconducibile all’azienda e al relativo core business, rimandando se possibile al prodotto o servizio principale del brand . Inoltre, deve essere facilmente fruibile dagli utenti, richiedendo il minor investimento di tempo possibile (per questo potrebbe essere utile rendere i moduli brevi e facili da compilare).

Un lead magnet di valore deve inoltre offrire una risposta o una soluzione concreta a un problema o bisogno specifico: bisogna per questo aggiornare periodicamente i contenuti proposti assicurandosi che i materiali non diventino obsoleti. È opportuno inoltre che si tratti di una risorsa o di una proposta esclusiva, ossia non accessibili al pubblico in generale, dando agli utenti un incentivo a lasciare i propri dati.

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Come si scrive una lettera commerciale che vende? Scopriamolo insieme!


Come scrivere una lettera commerciale efficace? Forse, è meglio iniziare da un’altra domanda: perché al giorno d’oggi si dovrebbe scrivere una lettera commerciale?

In effetti, oramai da anni, viviamo nell’era delle e-mail, che sono uno strumento pratico ed economico. Eppure la posta elettronica non ha ucciso il direct mailing. Anzi: cercare clienti via corrispondenza cartacea è un’attività che gode tuttora di buona salute.

Insomma: per molti versi, una lettera commerciale rappresenta ancora un modo professionale e, tutto sommato, poco invasivo di presentare la propria azienda o attività. Ecco dunque che le lettere commerciali rimangono una delle armi più efficaci a disposizione delle divisioni marketing e vendite. E dei titolari di qualunque business.

Anche perché, se ci pensi, la lettera ha il vantaggio di essere un oggetto fisico. Chi spedisce lettere oggi? Praticamente nessuno, perché tutti usano l’e-mail. Ma la posta elettronica è impersonale. E poi basta un clic per buttarla nel cestino. Le lettere di vendita hanno invece una fisicità che è impossibile ignorare. E che colpisce il destinatario: chi spedisce un documento cartaceo si fa notare, si distingue dalla massa. In altre parole: un messaggio postale attira sempre l’attenzione dei potenziali clienti.

Detto ciò, possiamo tornare alla nostra domanda iniziale: come bisogna scrivere una lettera commerciale che vende?

Una premessa: fa un’analisi di marketing preliminare

Prima di spiegarti come redigere una lettera commerciale che ti fa trovare clienti, devo parlarti di una cosa. Si tratta di un elemento importante. Ed è questo: prima della comunicazione, viene sempre il marketing. E cioè? Vado al sodo: mai tuffarsi nella scrittura di una lettera di vendita se prima non si è riflettuto sull’identità della propria azienda e su quella delle aziende concorrenti.

Che cosa significa questo, in pratica? Che la lettera la scriva tu oppure la scriva un copywriter professionista, è fondamentale stabilire chi è la tua azienda, quali sono le sue differenze rispetto alla concorrenza e, di riflesso, come deve presentarsi per valorizzare la sua offerta commerciale.

Se non fai questa analisi di marketing iniziale, ti ritrovi a scrivere le stesse cose che scrivono tutti gli altri. Rischi cioè di comunicare in modo banale, scontato. Va così perché non dici cose efficaci, ma ciò che dice anche la tua concorrenza.

Questo è un errore davvero grave, che fa fallire il tuo mailing cartaceo. Devi evitarlo. Come? Rifletti sull’identità della tua azienda, prendi nota di ciò che differenzia la tua offerta da quella dei concorrenti. Solo così la tua comunicazione partirà dalle giuste premesse. Altrimenti, ti ritrovi a scrivere una lettera commerciale in buon italiano, ma nulla più. Peccato però che il tuo obiettivo sia quello di vendere...

La strategia di comunicazione

Prima d’iniziare a scrivere una lettera commerciale, occorre che tu ti ponga queste tre domande:

  1. Chi è il destinatario della mia comunicazione?
  2. Qual è l’obiettivo della mia comunicazione?
  3. Che reazione voglio ottenere dal destinatario?

Analizziamo il primo punto. Chiedersi chi è il destinatario di una lettera significa decidere a chi scrivere. Qui devi fare una scelta precisa, perché rivolgerti a tutti non paga: sparare nel mucchio non è mai una buona idea nel direct marketing. C’è infatti sempre qualcuno che ha specificamente bisogno di te: quello è il tuo potenziale cliente. Cerca quindi di capire bene da chi è rappresentata quella categoria di persone (o di aziende). Ãˆ loro che deve colpire la lettera di presentazione del tuo business.

Una volta che hai individuato il tuo target, devi studiarlo nei dettagli. Che tu comunichi a una sola persona o a migliaia di individui, devi sempre fare questo: scovare più informazioni possibili sul tuo destinatario. Devi cioè trovare più informazioni che puoi sia sulle aziende a cui scrivi che sulle persone che riceveranno la tua comunicazione cartacea.

Informarti su un’azienda significa, per esempio, studiare come essa comunica. Informarti su una persona significa invece cercare sia informazioni personali – età, sesso, abitudini, titolo di studio ecc. – sia lavorative – posizione in azienda, anzianità di servizio, livello di autonomia decisionale ecc.

Tutto ciò è faticoso, lo so, ma è indispensabile per scrivere una lettera commerciale mirata. Come ho già detto: le lettere buone per tutti non funzionano. Infatti, la comunicazione efficace – che è la sola capace di influenzare le scelte altrui – è sempre ritagliata su un destinatario specifico.

Il secondo punto è meno scontato di quanto si creda. In effetti, non è detto che l’obiettivo di una lettera commerciale sia sempre la vendita. Per esempio, si può scrivere una lettera commerciale per fare brand awareness, per proporre una partnership, per raccogliere dati sul proprio mercato. In linea di massima, una sales letter è addirittura più efficace se propone un appuntamento che non una vendita diretta. È perciò fondamentale che tu individui in modo preciso qual è l’obiettivo della tua comunicazione.

Terzo punto. Scelto il target e l’obiettivo della tua lettera commerciale, Ã¨ necessario che tu definisca con esattezza quale azione vuoi che il destinatario compia. La sua reazione dovrà essere un ordine del tuo prodotto? Oppure visitare il tuo sito web? Oppure vuoi che richieda maggiori informazioni su una tua promozione?

Avere le idee chiare su che azione vuoi far compiere al destinatario Ã¨ davvero fondamentale: ti aiuterà a scrivere una lettera commerciale con un messaggio e una call to action efficaci sul serio.

 

Consigli per una comunicazione che fa vendere

Siamo così arrivati al momento in cui parlare di scrittura di lettere commerciali in maniera prettamente operativa. Da qui in avanti ti parlerò di che cosa devi fare se vuoi scrivere sales letter che sfruttano il potere della scrittura che fa vendere. A tal riguardo, vorrei indicarti alcuni aspetti da tener sempre presenti nella redazione di una missiva:

  1. Concentrati sui benefici per il tuo lettore

    Molti pensano che scrivere una lettera commerciale significhi parlare di quanto la propria azienda sia importante. In tal modo, la loro comunicazione è autoreferenziale e pomposa. Peccato però che al lettore non importi alcunché di quanto un’azienda sia “leader di mercato” o della sua “tecnologia innovativa”. Sono cose che dicono già in troppi: chi parla così oramai non è più credibile. Per esempio, nel momento in cui scrivo, Google.it dà ben 45.200.000 risultati per la query “leader di mercato”! L’unico che non è leader di mercato sono io! 

    Scrivere una lettera commerciale autoreferenziale significa perdere tempo (e soldi). Concentrati invece sui benefici per il lettore. Per esempio, spiegagli quanto denaro risparmierà se sceglierà te, quanto più produttiva diventerà la sua azienda, quanto tempo potrà guadagnare grazie ai tuoi servizi o prodotti.

    Insomma: scrivere una lettera commerciale significa calarsi nei panni del lettore per soddisfare le sue esigenze. Ripeto: le sue.

  2. Dì’ subito la cosa più importante

    Per scrivere una lettera commerciale efficace, usa il metodo della piramide rovesciata (ne parleremo in un prossimo articolo, promesso!). Cioè: vai subito al sodo, dici subito quali sono i vantaggi che offri. Usa il resto della lettera per giustificare la bontà della tua proposta.

  3. Sii breve

    Tutte le aziende cercano di ottenere visibilità. Perciò, è verosimile che tu non sia l’unico al mondo a scrivere lettere commerciali. Inoltre, il tuo lettore ha in genere poco tempo da dedicarti. Spesso, si tratta solo di qualche secondo. Quindi, è importante che tu vada subito al nocciolo nella tua comunicazione. Dici al potenziale cliente che cosa gli offri, che cosa ci guadagna e come deve fare per sfruttare l’occasione.

  4. Usa un tono formale

    Scrivere una lettera commerciale con un tono amichevole è sbagliato. O meglio: funziona solo in determinate e particolari circostanze. Per capirci: nelle tue sales letter cartacee non puoi usare i toni dei venditori americani, quelli del tipo: “Diventa ricco in 3 giorni! Sfrutta ora questo imperdibile regalo che ti darà la felicità!”.

    In Italia non funziona così. Perciò, usa un tono più formale nei confronti del lettore. Formale non significa baroccamente pomposo. Significa rispettoso, professionale, credibile. Ricorda che se scrivi una lettera commerciale a una persona devi usare il lei, se la scrivi a un’azienda devi usare il voi.

  5. Cura la struttura testuale

    È curioso come molte delle regole del web writing si possano usare anche per scrivere una lettera commerciale. In sostanza: nessun muro di testo ma brevi paragrafi separati da spazi vuoti, uso di grassetto a sottolineare i concetti importanti, uso di elenchi. Insomma: crea una struttura testuale dalla grafica pulita, ben leggibile. Nelle lettere commerciali, la struttura è parte integrante del messaggio che vuoi comunicare ai potenziali clienti.

  6. Scrivi in italiano perfetto

    Qui c’è veramente poco da dire: niente errori di ortografia, grammatica, sintassi. Ti accorgi che c’è un refuso nella lettera? Nessuna correzione a mano: ristampa il foglio.

  7. Inserisci foto di gente sorridente

    Se nella tua lettera commerciale pensi d’inserire una foto, ecco quella ideale: persone sorridenti. Se guardano o usano il tuo prodotto, meglio ancora.

  8. Usa le call to action

    L’obiettivo finale di una lettera commerciale è spingere il lettore all’azione, che molto spesso è la richiesta di un tuo contatto (o di quello di un tuo venditore). Perciò, la tua lettera deve terminare con una call to action efficace. Molto meglio se la call to action della sales letter è valida per un ristretto periodo temporale, per esempio: “Scade entro 30 giorni!”. Questo per mettere fretta al potenziale cliente, evitando che accantoni la sales letter e che se ne dimentichi

La struttura della lettera

Dunque, qual è la struttura di una lettera commerciale che vende? Come vanno disposti in essa i contenuti e la grafica?

Una premessa anche qui. Non esiste una struttura base per scrivere una lettera commerciale: tutti propongono le proprie varianti. Se fai un giro sul web, te ne accorgerai: ognuno ha la sua idea di struttura per una lettera commerciale. E anch’io ce l’ho. La mia proposta si basa su quelle che sono le mie esperienze professionali e su un po’ di buonsenso.

1. Intestazione: il mittente

L’intestazione delle tue lettere commerciali deve contenere i dati del mittente, in alto a sinistra. Cioè: il logo della tua azienda e il suo nome, l’indirizzo, il numero di telefono e fax, un indirizzo e-mail e l’indirizzo del sito web aziendale. Per esempio:

NOME AZIENDA
NOME VIA, NUMERO CIVICO
TELEFONO – FAX
E-MAIL
SITO WEB

2. Intestazione: il destinatario

Nello scrivere una lettera commerciale, i dati del destinatario vanno in alto a destra. Ecco un esempio:

Spett.le NOME AZIENDA
Alla c.a. del Dott. NOME PERSONA
NOME VIA, NUMERO CIVICO
CAP CITTÀ (PROVINCIA)

3. Intestazione: luogo e data

Nelle lettere commerciali, la data si mette in alto a destra, sotto i dati del destinatario. Il giorno si scrive in numero, il mese in lettere – è più elegante – e con la lettera iniziale minuscolo, l’anno in numero. Prima della data bisogna inserire il luogo. Luogo e data devono essere separati dalla virgola.

4. L’oggetto

Nell’oggetto, in poche parole, spieghiamo al lettore perché gli abbiamo scritto una lettera commerciale. Di solito, l’oggetto va in grassetto.

L’oggetto è uno degli elementi da curare maggiormente nello scrivere una lettera commerciale. Dev’essere breve e deve invogliare alla lettura della lettera. Personalmente, amo scrivere un oggetto che contenga una domanda. Perché è molto efficace. Ecco un esempio: “Oggetto: vuole imparare a scrivere una lettera commerciale che vende?”.

5. Corpo della lettera

Occorre iniziare con l’aggettivo gentile, seguito dal titolo e dal nome della persona. Oramai la formula egr. non si usa più. Dopodiché si mette una virgola e si va a capo, lasciando una riga bianca, per iniziare a scrivere la lettera commerciale vera e propria. Alla fine del corpo, inserisci la call to action.

6. Formula di congedo

Anche qui: educazione ma nessuna pomposità barocca. La formula che preferisco io è: “Grazie dell’attenzione e cordiali saluti”.

7. L’antefirma

L’antefirma precede la firma vera e propria ed è costituita dal nome della tua azienda, dal tuo nome e dalla tua carica. Va inserita alla fine del corpo della lettera commerciale. Un esempio:

NOME AZIENDA MITTENTE
TITOLO E NOME MITTENTE
CARICA MITTENTE

8. La firma

Nelle lettere commerciali, la firma va inserita in fondo a destra. È elegante che, sotto la firma, tra parentesi, siano stampati il nome e cognome del mittente.

9. Post scriptum

Il post scriptum è classicamente un’aggiunta alla lettera (il famoso PS), dopo averla già terminata e firmata. Va perciò inserito in fondo alla comunicazione. La sua funzione è quella di enfatizzare un’idea già espressa nel testo, rilanciandola. Nello scrivere una lettera commerciale, il post scriptum è un ottimo posto per ribadire la propria offerta, portando enfasi sul beneficio principale per il potenziale cliente. Tra l’altro, il PS attira con forza l’attenzione delle persone: spesso, ciò che non è riuscito a fare la sales letter può farlo il suo PS!

10. Gli allegati

Gli allegati sono documenti aggiuntivi, correlati agli argomenti della lettera commerciale. Per indicare la presenza di un allegato, si aggiunge l’abbreviazione All., in fondo a sinistra, seguita dal numero di pagina dell’allegato.

Ecco, queste sono le indicazioni per redigere lettere commerciali che ti aiutano realmente a vendere i tuoi prodotti o servizi. Ma prima di chiudere questo lungo articolo su come scrivere una lettera commerciale efficace, c'è spazio per qualche altro spunto o consiglio... quindi...

POST SCRIPTUM 

Molti imprenditori mandano solo qualche decina di sales letter e poi tirano subito le conclusioni. Del tipo: “Ho scritto 32 lettere commerciali e nessuno mi ha risposto: le sales letter non funzionano!”. Ecco, ragionare così è sbagliato. Prima di tutto perché una lettera di vendita è un contatto a freddo: chi la riceve non sa alcunché di te o della tua azienda. Questo significa che, con ogni probabilità, dovrai mandargli più di una lettera commerciale. In secondo luogo, le somme si tirano sui grandi numeri (cioè su almeno qualche centinaio di lettere, se non su qualche migliaio), altrimenti rischi di aver contattato un campione troppo piccolo per fare delle valutazioni.

Ed eccoci a un secondo spunto. In linea di massima, scrivere una lettera commerciale (o meglio: una sequenza di lettere commerciali) significa che devi aspettarti una risposta intorno al 2-3%. Sì, lo so: le sales letter non fanno miracoli, ma quel numero cresce sicuramente se ti affidi a qualcuno che conosce il copywriting persuasivo. Noi della Insight Agency, ci occupiamo di marketing e direct marketing da oltre 15 anni, comunicare in modo efficace, non solo è il nostro lavoro, ma è la nostra passione. Non esitare a contattarci, se hai bisogno di una consulenza gratuita.

Un altro suggerimento, che spesso non è chiaro a chi ci contatta chiedendoci di redigere una lettera di presentazione per la sua azienda o business. Scrivere un testo che sia persuasivo è ovviamente fondamentale. Così come è importantissimo individuare il nome del decisore aziendale a cui spedire la lettera (volete evitare il filtro delle segretarie, vero?). C’è però di più. Una gran parte delle trattative commerciali nascono da una telefonata che segue la sequenza di lettere spedite.

Mi spiego meglio. Una parte delle trattative nasceranno dal fatto che chi riceve la lettera vi contatterà (nel modo che gli avete indicato). Questo è del resto ciò che vogliamo che succeda. Molti però non lo faranno. D’altronde, non esiste una campagna di direct marketing postale che abbia il 100% di successo.

E dunque? Che fare con chi non ci ha contattato? Lo lasciamo perdere? Diamo cioè per scontato che sia un cliente perso? No di certo. Perché noi dobbiamo fare il cosiddetto recall telefonico (altri lo chiamano diversamente). Di che si tratta? Tutti quelli che non ci hanno risposto devono essere da noi chiamati telefonicamente. “Buongiorno, volevo sapere se ha ricevuto la nostra lettera e che cosa ne pensa”. Questo il senso della telefonata.

Ci sono varie tecniche per le chiamate successive a un invio di una lettera di offerta o di una lettera di presentazione di un’azienda. Alcune funzionano di più e altre di meno. Ad ogni modo, saltare questa fase è impensabile, perché non di rado è qui che la campagna di direct mailing produce i risultati maggiori.
InsightAgency

Street Photography: 10 consigli per realizzare degli scatti perfetti

 


Obiettivo della street photography è svelare piccoli eventi quotidiani nella vita dei singoli e della società. Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, le immagini non devono contenere per forza una strada… Possono invece essere “rubate” ovunque le persone si raccolgano e abbiano comportamenti interessanti.

La fotografia di strada può regalare grandi soddisfazioni, ma presenta anche qualche difficoltà. Soprattutto se si è alle prime armi. Ecco 10 consigli per migliorare tecnica e stile, per immagini che lascino il segno.

1 – L’attrezzatura

Riduciamo il kit all’osso per essere veloci e invisibili, partendo dal corpo macchina. Qualsiasi fotocamera può dare buoni risultati se la conosciamo e la troviamo comoda. I modelli più piccoli sono più discreti e pratici da usare a mano libera per lunghi periodi. Impariamo a memoria posizioni e funzioni di pulsanti, ghiere e menu per poter scattare al volo.

Per quanto riguarda le ottiche, gli obiettivi a focale fissa sui 35 o 50 mm sono piccoli e per nulla appariscenti e hanno un angolo di campo simile a quello dell’occhio umano (intorno a 40 mm). Inoltre, è più facile arrivare a conoscere bene la resa di un’ottica fissa e questo aspetto rende più intuitive messa a fuoco e composizione.

Comuni marsupi o zainetti monospalla sono ideali perché non danno nell’occhio e offrono accesso immediato al contenuto. Calcoliamo lo spazio per il corpo e uno o due obiettivi. Non portiamo accessori che non useremo. Al limite, lasciamo proprio perdere la borsa e infiliamo in tasca le memory card.

2 – I grandi maestri

Prima di metterci alla prova, aiuta prendere confidenza con i paradigmi classici e contemporanei della fotografia di strada.

Anche se conosciamo già la storia del genere, approfondiamo un po’ per capire dove si colloca la nostra opera. Studiamo i maestri e cerchiamo anche di ampliare le nostre competenze nei campi dell’arte contemporanea e dei media. Riferimenti e citazioni colte daranno i loro frutti quando saremo in cerca di idee e soggetti interessanti.

3 – Scegliamo il posto giusto

Le scene più dinamiche non sono prerogativa esclusiva delle aree metropolitane. Qualsiasi luogo pubblico può essere perfetto, se vibra di attività umanaConsideriamo attrazioni turistiche, musei, mercati, spiagge… C’è spesso un momento ideale per visitare ogni luogo. Una stazione è pazzesca all’ora di punta, un chiosco è pieno a pranzo e così via.

Nelle strade affollate, ricordiamo di muoverci contro il flusso delle persone, in modo che i possibili soggetti si presentino frontali. Osserviamoli da una certa distanza e scattiamo quando ci passano vicini.

 



4 – Street photography: non diamo nellocchio

Per fortuna l’invisibilità non richiede super-poteri, solo un po’ di attenzione e buon senso. In termini di scatto, una buona tecnica è guardare oltre i soggetti quando in realtà li fotografiamo. Se fingiamo di essere concentrati su altro, è molto probabile che non si sentiranno allarmati dalla nostra presenza. Quando scattiamo immagini di sconosciuti, è naturale per noi sentirci molto evidenti, ma anche i timidi e gli introversi possono ottenere ottimi risultati. Cerchiamo di emanare sicurezza. Quando abbiamo l’aria di essere proprio dove dovremmo essere, è più facile essere farci ignorare.

Se all’inizio ci sentiamo davvero troppo a disagio, manteniamo le distanze e lavoriamo su composizioni in cui abbia senso che i soggetti appaiano piccoli. Non ci sono trucchi magici per superare la paura: continuiamo a provare!


 

5 – Impostiamo lo scatto

I sistemi esposimetrici se la cavano in genere molto bene, ma non affidiamoci completamente agli automatismi. Usiamo piuttosto una modalità semi-automatica. Avremo il controllo e dimezzeremo il tempo di impostazione. Se sappiamo che la nostra fotocamera ha difficoltà a gestire il contrasto elevato, impostiamo una compensazione dell’esposizione: +1 se il soggetto è più luminoso della media della scena, -1 se è più scuro.

Oltre che all’esposizione, dobbiamo prestare attenzione alla messa a fuoco. Impostiamo la fotocamera sulla modalità continua (AI Servo su Canon o Continuous su Nikon). In questo modo la messa a fuoco seguirà i soggetti in movimento finché li terremo nel mirino.

Priorità di diaframma

La priorità di diaframma è indicata per le scene più generiche. Impostiamo diaframma e ISO in accordo con le condizioni di luce. In una giornata luminosa, partiamo da f/8 e ISO 400. Controlliamo che il tempo sia più veloce di 1/200.

 


Priorità di tempo

La priorità di tempo è utile per aggiungere sfocatura di movimento oppure quando la luce comincia a calare. Per persone o veicoli in movimento, partiamo da 1/15 di secondo. Un tempo più lungo, abbinato al panning, è ideale per soggetti più lenti.

 


6 – Catturiamo momenti spontanei

Le fotografie posate offrono splendidi ritratti, ma non catturano la vera essenza di una persona quanto uno scatto spontaneo. Se i soggetti sono diffidenti, possiamo provare a porre domande generiche sulla giornata o a fare complimenti per come sono vestiti – qualsiasi cosa faccia loro abbassare la guardia.

Alcuni ci staranno, altri no, non forziamo mai la situazione. La fotografia di strada è umanità e le emozioni sono la chiave dell’interesse. Le persone cambiano espressione di continuo. Un attimo sorridono, quello dopo corrugano la fronte. Il momento in cui scattiamo fa una profonda differenza.

 


7 – Fotografiamo con rapidità

La velocità di esecuzione è l’essenza della fotografia di strada, ma mettere a fuoco richiede tempo. Se esitiamo troppo, però, il momento decisivo rischia di andare perso.

La teoria della messa a fuoco zonale prevede di impostare l’obiettivo in manuale, mettere a fuoco su una data distanza e scattare quando il soggetto passa nella zona nitida. È una tecnica utile quando scattiamo tenendo la fotocamera al fianco e non possiamo guardare nel mirino. Inoltre, ha il pregio di risultare invisibile e veloce.

Ci sono app gratuite che possono aiutarci a calcolare le distanze. Cerchiamo nel nostro app store un calcolatore di profondità di campo.

La messa a fuoco zonale

Mettere a fuoco in anticipo permette di scattare con velocità e precisione. Le ottiche più vecchie hanno indicatori specifici per l’estensione della profondità di campo, che comunque è molto facile da calcolare. Per determinarla e modificarla, dobbiamo conoscere la lunghezza focale e il diaframma in uso e la distanza dal soggetto.

Impostiamo la fotocamera

Partiamo da diaframma f/8 o f/11. Potremo cambiare il valore se ci accorgessimo che i risultati sono troppo scuri. Un’ottica fissa 50 mm (meglio se con gli indicatori della distanza di fuoco) è la scelta migliore. Impostiamo messa a fuoco manuale.

Calcoliamo le distanze

Se l’ottica offre indicatori di distanza, usiamo quelli. Se no, usiamo un’app come DoFViewer. Inseriamo modello di fotocamera, lunghezza focale, diaframma e distanza dal soggetto e l’app calcolerà i punti più vicino e più lontano coperti dalla profondità di campo.

Posizioniamoci bene

Mettiamoci in un punto dal quale il soggetto cade entro la profondità di campo calcolata. Se desideriamo ampliarla, chiudiamo il diaframma, ma ricordiamo di riaggiustare l’ottica e la nostra posizione di scatto. Con i soggetti in movimento, scattiamo non appena entrano nella zona nitida.

 


8 – Diamo rilievo ai dettagli

In nostri ritratti sembrano poco ispirati? Se ci capita, avviciniamoci e stringiamo le scene per potare all’attenzione dettagli ed elementi interessanti. Le immagini di strada non devono per forza contenere esplicitamente persone. Artefatti e oggetti che alludono a storie e comportamenti sono documenti sociali altrettanto potenti.

Il taglio stretto forza lo sguardo su una specifica parte del soggetto. Perché non concentrarci sulle mani o sui piedi di qualcuno, se hanno qualcosa da dire? Nel caso, un teleobiettivo nell’ordine del 70-200 mm funziona molto bene.

9 – I cliché della street photography

Bianco e nero contrastato
L’assenza di colore può semplificare una scena complessa, dare carattere e rendere protagonista una luce interessante. Il colore però ha forti connotazioni emotive. Non usiamo un bianco e nero ruvido solo per ricreare l’atmosfera di una foto classica. Piuttosto scattiamo in RAW e decidiamo in fase di conversione.

Artisti di strada
Sono bersagli facili, perché restano in un punto e in genere non hanno problemi a essere fotografati. Se uno in particolare ci attira, mostriamo ciò che lo rende unico: lo stile, le mosse o magari gli abiti o gli strumenti.

 


 

Silhouette e ombre
Le silhouette rendono teatrali le scene di strada, soprattutto quando la composizione è molto semplice. Esponiamo per le luci alte e lavoriamo in monocromia per vedere l’effetto. Inquadrare il soggetto contro uno sfondo chiaro o luminoso enfatizza l’uso della tecnica.

Riflessi
Le superfici riflettenti sono diffuse negli ambienti urbani. Vetrine, strutture di metallo e anche pozzanghere offrono lo strumento perfetto per composizioni creative. I sistemi autofocus spesso non riescono ad agganciare i riflessi, nel caso procediamo in manuale.

Vetrine
Le vetrine sono barriere fisiche che facilitano la cattura di soggetti davvero del tutto inconsapevoli e, in più, aggiungono una prospettiva nuova alle immagini. Scattiamo dall’interno o dall’esterno: cambiamo posizione e vediamo cosa otteniamo. Includiamo anche insegne, grafiche e riflessi.

 


10 – Cogliamo l’attimo

Alba e tramonto sono di norma associati ai paesaggi, ma inserire una luce naturale dinamica ha un bell’impatto anche sugli scatti di strada. Una lama di sole o un’ombra ben definita possono trasformare un’immagine altrimenti scialba. Le diverse ore del giorno portano allo scoperto anche personaggi particolari, come nottambuli che tornano da una notte brava, pendolari o lavoratori del turno di notte.

 


InsightAgency

Dal Marketing Mix delle 4P alle 4e del Marketing Omnichannel


Scordiamoci le 4P del marketing classico e diamo il benvenuto alle 4E.


Per chi ha studiato Marketing all'Università o ha letto libri di approfondimento, conosce bene il concetto delle 4P del marketing mix, ma considerando che il mondo e le modalità di fare business sono cambiate in modo considerevole negli ultimi 20 anni, gli esperti di marketing hanno identificato un vero e proprio cambio nella strategia da adottare in chiave business, passando dalle 4P alle nuove 4E.

Scopriamo insieme qual è il cambiamento, tornando brevemente a descrivere le 4P per poi descrivere le nuove 4E in dettaglio.

Le classiche 4P del Marketing Mix

Era il 1960 quando Edmund Jerome McCarty, professore americano di marketing, pubblicò il libro Basic Marketing: A Managerial Approach in cui esponeva per la prima volta la teoria delle 4P del marketing mix.

Le 4P erano le seguenti: Product, Price, Place, Promotion.
Questi erano i 4 elementi più importanti su cui riflettere e da tenere conto per fare business.

Un concetto da interiorizzare

Il mondo è cambiato. Dagli anni '60 sono passate diverse generazioni, GenX, GenY, GenZ, i Millenials e tra poco sarà la Generazione Alpha a condizionare gli acquisti. Ad ogni generazione sono stati registrati cambiamenti epocali, pian piano ogni paradigma del marketing si è trasformato. Sono cambiati i bisogni, i criteri di fedeltà, l'idea di prodotto, le modalità di acquisto e tanto altro.

Le persone non comprano più il prodotto, acquistano la sua anima, il suo perché.

I clienti del futuro acquisteranno sempre più esperienze ed emozioni. Dovremo cambiare il nostro approccio ed iniziare a domandarci qual è l'emozione che offro al mio cliente quando sceglie il mio prodotto. Il branding emozionale sarà elemento imprescindibile del prodotto stesso, e contraddistinguerà più di ogni altra cosa l'immagine di un'azienda.

Ti sei già accorto che:

Non serve più avere il prodotto migliore. L'importante è venga percepito come migliore, anche grazie a servizi di supporto, magari gratuiti.

I marchi di maggior successo non offrono solo prodotti o servizi materiali, ma grandi esperienze. Emozioni, una storia interessante che spiega il perché è nato quel prodotto (l'anima). Le aziende devono offrire qualcosa di cui parlare e da raccontare agli amici. 

Anche un semplice prodotto, oggi, può diventare un vero status symbol.

Se non credi all'affermazione fatta, pensa ad alcuni brand di caffè in particolare e rifletti sul fatto di come una banalissima cialda con pochi grammi di caffè possa essere diventata così "importante" e determinante per un certo tipo di persone nell'elevare la propria classe sociale. Non è grazie ad una cialda che si diventa importanti, ovvio : ) ma anche grazie ad una cialda si può affermare o dare conferma di far parte di una specifica fascia economica.

In questo senso, ti suggerisco di leggere il libro di Simon Sinek intitolato Parti dal perché (Start with why). Puoi acquistarlo su Amazon.

Le nuove 4E del Marketing Mix

Brian Fetherstonhaugh, Global CEO di OgilvyOne, è stato l'ideatore del concetto delle nuove 4E del Marketing mix, presentandolo come un aggiornamento delle vecchie 4P.

EXPERIENCE

Se nelle 4P era il Prodotto l’elemento principale, nel Marketing mix del nuovo millennio è l’Esperienza a prendere il suo posto. In passato, si otteneva attenzione del cliente mettendo in mostra le caratteristiche del prodotto, esaltando le potenzialità, le compatibilità, la qualità, ecc. Questo approccio sta perdendo il suo appeal perché utilizzato in eccesso negli anni (spesso nascondendo difetti del prodotto e portando avanti delle "mezze verità/bugie"). Ciò ha generato delusione negli acquirenti, le aspettative erano sempre molto alte. Se un'azienda promette, poi deve mantenere la parola.

Per tutte queste ragioni e forse anche per altre, il Prodotto ha perso il suo ruolo cruciale, messo da parte dall’Esperienza, che in fin dei conti riesce davvero a coinvolgere i potenziali clienti ed attrarli ad un brand anche non conosciuto. Il primo passo strategico è: creare emozioni, sensazioni positive. Il cliente deve avere un feeling con il prodotto, creando un legame emotivo con il brand.


EXCHANGEE

La seconda P era il Prezzo, e non si può certo dire che il prezzo non abbia importanza strategica nel mondo globalizzato, pieno di offerte e sconti personalizzati. Tuttavia è importante comprendere come il consumatore si sia evoluto e abbia cambiato il proprio modo di vedere lo scambio di soldi per l'acquisto di un bene.

Il consumatore non acquista più esclusivamente per necessità ma spesso solo per desiderio. Ciò comporta una diversa importanza data al denaro e al prezzo. Non si tratta più di spendere meno possibile per un prodotto di cui ho necessità ma di spendere meno possibile per un prodotto che ammiro, desidero o di cui ho bisogno in quanto mi offre un'emozione o uno status symbol.

Acquisto un prodotto che mi offre un “valore”. Più valore aggiunto possiede il prodotto che voglio acquistare e meno importante diventa il prezzo a cui lo posso acquistare.

Il valore è un qualcosa che il cliente ottiene, oltre al prodotto, dopo avere effettuato l’acquisto. Se un'azienda vuole intercettare i clienti di oggi, deve creare dei valori aggiunti ai propri prodotti. Per questo motivo, nella nuova strategia di marketing il Prezzo diventa Scambio (Exchange) di valore tra azienda e cliente.


EVERYPLACE

Il mondo digitale ha trasformato fortemente l'universo degli acquisti. Una volta era indispensabile fare arrivare i prodotti a tanti punti vendita fisici, adesso grazie all’e-commerce non è più strettamente necessario, ed infatti molti lavori di intermediazione sono scomparsi.

Il cliente può acquistare da ovunque, in qualsiasi momento e orario (l'ecommerce è aperto 24 ore al giorno, anche nei giorni festivi). Ecco perché la terza P di Place (distribuzione) diventa Everyplace (ovunque). Oltre qualsiasi confine fisico, oltre qualsiasi muro dato da lingua, distanza o disponibilità fisica.

Importante: la strategia di Everyplace, deve anche tradursi in onnipresenza sui Social media, così come nella corretta comunicazione online con un portale web responsive (facile da essere utilizzato su mobile). Così facendo i potenziali clienti possono essere ingaggiati (engaged) più facilmente, sfruttando più canali di vendita.
 

EVANGELISM

La quarta e ultima P era la Promozione, tutt’ora fondamentale in una strategia di marketing vincente. Ma anche in questo caso, è importante riflettere su come la pubblicità si sia evoluta e cosa sia diventata oggi.

Nel mondo globalizzato e digitale la promozione non è più unidirezionale ma multi-canale, un coinvolgimento del consumatore a 360°. Ciò significa ad esempio, che un utente dovrà trovare lo stesso tipo di promozione (immagine aziendale) sul sito web, sui canali Social, nei punti vendita fisici, sul motore di ricerca Google (sfruttando Google AdWords), su Bing, ecc.

Fare marketing oggi significa comunicare con gli utenti utilizzando qualsiasi tipo di canale ed in modo globale, 24 ore su 24, anche multi-lingua.

Per fare in modo che ciò avvenga, sta all’azienda trovare anche degli argomenti interessanti di cui parlare, magari utilizzando anche degli Influencer.

L'azienda quindi, piuttosto che decantare le proprie doti, deve sforzarsi a soddisfare i clienti al punto da portarli a consigliare i prodotti spontaneamente (passaparola). In questo modo i consumatori si trasformano in testimonial della marca alimentando la reputazione del brand.

Cura i tuoi clienti a tal punto da trasformarli in ambasciatore del tuo brand (un Evangelist).

Se il tuo cliente crede veramente in te, ha piena fiducia nei tuoi prodotti ed abbraccia l'anima dei tuoi prodotti, comprese le scelte produttive che fai ovvero la mission aziendale, avrai trovato un alleato che difenderà a spada tratta il tuo brand! Quel cliente sarà un Evangelista del tuo brand, egli potrebbe non acquistare più alcun tuo prodotto negli anni a venire, ma riuscirà sicuramente a spingere nuovi clienti a scegliere il tuo brand.

L'azienda deve far in modo di diventare uno dei punti di riferimento del cliente. La motivazione può essere di vario genere: ecologico, tecnologico, passionale, innovativo, ecc. Sta a te trovare la via-del-successo, la mission aziendale ideale che permetterà di creare un legame emotivo con i tuoi futuri clienti.